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Sanremo 2022: Drusilla elegante ma la terza serata non brilla (e nemmeno si balla)

La terza serata del Festival di Sanremo 2022 è una lotta con Morfeo: Cremonini non è un poeta ma il suo mestiere lo sa fare

Drusilla e Amadeus sul palco dell'Ariston a Sanremo 2022

La terza serata del 72esimo Festival di Sanremo, edizione 2022, si conferma senza troppi picchi né sorprese. Se nella seconda serata abbiamo assistito ad una Cesarini inadeguata e a uno Zalone sfolgorante, nella terza serata si comincia con il tributo al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel giorno del giuramento del suo secondo mandato, con tanto di dedica musicale (ruffiana?) dell’orchestra, ‘’Grande, Grande, Grande’’.

Amadeus si dimostra un grande accentratore, altro che Pippo Baudo, stavolta accompagnato da Drusilla Foer, il nome con cui l’artista toscano Gianluca Gori si esibisce, che riesce nell’ardua impresa di prendersi un po’ di spazio e di fare la differenza con chi l’ha preceduta.

Sanremo 2022: con Drusilla, per la prima volta il crossdressing sull’Ariston

Per Sanremo è la prima volta che il ‘’crossdressing’’ entra da protagonista all’Ariston. Eleganza non ostentata, grande ironia e autoironia, padronanza del palcoscenico, Drusilla, per ora, risulta la co-conduttrice più riuscita.

Gli abiti riecheggiano i fasti da ‘’diva della Hollywood in bianco e nero’’. Il primo, blu notte, molto elegante, le faceva però difetto allo scollo quando era inquadrata di profilo, peccato.

Le dichiarazioni che ha fatto in merito al look scelto per la kermesse canora le fanno onore: “Mi farò fare un paio di vestitini un po’ così e per il resto indosserò quelli che già ho. Con molto dispiacere ho detto di no ad alcuni brand che ammiro e che mi hanno cercata, ma penso che dobbiamo far passare il segnale che l’economia italiana deve ripartire dal basso, dalle sartorie, dagli atelier piccoli e quindi io dalla mia sarta di Firenze mi sono fatta fare due vestiti, oltre a tre che già ho e che forse sono stati già visti’’.

Infatti, Drusilla ha scelto degli abiti sartoriali dell’Atelier Rina Milano, una sartoria fiorentina.

Certo è che condurre il Festival di Sanremo è un’occasione unica nella vita.

Sui social è stata la sua serata. Un tripudio tutto per lei e un invito ai prossimi direttori artistici della manifestazione al grido del tweet: ‘’Drusilla conduttrice di Sanremo 2022’’.

Divertente il momento in cui Drusilla ha “gelato” Iva Zanicchi che le aveva detto “tu hai qualcosa più di me’’ e lei ha replicato: “Sì, sono colta”.

La donna che, almeno per ora, ha ottenuto maggior consensi da parte del pubblico, è una donna non biologica. Lascio a voi la riflessione e la provocazione.

Sanremo 2022, missione terza serata: non addormentarsi

L’andamento della serata non è di facile svolgimento, perché comunque tocca riascoltare tutte e venticinque le canzoni in gara e, ammettiamolo, per tre quarti ci sfidano tra le braccia del dio Morfeo.

Il super ospite della terza serata di Sanremo, Cesare Cremonini, cavalca il palco dell’Ariston con sicumera e professionalità. Non è un poeta, ma il suo mestiere lo sa fare bene e tanto basta.

Roberto Saviano, tanto atteso, è, ahinoi, relegato a dopo la mezzanotte. Non si fanno questi scherzi, ‘’Ama’’!

Il monologo sull’ ‘’unicità’’ di Drusilla Foer è un inno alla bellezza della singolarità di ciascuno di noi. Forse un po’ trito, ma la ‘’morale’’ a Sanremo la si fa da sempre. Ricordate il ‘’pistolotto’’ di Rula Jebreal? Meglio questo.

Con il voto da casa, Mahmood e Blanco conquistano il podio provvisorio, seguiti da Elisa e al terzo posto da un iconico e sempreverde Gianni Morandi.

I voti della terza serata

Drusilla Foer.

Carisma, padronanza del palcoscenico, singolarità, eleganza. Lo avevamo detto che ‘’il genere sessuale liquido’’, seppure non sia propriamente il suo ‘’genere’’, la avrebbe fatta da padrone e così è.

Voto: 8 e 1/2

Massimo Ranieri, Lettera al di là del mare.

L’interprete di origine napoletana si conferma il grande artista che conoscevamo con una canzone che è quasi un’aria, una romanza, forse la più bella di questa edizione. A differenza di tanti altri, sceglie un brano ‘’difficile’’ per il contesto canoro in cui si trova. Non ballabile, non ruffiano, ma che decisamente resta dopo tanti ascolti. Meno emozionato e meno problemi tecnici gli fanno ritrovare la sua magnifica voce.

Voto: 9

Ditonellapiaga e Rettore, Chimica.

Canzone godibilissima, loro sono ‘’in parte’’, come si dice in gergo teatrale, e in sintonia sul palco. Leggermente irriverenti e contagiose. Trasmettono voglia di ballare ovunque.

Voto: 7 e 1/2

Cesare Cremonini, super ospite della terza serata.

Ha fatto quasi un concerto suddiviso in due parti. Vent’anni di carriera, all’anagrafe ha ancora quarantuno anni, domina il palco, canta bene, è bello e pure simpatico, look perfetto. Non amiamo la sua musica, ma bisogna riconoscere che l’ex ragazzo dei ‘’colli bolognesi’’ possiede professionalità e talento a iosa.

Voto: 8

Mahmood e Blanco, Brividi.

Nessun dubbio sulle doti artistiche di Mahmood, tuttavia la canzone è la ‘’Vattene amore 2.0’’ e forse poteva fare di più, come certi studenti che si impegnano poco. Stucchevole.

Voto: 5 e 1/2

La Rappresentante di Lista, Ciao Ciao.

Più li ascoltiamo più ci convince la performance completa: voce, presenza scenica, brano. Sarà il tormentone della prossima estate.

Voto: 7 e 1/2

Roberto Saviano.

Nutriamo una stima immensa dai tempi del suo esordio editoriale per questo scrittore e giornalista che ha saputo coniugare verità, coraggio, intuizione, comunicazione e tanto altro. Però farlo salire sul palco con un monologo così importante su Falcone e Borsellino a quell’ora tarda è da aguzzini pazzi. Motivo per cui si merita soltanto la sufficienza.

Voto: 6

Highsnob e Hu, Abbi cura di te.

Qualcosa di incomprensibile e di brutto. Persino il nome del duo è impronunciabile.

Voto: 2

Dargen D’Amico, Dove si balla.

Potrà confondere gli altri, tutti avvezzi ‘’al ballo facile’’ (li vediamo già i colleghi della sala stampa a danzare per sgranchirsi le gambe. Li abbiamo visti anni fa…), ma noi lo riteniamo uno dei brani più dissonanti, banali, cafoni, di questa edizione del festival.

Voto: 3