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Sanremo 2022. Cesarini inadeguata, Zalone sfolgorante: la nostra classifica

Nella seconda serata del Festival l’imbarazzante anacronismo della sconosciuta Cesarini, Zalone ci fa ridere sul serio

Checco Zalone Sanremo 2022

Reduce da una prima serata che ha fatto boom di ascolti, Amadeus apre la seconda serata del Festival di Sanremo 2022 con un doveroso omaggio a Monica Vitti, la grande attrice scomparsa a novanta anni.

Non si registrava un esordio così da almeno sei-sette edizioni del Festival dei fiori.

Sanremo 2022: Lorena Cesarini, la donna sbagliata per il Festival

Purtroppo come compagna di avventura, il nostro sceglie la donna sbagliata, tale, sconosciuta ai più, Lorena Cesarini.

Assolutamente non in grado di stare su un qualsiasi palcoscenico, figuriamoci su quello prestigioso e ambito dell’Ariston, non ha esperienza, solo un paio di film e una serie tv, e si vede ma, soprattutto, si sente. Come si dice a Roma, la sua città, ‘’ciancica’’, biascica, si esprime con un fortissimo accento romano e con una pronuncia terribilmente ‘’nasale’’ tanto da farci pensare che abbia pure qualche problema con le adenoidi.

Come se non bastasse, da subito, piange senza alcun motivo. Sprovvista di qualsivoglia presenza scenica e (si può dire?) certamente non è di bell’aspetto.

Ma il peggio deve ancora venire e si manifesta quando inizia un monologo sul razzismo e sugli insulti che in rete gli hater le hanno rivolto. Così siamo costretti ad ascoltare un lungo discorso, a nostro avviso del tutto anacronistico e banale, sulle discriminazioni razziali, sul colore della sua pelle. Sino, e qui veramente c’è il picco di imbarazzo totale, alla citazione del libro di Tahar Ben Jalloun, Il razzismo spiegato a mia figlia, pubblicato ben trent’anni fa.

La domanda è: ce n’era bisogno? Ancora con questi discorsi?

Senza contare che non è all’altezza del ruolo, del palco, di niente. Un consiglio spassionato a Lorena Cesarini: torni a studiare recitazione, ortofonia, dizione.

Checco Zalone sfolgorante e sempre sopravvalutata Laura Pausini

La nota brillante della serata, invece, è rappresentata da uno sfolgorante Checco Zalone che nelle sue tre uscite inanella tre performance comiche esilaranti: prima con la canzone e la favola sull’omofobia, poi con il rapper ‘’Ragadi’’ e la canzone ‘’Poco ricco’’ e, infine, con il personaggio del virologo che perderebbe lavoro se finisse la pandemia. Stavolta l’effetto non è per nulla soporifero come davanti a Fiorello e alle sue battute elementari e scontate.

La super ospite è Laura Pausini, che avemmo la sventura di vedere anche nel 2016, fortunatamente compensammo con il grande Sir Elton John. È talmente ‘’una di noi’’, come suole dire, che parla di sé stessa in terza persona e promuove il suo film biopic di prossima uscita come se fosse ‘’Matrix’’ e come se la sua vita, ‘’se non avessi vinto il festival che Laura sarei stata?’’ dice a un ossequioso Amadeus, fosse una questione planetaria alla Don’t Look Up con il meteorite da cui dipende la nostra esistenza. Sempre sopravvalutata e fortunatissima.

Due righe sulle donne che Amadeus ha scelto come co-conduttrici vanno spese. L’impressione è quella di un ‘’ritratto politicamente corretto’’ e, in qualche maniera, singolare rispetto alle edizioni precedenti. Nella migliore delle ipotesi, il conduttore ha messo insieme cinque tipi di donne assai diverse tra loro e che rappresentano un modo, fuori dalla massa, di essere donna. Insomma, non la solita bellona giovane per intendersi, che è stata troppo spesso rappresentata a Sanremo. Purtroppo per lui e per noi, quest’idea, sulla carta vincente e persino ‘’innovativa’’ non basta. Confidiamo molto in Drusilla Foer e nella versatilità e il talento di Sabrina Ferilli.

A livello canoro la gara è stata qualitativamente peggiore.

A fine serata, la classifica provvisoria incorona Elisa.

Laura Pausini sul palco dell’Ariston

Le nostre pagelle per la seconda serata di Sanremo 2022

Sangiovanni, “Farfalle” 

Con un fare del tutto spontaneo, del tipo ‘’che ci faccio qui?’’, Sangiovanni, creatura di Amici della De Filippi, vestito con un pigiama rosa, presenta un brano nelle sue corde, vale a dire inconsistente musicalmente, senza lasciare traccia alcuna.

