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Sanremo: Roberto Benigni e il monologo sulla Costituzione: “è un sogno”

Alla prima del Festival di Sanremo Roberto Benigni incanta gli spettatori con un intenso monologo sulla Costituzione. Presente il Presidente Mattarella

Roberto Benigni a Sanremo 2023

A 75 anni dall’entrata in vigore della nostra Costituzione e alla presenza del Presidente Mattarella (per la prima volta nella storia un Presidente della Repubblica presenzia alla kermesse musicale), Roberto Benigni incanta il Festival di Sanremo con il suo monologo sull’importanza delle parole che vi sono scritte, con chiari richiami all’attualità di “Paesi molto vicini a noi” dove le persone vengono “avvelenate o fatte sparire” perché “liberi pensatori”. Un pensiero che va alla situazione in Iran dove le donne e i manifestanti vengono ancora brutalmente uccisi o picchiati dalle forze dello Stato.

La Costituzione è un’opera d’arte

Abbiamo raccolto per voi la parte dedicata alla nostra Costituzione dell’intervento di Roberto Benigni di ieri sera:

 Questa edizione è particolarmente importante, perché si celebra il 75esimo anniversario dall’entrata in vigore della nostra Costituzione. Entrata appunto in vigore il primo gennaio 1948.

Ora, voi mi chiederete “che c’entra la nostra Costituzione con Sanremo?” cosa centra? Sanremo è il luogo dello spettacolo, della musica, dell’arte e la Costituzione è legatissima con l’arte. Anzi, sono quasi la stessa cosa.

La Costituzione è un’opera d’arte. Canta anche la Costituzione, è un canto. Canta la libertà e la dignità dell’uomo e ogni parola della Costituzione sprigiona una forza evocativa e rivoluzionaria come le opere d’arte.

Evocativa e rivoluzionaria, lasciatemelo dire, perché butta all’aria tutto quell’ordine predisposto che c’era prima, quel soffocamento, quell’oppressione della libertà. Quella ingiustizia, la violenza che c’era prima: è uno schiaffo al potere, a tutti i poteri.

Ci mostra una realtà diversa da quella che abbiamo davanti agli occhi, ci fa sentire che viviamo in un Paese che può essere giusto e bello. Ci dice, come dicono i bambini, che un mondo migliore è possibile. Un mondo senza violenza, senza ingiustizia come l’arte ci fa sognare.

È un sogno la Costituzione, fabbricato da uomini svegli. È un qualcosa che può accadere una sola volta nella storia di un popolo, una Costituzione così.

Se c’è una canzone di Sanremo che possiamo accostare alla nostra costituzione è quella più famosa, è l’incipit di Volare di Modugno quando dice “penso che un sogno così non ritorni mai più”.

E così è la Costituzione, i nostri padri e le nostre madri costituenti non l’hanno pensata, l’hanno sognata. E chi sogna arriva prima di chi pensa.

Sanremo, Benigni e il monologo sulla Costituzione: è una folgorazione

Infatti, l’hanno scritta in pochissimo tempo. Oggi per fare una legge, a volte ci vogliono anni, la Costituzione invece l’hanno fatta in pochissimo tempo.

È stata una folgorazione, come un’opera d’arte. Sono stati dei visionari ed è stato un miracolo perché erano tanti. Erano 556 gli eletti da popolo, i costituenti.

Tutti di partiti diversi, tutti che la pensavano diversamente, una bellissima storia. Divisi su tutto tranne su una cosa: essere uniti per scrivere la Costituzione più bella che si potesse immaginare.

E l’hanno fatto, ed è un miracolo che l’abbiano fatto perché la nostra Costituzione per la prima volta nella storia del diritto non si rivolge alla società presente ma va al futuro.

Sono arrivati a noi e oltre, vanno avanti dicendo che anche noi dobbiamo avere l’audacia di frequentare il futuro con gioia e con fiducia perché la Costituzione non si scorda di nessuno.

È un miracolo che abbiano scritto quelle cose, erano tutte quelle persone e hanno fatto veramente la Costituzione più bella che si potesse immaginare, famosa in tutto il mondo. Ammirata soprattutto nei suoi articoli fondamentali: art.1 art.2 art.3 art.4 art.9 art.11.

Quasi sono imbarazzato a ripeterlo (l’art. 11) perché è talmente celebre e celeberrimo che è come il verso di una poesia ormai. Come dire “m’illumino d’immenso”.

L’Italia ripudia la guerra

Il nostro articolo11, che dice “L’Italia ripudia la guerra”. Una scultura. Pensate alla forza, alla bellezza e alla perentorietà di chi ha pensato questa frase meravigliosa.

“L’Italia ripudia la guerra”, pensate se questo articolo lo avessero adottato le altre costituzioni del mondo, gli altri Paesi; non esisterebbe più la guerra sulla faccia della terra. Mai più nessuno Stato potrebbe invadere un altro Stato.

