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Stasera Report, Ranucci: “Messina Denaro poteva essere arrestato già 11 anni fa”

Sigfrido Ranucci a Report stasera mostrerà anche le diverse operazioni per far saltare l’arresto di Matteo Messina Denaro

Sigfrido Ranucci a Report

Sigfrido Ranucci a Report

Nuova puntata di Report. Come ogni lunedì, oggi lunedì 23 gennaio 2023 a partire dalle 21.20 su Rai 3, la tornano le inchieste di Sigfrido Ranucci e della sua squadra, come sempre ricche di approfondimenti esclusivi.

Questa sera occhi puntati sulla notizia dell’arresto, ormai una settimana fa, del super-latitante Matteo Messina Denaro. Dettagli, contributi esclusivi per mettere in luce ulteriori aspetti di una vicenda molto dibattuta negli ultiimi giorni.

Quel documento del 2012

“Stasera avremo delle esclusive riguardanti la vicenda”– ha detto Ranucci – “Siamo riusciti a trovare degli elementi nuovi. La cosa più clamorosa è che abbiamo trovato un documento, un atto pubblico, relativo a un’udienza del 2012.

Da questo, emergerebbe che Alfonso Tumbarello, medico massone che ha avuto in cura Messina Denaro sotto il falso nome di Bonafede, era il tramite per arrivare al latitante sin dai primi anni duemila. Una cosa abbastanza eclatante. Almeno pubblicamente dunque si sapeva dal 2012 che Tumbarello fosse il tramite per arrivare a Messina Denaro. Lo racconta l’ex sindaco di Castelvetrano, Vaccarino, che viene incaricato dal team di Mario Mori, di avvicinare Matteo Messina Denaro.

Vaccarino quindi parla con Tumbarello e si incontrerà nello studio presso il quale il medico ha avuto in cura il boss. Incontrerà anche Salvatore Messina Denaro, fratello di Matteo e inizierà un rapporto epistolare con il boss. Utilizzando degli pseudonomi che il sindaco conosceva benissimo. Ricostruiremo questa vicenda, i mancati arresti”.

Le operazioni per far saltare la cattura del boss

“Riproporremo l’intervista a una delle talpe della DDA di Palermo” – prosegue Ranucci – “che ci racconterà alcuni episodi che hanno consentito di far scattare l’arresto di Matteo Messina Denaro. Poi un’informativa del 2021, fino a oggi rimasta sconosciuta, dove si evince che i carabinieri già erano a conoscenza che Messina Denaro era a Campobello di Mazara negli ultimi anni. Noi avevamo denunciato tutto questo nel 2017″.

Una puntata quindi intensa, che mostrerà anche tutto quello che è stato fatto per far saltare alcune operazioni che avrebbero portato all’arresto del capo di Cosa Nostra. Un argomento che Ranucci conosce molto bene, raccontato anche nel libro “Il patto. La trattativa fra Stato e mafia nel racconto inedito di un infiltrato“. Un libro oggetto di discussione nel carcere dove adesso è rinchiuso il boss, a L’Aquila.

Messina Denaro, un depositario di segreti

Ci si chiede che valore oggi possa avere una figura di Matteo Messina Denaro, catturato e arrestato ormai dopo trent’anni.

“Un valore intrinseco perché è un depositario di segreti” – continua Ranucci – “Per quello che riguarda le stragi del ’93, in merito alle dichiarazioni di Giuffrè, braccio destro di Bernardo Provenzano. Egli disse che tutti i capi di Cosa Nostra sapevano che l’archivio famoso che era uscito dal covo di Riina era finito nelle mani di Messina Denaro. Un’assicurazione per la sua latitanza e un’arma di ricatto nelle sue mani nei confronti dello Stato.

Potrebbe anche raccontare qualcosa di particolare sulla provincia di Trapani, relativamente a quanti abbiano coperto in questi anni la latitanza. O ancora, il ruolo della falange armata che ogni tanto appare in qualche rivendicazione. Se Trapani è stata scelta da Riina, da Brusca e da Messina Denaro, è in virtù di alcune garanzie ricevute negli ultimi anni”.

Appuntamento quindi a questa sera per ulteriori approfondimenti. Nella puntata, spazio anche ad un’inchiesta su MSC e le sue navi da crociera, che avrebbero un effetto devastante su clima e ambiente.