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Sfiducia alla von der Leyen, ecco perché è un autogol dei sovranisti

Giovedì 10 l’Europarlamento discute la mozione di censura contro il Presidente della Commissione Ue: che però non ha alcuna chance di passare, e dunque finirà per rafforzare la maggioranza URSSula

Il Presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen presenta la “Bussola per la competitività”. Sfiducia

Ursula von der Leyen (© Ec.europa.eu)

Le istituzioni comunitarie sono talmente cervellotiche che una mozione di sfiducia può produrre il paradossale risultato di rinsaldare la posizione di chi la subisce. Come quella presentata contro Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Ue, dal romeno Gheorghe Piperea, esponente dei Conservatori e Riformisti Europei. E che sarà votata dall’Europarlamento quest’oggi, giovedì 10 luglio, senza alcuna chance di essere approvata.

Il Presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen presenta la “Bussola per la competitività”. Sfiducia
Ursula von der Leyen (© Ec.europa.eu)

Il “processo” alla von der Leyen

Il “processo” ai danni dell’inquilino di Palazzo Berlaymont, come riporta Sky TG24, prendeva il via dal cosiddetto Pfizergate. Le contestazioni di favoritismo e opacità mosse alla Nostra nell’ambito dell’acquisto di circa 1,8 miliardi di dosi del vaccino anti-Covid prodotto dall’eponima e altrettanto (anglo)tedesca azienda farmaceutica.

Vaccino anti-Covid di Pfizer-BioNTech
Vaccino anti-Covid di Pfizer-BioNTech (immagine dalla pagina Facebook di El Chalchuapaneco Oficial)

Non sorprendentemente, questi addebiti sono stati il punto di partenza per un j’accuse molto più ampio e generale. A cui la diretta interessata ha risposto senza rispondere, cercando piuttosto, scrive l’ANSA, di screditare i firmatari del testo attraverso gli immancabili e pavloviani deliri anti-russi. E pazienza se, a monte, il caso lo ha fatto scoppiare l’americanissimo e progressistissimo New York Times, con tanto di sentenza di condanna del Tribunale dell’Ue.

La mozione di sfiducia è un autogol dei conservatori

Purtuttavia, la Baronessa non rischia nulla, perché la censura, spiega il Corsera, passerebbe solo col consenso dei due terzi dell’Emiciclo strasburghese. Ma già si sa che l’ircocervo PPE-S&D-Renew Europe + Verdi che sostiene l’alta papavera teutonica, prevedibilmente, non si esprimerà a favore. L’unica incognita, solo sul piano politico, riguarda la possibile astensione dei socialisti, che continuano a frignare per le reiterate (e quantomai opportune) aperture a destra dei popolari.

Parlamento Europeo, Bruxelles
Parlamento Europeo (© Corvo di cenere / Wikimedia Commons)

Peraltro, neppure il campo sovranista è coeso, come prova lo strappo di Fratelli d’Italia, che fa parte di ECR, per bocca del copresidente del gruppo Nicola Procaccini. Il quale ha definito la mozione «un errore, un grande regalo ai nostri avversari politici, che arriva proprio nel momento di loro maggiore frustrazione». Quando, cioè, sembra(va) che l’emergente coalizione Venezuela, tanto invocata dagli elettori alle Europee 2024, potesse davvero soppiantare l’attuale maggioranza URSSula, che invece ne uscirà rafforzata.

Nicola Procaccini, sfiducia alla von der Leyen
Nicola Procaccini (immagine dalla sua pagina Facebook)

Insomma, non per sfiducia (è il caso di dirlo), ma i nazionalisti si sono dimostrati degni del nostrano “re degli autogol”. Quel Niccolai che, per ulteriore ironia della sorte, di nome faceva Comunardo.