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La carta igienica è nociva? Ecco perché e quale scegliere

Uno studio americano ha individuato i motivi per i quali la carta igienica può essere tossica. Ecco alcuni consigli per acquisti e utilizzo

Una donna tiene in mano diversi rotoli di carta igienica

Un prodotto pressoché imprescindibile in ogni casa. Bianca, con disegni sopra, la carta igienica è una delle poche cose a non dover mancare mai. Ricopre un’importanza davvero fondamentale. In molti preferiscono acquistare una scorta davvero consistente, al fine di evitare spiacevoli mancanze. In genere, al supermercato, si opta per quella più morbida, più profumata, contenente il maggior numero di veli.

Le tipologie

Andrebbe pertanto scelta con più oculatezza, individuando le informazioni importanti da conoscere per un acquisto sicuro. Suddivisa in strati, resistente, costituita da carta riciclata. Nei supermercati si possono trovare numero diverso di veli, che varia da 1 fino a 5. Il prototipo maggiormente diffuso è quello con 2 veli. La più popolare è la tipologia bianca, anche se qualcuno preferisce un rotolo con fogli decorati, colorati e profumati.

C’è però un sempre crescente mercato di carta igienica riciclata, caratterizzata da una colorazione più tendente al grigio chiaro.

Può essere nociva

Non molti sanno però, che la carta igienica può essere nociva. Infatti il processo della lavorazione o i suoi componenti, possono diventare tossici per l’uomo. Gli esperti hanno pochi dubbi a riguardo: la carta igienica contiene sostanze chimiche. Parliamo delle cosiddette PFAS, le “sostanze chimiche per sempre”.

Lo dice uno studio del “Environmental Working group” che avrebbe riscontrato una forte componente inquinante legata alla carta igienica scaricata nei water. Un pericolo non da poco, per acque e non solo.

Questo perché la carta, mediante impianti di depurazione finisce nei fanghi, successivamente sparsi su terreni coltivati in qualità di fertilizzanti. I PFAS sono dunque sostanze chimiche in grado di non decomporsi in natura, collegate ad alcune malattie epatiche, renali, nonchè causa di disturbi autoimmuni e cancro. 

I Pfas

Trattasi nello specifico, di sostanze perfluoroalchiliche, appartenenti a una famiglia di composti chimici diffusi nel settore industriale. Parliamo di acidi forti, in grado di resistere ai più importanti processi di degradazione. Gli esperti fanno riferimento a circa 14.000 sostanze chimiche, resistenti all’acqua, nonché a macchie e calore. 

Indicazioni utili

Sempre utile tenere a mente la tipologia di carta e le dimensioni. Importante ricordare che la carta da cellulosa vergine ha una derivazione legata alle foreste, quella certificata FSC PFFC è garanzia di una gestione responsabile in tema di disboscamento ed impoverimento del suolo.

Il marchio Ecolabel è sinonimo di  certificazione ambientale maggiormente completa. Questo perché verifica il basso impatto ambientale del processo produttivo.

Gli esperti sconsigliano l’utilizzo di carta colorata e addizionata con lozioni. Trattasi di sostanze chimiche aggiunte caratterizzate da un impatto ambientale negativo.

Non è importante solo tener presente il numero dei rotoli, ma anche la lunghezza di essi. Per effettuare un confronto è possibile utilizzare il diametro del rotolo di carta igienica. Questo conferisce maggiore consapevolezza in relazione alla quantità.