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“Sanità dorata”, la malasanità in uno sketch di denuncia

Fabrizio Di Renzo, già autore di “Cassonetti Dorati”, torna con la sua satira a denunciare la malasanità

CASSONETTI DORATI – In  “Cassonetti Dorati” (guarda il videoFabrizio Di Renzo, con un’ironia che però ha il sapore di denuncia, spiegava i ‘contro’ dell’essere in regola – e quindi: pagare le tasse – e i ‘pro’ di una vita al margine, a frugare tra i cassonetti. Una vita al margine, che, però, frutta dai 1.000 ai 1.550 “puliti puliti” al mese. “Mo faccio questo – dice Fabrizio nel video, interpretando  il personaggio in questione – Tra affitti, vertenze che te fa il personale, ‘a monnezza, non te dico quanto pagavo, alla fine ho dovuto chiude (il ristorante, ndr) e il commercialista m’ha consigliato de fa questo. Tutto esentasse”.

Lo sketch mette al centro della scena Fabrizio e un suo vecchio amico, che non vedeva da tempo, il quale gli chiede: “Ma i tuoi figli che dicono (di questo lavoro, ndr)?”. E allora Fabrizio spiega: “Il più piccolo va a scuola, l’hanno preso subito, senza fare domande, senza chiedere nulla, è zompato in cima alla graduatoria”. E il figlio più grande? Beh, “dà tante di quelle soddisfazioni, fa anche dei reati che tanto m’hanno detto che sono coperti da indulto, quindi non gli succede niente”. E dove vive ora Fabrizio? “La casa ce l’avevo, ora vivo in un campo di questi qua dietro, ma stiamo bene. Televisione, acqua, caldo, c’abbiamo tutto” – spiega al suo vecchio amico. E quando vi sgomberano? “Ti spiego – continua Fabrizio, nelle vesti del suo personaggio – Viene sempre il giorno prima una persona, un funzionario del Comune, e c’avvisa che il giorno dopo ci sgomberano e ci dice dove dobbiamo andare. È tutto a posto, credimi”.

“Pensa – conclude – m’hanno detto che se mi comporto un po’ male, non cose eclatanti, forse mi danno anche la casa popolare”.

SANITA’ DORATA – Dopo “Cassonetti Dorati”, sketch satirico che ha avuto un grande successo, Fabrizio Di Renzo propone “Sanità Dorata” (il video all’articolo). Di nuovo, al centro dello sketch, lui e un suo vecchio amico, in un incontro casuale all’interno di una clinica dove Fabrizio si trova in ‘villeggiatura’, da molti mesi ormai. Prima della clinica, era al Policlinico. Ma poi per la TAC il macchinario era rotto e allora l’hanno trasferito.

“Sto qui pe’ accertamenti” – spiega Fabrizio al suo amico, descrivendo i suoi ultimi mesi di vita all’interno delle strutture ospedaliere. Ma dopo così tanti mesi, il lavoro? “Il lavoro è finito, allora sto qui, almeno c’ho un tetto, da mangià”. Quindi, Fabrizio fa il possibile per rimanere in ospedale. Certo, ci vogliono degli accorgimenti: “Ieri dovevano farmi la TAC, ma mi sono dato malato, ho accusato un malore, e me l’hanno spostata tra un mese, un mese e mezzo”. Fabrizio non può tornare nemmeno a casa, visto che la moglie lo ha cacciato. “Ma è tutto a posto – spiega – Pensa, qui non viene nemmeno Equitalia”. E allora l’amico propone: “Ma vai in carcere!”. E Fabrizio risponde: “Se, pe’ andà in carcere devo fa’ ‘na strage in diretta, ormai non te carcerano più!”.

Certo, una vita così, da sano in una clinica, senza problemi, è anche allettante. Soprattutto per l’amico di Fabrizio, che dice: “Quasi quasi lo faccio pure io!”. Ma non sa che quel posto ha un valore: “Io per venire qui mi sono dovuto fare 15 giorni di Pronto Soccorso su una lettiga”.

Ma il clou dello sketch è sul finale. Passa un medico, e Fabrizio lo ferma: “Dottò venga ‘n po’ qua! C’ho st’amico mio che deve fa’ ‘na risonanza, gliela faccia fa’ subito!”. “Vabè se è amico suo, sì” – risponde il medico.

IL COMMENTO –  “E’ l’Italia della crisi quella che fa emergere ancora di più ciò che non va. Noi abbiamo voluto farlo con ironia e ancora una volta da un’idea di Fabrizio Di Renzo che interpreta un uomo che cerca di eludere le spese quotidiane cercando di trovare fissa dimora all’interno di un ospedale” – dichiarano gli esponenti di DifendiAMO l’Italia, promotori dell’iniziativa con il consigliere regionale del Lazio Fabrizio Santori.

“Tema dello sketch è stata la sanità, la sanità dorata fatta di raccomandazioni, italiani disoccupati, il sovraffollamento del sistema carcerario, liste d’attesa che esplodono e tanto altro ancora.Sanità dorata” è una denuncia tragicomica da non perdere, che segue quella di “Cassonetti Dorati”, in cui si evidenziavano le storture del sistema nomadi” – concludono.

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