Ma non l’hanno adottata e non l’hanno scritta. Noi italiani l’abbiamo scritta nella nostra Costituzione perché erano personalità straordinarie.

Alcide De Gasperi, Concetto Marchesi, Einaudi, Nilde Iotti, Lina Merlin, Sandro Pertini. Tra questi c’era una persona che ha a che vedere con il nostro Presidente della Repubblica. Tra i nostri padri costituenti c’era Bernardo Mattarella, il padre del Presidente Mattarella.

Presidente, lei e la Costituzione avete avuto lo stesso padre, possiamo dire che la Costituzione è sua sorella ecco.

Non posso citare tutti gli articoli che riguardano l’arte e la promozione della cultura, ci vorrebbe troppo tempo. Citerò il mio articolo preferito, che li comprende tutti e che riguarda Sanremo e anche con tutti noi.

Sanremo, Benigni e il monologo sulla Costituzione: “L’articolo 21 è il più straordinario”

È l’articolo 21, è stato scritto con un linguaggio così semplice e bello che sembra appartenere a un bambino, ha una forza e una bellezza che si rimane stupiti, si pensa “ma veramente c’era bisogno di scrivere una cosa così?” e l’hanno scritta.

L’art.21 dice cosi: “Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero”.

Voi mi dite “ma davvero?”. È come dire “tutti possono respirare” e se l’hanno scritto vuol dire che ce n’era bisogno.       

L’articolo 21 è il più straordinario. Per me il più importante, il pilastro di tutte le libertà dell’uomo; il più semplice e il più forte. Non ci si può dimenticare che prima della costituzione, durante il ventennio fascista non si poteva pensare liberamente e non si sarebbe potuto fare neanche il Festival di Sanremo.

Perché c’era una canzone sola, sempre la stessa, la propaganda. Il capo, il Duce, la guerra, l’esercito e il partito.

In quegli anni, prima della costituzione, mentre mangiavate magari con gli amici o i parenti, poteva ed è accaduto tante volte, arrivare una pattuglia di violenti. Aprivano la porta e prendevano vostro fratello, vostra sorella o la vostra fidanzata e portarli via perché avevano saputo che avevano detto qualcosa libera.

Qualcosa che non collimava col potere, pensavano con la loro testa. Queste persone venivano picchiate, a volte sparivano e non si vedevano mai più.

La Costituzione ci libera dall’obbligo di avere paura

Allora l’articolo 21 ci ha liberati dall’obbligo di avere paura. Prima della Costituzione la gente era obbligata ad avere paura e pensate quanto è meraviglioso sapere che mentre nel mondo intorno a noi, in Paesi molto vicini a noi gli oppositori, quelli che pensano liberamente, vengono incarcerati. Avvelenati, a volte spariscono fisicamente o solo perché mostrano i loro capelli felicemente, solo perché ballano o cantano o parlano.

Vi sto dicendo con tutto il mio amore: pensate quanto è bello e straordinario sapere che noi viviamo in una terra dove: “art. 21. Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero”.  

Ce lo dobbiamo ricordare perché prima della Costituzione non si poteva fare, nel ventennio del fascismo non era possibile. L’unica maniera di fare qualcosa di utile per il futuro è avere il passato sempre presente.

E ricordarci che tutto ciò che abbiamo ci può venire tolto da un momento all’altro. I nostri padri e madri costituenti questo lo sapevano e scrivendo la costituzione è come se avessero scritto due parole: mai più.

E hanno fatto una scommessa, non fra di loro ma con tutti noi. Ci hanno detto “ce la potete fare, ce la possiamo fare tutti insieme”.

Oscar Luigi Scalfaro diceva: “tocca a voi, è il vostro tempo”. Aveva ragione, tocca a noi. Siamo vivi ora noi, è il nostro tempo.

Tocca a noi farla entrare in vigore ogni giorno

I Costituenti hanno scritto la Costituzione e hanno lasciato l’ultima pagina bianca. La pagina più importante che loro non potevano scrivere perché sapevano che la dovevamo scrivere noi, vivendo la nostra vita.

E sono sicuro che la scriveremo bene, ci dobbiamo credere fino in fondo. La Costituzione è stata scritta ma deve essere attuata, bisogna farla vivere. Non è solo da leggere. La Costituzione è da amare.

Bisogna amarla, e per amarla bisogna leggerla e viverla. Sentirla propria, che ci appartiene. Farla entrare in vigore ogni giorno.

Ora direte “è un sogno, una chimera, un ideale”. È un sogno si, però abbiamo un vantaggio, i nostri padri e le nostre madri costituenti ci hanno tracciato la strada, ci hanno mostrato il cammino e fatto vedere la via. A noi hanno lasciato una sola cosa da fare, far diventare questo sogno realtà.

Il video dell’intervento qui