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Santa Maria Maggiore a Roma è la prima chiesa dedicata alla Vergine

Dedicare la chiesa di Santa Maria Maggiore alla Vergine non fu casuale, ma si inseriva in uno specifico piano del pontefice Sisto III

Chiesa Santa Maria Maggiore a Roma

Chiesa Santa Maria Maggiore a Roma

Santa Maria Maggiore è una delle quattro basiliche papali di Roma e si trova in piazza dell’Esquilino, sulla sommità dell’omonimo colle, tra il rione Monti e l’Esquilino. Le altre basiliche papali sono: San Pietro in Vaticano, San Paolo Fuori le Mura e San Giovanni in Laterano.

Santa Maria Maggiore è la sola basilica romana ad aver conservato l’impianto antico medievale

Questa costruzione non fu di committenza imperiale, ma fu frutto del mecenatismo papale. La chiesa venne edificata tra il 432 e il 440 grazie al mecenatismo di papa Sisto III.

Si è a conoscenza di questa informazione grazie al Liber Pontificalise inoltre grazie anche all’odierno arco trionfale della basilica dove compare un’iscrizione musiva che recita: “Sisto vescovo al popolo di Dio”, Sisto dedica la chiesa al popolo di Roma.

Non solo, il nome di Sisto doveva comparire, probabilmente, nel mosaico di controfacciata che fu distrutto con i lavori del 1500-1600.

Il mosaico di controfacciata doveva recitare questi versi: “Vergine che ha generato l’uomo e la nostra salvezza”; il papa in questa iscrizione celebra Maria in quanto madre dell’uomo e madre del Dio.

Il nome di Santa Maria Maggiore è probabilmente il nome che aveva la basilica già al tempo di Sisto.

La prima chiesa dedicata alla Vergine Maria

Prima di Santa Maria Maggiore non ci sono arrivate fonti di edifici chiesastici dedicati alla Vergine: si conoscono le dedicazioni a santi come San Pietro o san Paolo, ma anche a sante come Santa Agnese, ma questa è l’unica chiesa costruita nel medioevo che porta il nome della Vergine Maria.

Questa perciò è la prima chiesa, almeno la prima che ci resta, dedicata alla Vergine.

L’intento di dedicare la chiesa alla Vergine non fu casuale, ma si inseriva in uno specifico piano del pontefice. Un anno precedente alla costruzione della chiesa, nel 431 ad Efeso si svolse un concilio fondamentale per mettere a tacere tutte le eresie che stavano dilagando nel mondo della cristianità.

Il concilio di Efeso, il terzo concilio ecumenico, fu convocato dall’imperatore Teodosio II per frenare l’eresia del nestorianesimo.

La dottrina nestoriana afferma la totale separazione delle due nature di Cristo, ovvero quella divina e quella umana, negando quindi che siano un’unica natura.

Non solo: questa dottrina ribadisce che Maria ha generato l’uomo Gesù e non il Dio, quindi rifiutano a Maria il titolo di Madre di Dio, Theotokos, riconoscendola solo come Madre di Cristo, dal momento che il Cristo che nacque da Maria era solo un uomo su cui poi Dio discese.

Come potrebbe aspettarcisi il papa di Roma, come tutta l’ecumene cristiana era contro questa visione della doppia natura di Cristo, ma soprattutto era assolutamente contrario nel non definire la Vergine Madre di Dio.

La Vergine, madre di Dio

Il papa per sancire il ruolo di Theotokos di Maria, fece costruire a Roma la prima basilica a lei dedicata.

Anche se precedentemente è scritto che la chiesa ha il nome di Santa Maria Maggiore dal medioevo, ma nelle fonti viene definita anche come basilica Liberiana.

Nel Liber Pontificalis, infatti, viene scritto che nella zona dove sorge la basilica, in epoca romana si trovava il Macellum Liviae, ovvero il mercato fatto costruire da Livia, la moglie di Augusto.

Nei dintorni del mercato, sempre il Liber Pontificalis, scrive che papa Liberio intorno al 352 costruì una chiesa, conosciuta con il nome di basilica di Liberio.

Per lungo tempo gli studiosi hanno dibattuto se le fondamenta di santa Maria Maggiore sorgessero sulle fondamenta della basilica liberiana, ma grazie alle recenti indagini si può confermare con sicurezza che la basilica di Liberio non si trovi sotto la basilica attuale.

Nel Medioevo si costruiva e si distruggeva

Nel medioevo era solito costruire e distruggere chiese in tempi brevi; queste magari cadevano in disuso o in totale stato di abbandono e nel momento in cui venivano costruite altre chiese lì intorno, quest’ultime ne prendevano il testimone, quindi diventavano le nuove dedicatarie del titolus.

Purtroppo non si è a conoscenza di dove potesse essere ubicata la vecchia chiesa di Liberio.

L’impianto della basilica di santa Maria Maggiore è tutt’ora quello com’era nel medioevo: una scansione a tre navate con la navata centrale più ampia delle laterali separate da un colonnato con capitelli ionici e architrave.

Nella basilica medievale le finestre erano moltissime, alcune nel corso dei lavori di epoca barocca furono obliterate, rimangono ancora visibili le cornici delle finestre che ci fanno intendere quante fossero e come fossero disposte.

Il soffitto della basilica è più recente

Il soffitto odierno è moderno: fu commissionato da papa Alessandro VI Borgia nel 1500.

Le fonti rinascimentali raccontano che il papa avesse ricostruito questo soffitto con i proventi dell’oro della scoperta delle Americhe.

Il soffitto precedente doveva essere probabilmente ligneo e a capriate.

La decorazione della basilica originale è pertinente unicamente alla zona sopra l’architrave nella navata centrale e l’odierno arco trionfale, in epoca medievale arco absidale.

Entrando ora all’interno della chiesa di Santa Maria Maggiore, non siamo pervasi dalla luce, come invece sarebbe stato nel medioevo, ma al contrario, risentiamo del gusto rinascimentale e barocco, a volte troppo pomposo, periodo durante il quale sono state obliterate le molte finestre che si aprivano sulla navata centrale.

E’ sicuramente un tipo di architettura che a molti piace, al contrario di chi, come me, ama il medioevo e lo trova sicuramente troppo maestoso.

La parte sicuramente divertente che deve compiere lo storico dell’arte medievalista è “spogliare” la chiesa di tutte le aggiunte successive e rimanere completamente a bocca aperta.