Voto: 4 e 1/2


Giovanni Truppi, “Tuo padre, mia madre, Lucia”

Uno dei pezzi più belli del Festival lo esegue lui. Tra gli autori anche il poetico Pacifico e siamo proprio in quelle zone lì. Truppi ha un colore della voce molto timbrato, bello, riconoscibile. È un interprete e un autore raffinato. Il brano potrebbe candidarsi, assieme a quello di Massimo Ranieri, a vincere il Premio della Critica Mia Martini.

Voto: 8

Le Vibrazioni, “Tantissimo”

Sarcina vuole strafare e riesce persino a stonicchiare, nonostante di solito abbia una bella padronanza della voce. Il pezzo è fra i più brutti di sempre all’interno della loro carriera. Lontani i fasti di ‘’Giulia’’. Non è rock, non è una ballad, non è accattivante, ha un testo prevedibile, povero e un arrangiamento dimenticabile.

Voto: 4 e 1/2

Emma, ‘’Ogni volta è così”

Eravamo presenti in terza fila all’Ariston quando vinse e tifavamo Noemi con ‘’Sono solo parole’’. Stavolta Emma cerca una soluzione più elegante, più raffinata, nella canzone e anche nel look, peccato per quel brutto taglio di capelli. Urla meno del solito ed è davvero un bene. La canzone non è nulla di nuovo, ma si fa ascoltare.

Voto: 6


Matteo Romano, “Virale”

Un bambino sul palco di Sanremo non ce lo aspettavamo.

Inclassificabile

Iva Zanicchi, “Voglio amarti”. Delusione Ivona nazionale. Intanto la presentano omettendo che abbia fatto politica, e con il biscione per giunta, chissà perché…Urla sino alla cacofonia, non ci fa emozionare, non ci fa ballare e continua a ripetere: Voio amarti’’. Noi no.

Voto: 5


Ditonellapiaga e Rettore, “Chimica”

Una rodata leonessa delle hit degli anni Ottanta e una giovane promettente, un connubio che risulta vincente. Fanno ballare, divertire, il refrain ‘’Chimica, chimica’’ è facile, forse fin troppo, ma in una serata senza troppe soprese può bastare. Certo, sono lontani i tempi del Sanremo di Rettore con ‘’Di notte specialmente’’, splendido brano non ripetuto.

Voto: 6 e 1/2

Elisa, “O forse sei tu”. In un panorama sanremese piuttosto avvilente, lei brilla e sembra quasi un’aliena coperta da un peplo. Il brano non regge con ‘’Luce’’ con cui vinse il festival anni fa, ma non è scontato né nel testo né nelle scelte armoniche e strumentali. Siamo sicuri che diventerà la colonna sonora delle ‘esterne’ di ‘’Uomini e donne’’ di Maria De Filippi.

Voto: 7


Fabrizio Moro, “Sei tu”

Sembra che giri sempre intorno allo stesso brano e che si autociti. Il brano, infatti, ricorda ‘’Eppure mi hai cambiato la vita’’ e ‘’Il senso di ogni cosa’’. Una ballad senza pretese, un po’ insipida. Comunque gli diamo la sufficienza in un marasma, sovente indegno, lo merita.

Voto: 6


Tananai, “Sesso occasionale”

Non si ricorda dove ha parcheggiato, canta, e noi non possiamo aiutarlo, non sapendo chi sia. Una volta per salire sul palco dell’Ariston dovevi saper cantare, adesso, a quanto pare, no, e lui ne è l’esempio più vergognoso. Il brano è incommentabile.

Voto: 0

Irama, “Ovunque sarai”

La banalità e il luogo comune del refrain, la vocalità insulsa, e quando articola sembra che non ci riesca pienamente, come se fosse un ventriloquo che canta. Il centrino che indossa è raccapricciante.

Voto: 4 e 1/2


Aka7even, “Perfetta così”

Che dire? Al brutto nella musica in gara a Sanremo non c’è mai fine. Non ha voce, non ha carisma, non ha la canzone. Trallallero trallalà sembra che canti a una scampagnata, ma è un ‘’big’’ del festival.

Voto: 1 e 1/2


Highsnob e Hu, “Abbi cura di te”

Ecco a voi la nenia di quest’anno! Cosa possiamo aggiungere se non che non riusciamo a capire come possano essere stati scelti per gareggiare in mezzo a Morandi, Ranieri, Truppi, Elisa?

Voto: 1