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Sinisa Mihajlovic esonerato, il tecnico non è più l’allenatore del Bologna

L’allenatore, affetto da leucemia, paga anche gli scarsi risultati sportivi. Intanto l’opinione pubblica si divide sulla scelta della società

Sinisa Mihajlovic durante un'intervista sportiva

Sinisa Mihajlovic

Dall’esterno potrebbe sembrare una scelta impopolare, impudente, feroce. Sinisa Mihajlovic non è più l’allenatore del Bologna. Una decisione arrivata nel pomeriggio di martedì 6 settembre, dopo la forte indiscrezione che si trascinava da qualche ora. Il tecnico paga i tre punti conquistati in appena cinque giornate di campionato di Serie A. I dirigenti del Bologna hanno comunicato le loro intenzioni in un colloquio avvenuto nella dimora romana dell’allenatore serbo.

Gli inizi sulla panchina rossoblu e la malattia

Termina così un rapporto lavorativo iniziato a gennaio 2019. Per alcuni una scelta non popolare. Il Bologna aveva tentato di aspettare il suo allenatore, da qualche anno affetto da una forma di leucemia mieloide acuta, un tumore del sangue che origina nelle cellule staminali presenti nel midollo osseo, a causa del quale l’allenatore soffre dall’estate del 2019.

Gli allenamenti a distanza, il prolungamento del contratto sempre ricambiato da un Sinisa apparso inarrestabile, seppur allo stremo delle forze, mettendo a rischio la propria salute pur di garantire impegno e professionalità. Atteggiamento esemplare, umano prima che professionale, che per molti versi aveva fatto dimenticare alcune difficoltà riscontrate sul campo di gioco, con risultati sportivi costellati da qualche sporadica gioia e molti percorsi altalenanti.

Il campionato non esaltante e la decisione dell’esonero

L’avvio di questo campionato con Sinisa Mihajlovic assente nel ritiro di preparazione, in virtù di un ennesimo ricovero, non è partito coi migliori degli auspici. Già in giugno le perplessità del club erano tante ma poi, la proprietà aveva scelto di dare una chance ulteriore al tecnico, sotto contratto fino al 2023. Le prestazioni e soprattutto i risultati deludenti, hanno dato modo all’amministratore delegato Claudio Fenucci, al direttore dell’area tecnica Giovanni Sartori e al direttore sportivo Marco Di Vaio di arrivare alla decisione del sollevamento di incarico, condivisa con il Presidente Joey Saputo.

 L’esonero e le riflessioni sulla decisione

“Trattatemi da allenatore e non da malato” ha sempre chiesto l’allenatore che, nonostante diversi inviti da parte della società, ha volutamente evitato di rassegnare le dimissioni, non optando per una decisione consensuale.

Questi i fatti. Di qui, una serie di riflessioni possibili. Il Bologna da un lato, sceglie di interrompere un lavoro sportivo di cui non era più particolarmente entusiasta, considerando anche le difficoltà fisiche del proprio allenatore, in un campionato denso di impegni, tra ritmi serrati e un calendario che di qui a metà novembre prevederà impegni quasi ogni tre giorni. Rimettendoci probabilmente anche dal punto di vista dell’immagine, sebbene un proseguimento dell’attività lavorativa del suo dipendente, più figlia della compassione che della reale convinzione, sarebbe stata in egual misura opinabile.

Dall’altro Sinisa Mihajlovic che, rifiutando la risoluzione consensuale, consegna nelle mani del Bologna non solo il coltello dalla parte del manico, mettendo la società a forte rischio mediaticamente, ma la lascia anche con un altro peso da gestire. Chi si siederebbe ora sulla panchina della squadra felsinea, sapendo che l’esonero di Mihajlovic è avvenuto (ok non solo) ma soprattutto per i problemi di salute del serbo?

I probabili sostituti

La vita certamente va avanti e molto spesso senza troppo dare spazio a rallentamenti riflessivi. Si fanno già i nomi di Thiago Motta, De Zerbi, Ranieri, Semplici e altri. Intanto, come dimostra il sito internet del Bologna, in crash da qualche ora, l’accaduto è destinato a far discutere, dividendo l’opinione pubblica.

Si attendono sviluppi.