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Sciopero ATAC, disagi metro A: individuati 9 responsabili

Improta. “Abbiamo i nomi”. Si aprirà Commissione di inchiesta interna ad hoc

Un responsabile della metro A che “non ha ottemperato in modo completo” alla disposizione operativa, un coordinatore dei dirigenti della Centrale traffico che “ha agito in modo inadeguato per quanto attiene alla pianificazione del servizio e alla rideterminazione dei turni”, un assistente coordinatore che “non ha gestito correttamente e proattivamente le risorse disponibili”, 4 dirigenti della Centrale traffico che “hanno tenuto un comportamento in termini gestionali non adeguato e non tempestivo”, il capo dell’Unità organizzativa che “ha assunto un comportamento inadeguato anche e soprattutto nel momento di massima criticità”, un macchinista che “ha lasciato il treno impresenziato e incustodito sulla banchina della stazione di Cinecittà”. Sono loro i 9 dipendenti Atac individuati come responsabili dei disagi sulla metro A durante lo sciopero di venerdì scorso per cui la commissione d’inchiesta interna dell’azienda, come si legge nella relazione di 8 pagine (in cui i nomi degli ‘imputati’ sono stati cancellati) diffusa dall’amministratore delegato Danilo Broggi nel corso di una conferenza stampa in Campidoglio, “dà  mandato agli uffici competenti di Atac di procedere alla contestazione individuale delle violazioni nel rispetto delle normative vigenti, non escludendo inoltre la possibilità di verificare la sussistenza di condizioni sufficienti per promuovere azioni risarcitorie nei confronti dei responsabili, valutandone financo il licenziamento”.

Per i responsabili sono già partite le contestazioni. In più ci sono altri 4 macchinisti che “hanno dichiarato la loro adesione allo sciopero poco prima della scadenza della fascia di garanzia, vanificando in questo modo qualunque possibilità di programmazione del servizio tale da scongiurare la sua interruzione”, e che saranno segnalati all’Autorità degli scioperi.

“Si tratta di 9 profili, tra i quali 3 responsabilità apicali che risultavano in servizio dalle 3.57 della mattina e invece sono stati trovati impreparati, per cui l’azienda ha già attivato le contestazioni. Nella disamina dei fatti e dell’accertamento delle responsabilità sono coinvolte delle persone che hanno diritto a controdedurre rispetto risultanze delle commissioni, per questo non abbiamo diffusi i nominativi”. Lo ha detto l’assessore alla Mobilità di Roma Capitale, Guido Improta, durante la conferenza stampa in Campidoglio sullo sciopero dei trasporti pubblici dello scorso venerdì.

Nelle responsabilità, ha sottolineato, “dobbiamo distinguere due piani: uno legato al diritto sciopero e quindi a come questo è stato esercitato (e riguarda i 4 macchinisti che non hanno dato sufficiente preavviso, ndr) e che prevede delle fasce di garanzia su cui vigila l’Autorità nazionale a cui verranno messi a disposizione tutti gli atti in possesso dell’azienda; l’altro è legato all’accertare eventuali carenze gestionali che hanno potuto determinare e in alcuni casi amplificare i disagi dello sciopero”. Come ha spiegato l’assessore, “in base alla normativa sullo sciopero andiamo incontro a sanzioni pecuniarie, ma sulle carenze gestionali le sanzioni sono in relazione al danno che hanno determinato nei confronti dell’utenza e dell’azienda”, e quindi anche il licenziamento.

“Qualcuno ha temuto che quella registrazione potesse costituire un elemento di prova e l’ha cancellata. Abbiamo nomi e cognomi di tutti coloro che erano presenti, dobbiamo solo capire l’esatta successione degli eventi”, ha aggiunto l’assessore alla Mobilità di Roma Capitale, Guido Improta. Nella relazione finale della commissione di accertamento si legge che “i sistemi di registrazione terra-treno non risultavano funzionanti e che i registratori cronologici di linea evidenziavano un malfunzionamento” proponendo quindi “la costituzione di una ulteriore commissione interna di inchiesta (che concluderà le indagini entro il 3 maggio, ndr) per individuare eventuali responsabilità tenuto conto anche che nelle ore immediatamente successive all’avvio dello sciopero su numerosi giornali online veniva diffusa una registrazione tra macchinista e Dct di cui non si è trovata traccia”, ha concluso Improta.

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