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Siccità, senza acqua cibi a rischio e abitudini alimentari da cambiare

Latte, riso, formaggi e salumi sono solo alcuni dei cibi che rischiano di sparire a causa della siccità che sta cambiando le nostre abitudini

Varietà di formaggi

La siccità in Italia è ormai più di un semplice allarme, la carenza di acqua sta mettendo a rischio la produzione di alimenti come latte salumi e formaggi. Alcune aziende hanno già fermato la produzione di prodotti che necessitano molta acqua.

A modificare le abitudini alimentari due fattori principali, il caldissimo inverno appena passato (+1,44 gradi in media rispetto ai decenni precedenti) e la siccità che si assesta ben peggiore di quella dello scorso anno che vedeva un triste record di un 30% in meno delle precipitazioni. Altro fattore indiretto, la limitazione dei trasporti delle merci in arrivo dall’Est Europa. Dovuti alla invasione Russa e che ha visto schizzare i prezzi di mais, grano e olio di girasoli.

Pomodori e cibo

Manca l’acqua: stop alla produzione di latte fresco

Il primo concreto effetto della carenza di acqua è la decisione di aziende come la Granarolo, seguita dalla Centrale del latte di Milano e Calabria, di interrompere la produzione di latte fresco. La scadenza a 6 giorni e il grande dispendio di risorse idriche per produrlo, affiancato alla mole di bottiglie abbandonate sugli scaffali del supermercato, hanno portato le aziende a decidere di virare verso prodotti pastorizzati a scadenza di almeno 10 giorni.

A sentire il peso dell’emergenza idrica proprio gli animali, a causa dell’assenza di acqua le foraggere crescono meno e gli animali mangiano di meno producendo meno latte. Inoltre, in ampie aree sulla costa dell’Adriatico, nella zona del Po in particolare, l’acqua salata del mare si insinua nei fiumi che per mancanza di piogge hanno meno forza, penetrando nell’entroterra e bruciando così le coltivazioni.

Siccità, allarme della Coldiretti

Sono circa 300 mila, calcola Coldiretti, le imprese agricole che si trovano nelle aree più colpite dall’emergenza con la situazione più drammatica nella zona dell’Emilia Romagna, dove nasce quasi un terzo del Made in Italy alimentare e dove si trova la metà degli allevamenti di bestiame.

L’allarme riguarda anche prodotti come il Parmigiano, altri formaggi e i salumi. Se la mancanza di acqua dovesse peggiorare ancora allora potremmo ipotizzare che non ci sarebbero risorse per produrre formaggi, oppure per alimentare correttamente i suini destinati alla produzione di affettati.

Non è tutto, anche il riso (secondo alcune stime in autunno potremmo avere difficoltà nel trovarne nei supermercati) l’olio con un calo Europeo della produzione tra il 30 e il 50%, il miele la cui produzione già lo scorso anno era calata di 7 milioni di chili.