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Roma-Udinese 3-1: palla inattiva e qualità

La squadra di Mourinho si issa al quinto posto ritrovando Pellegrini, i gol da fermo e combinazioni vincenti, per risolvere la sfida sempre sul finale

Roma-Udinese, primi istanti di gioco allo Stadio Olimpico

Roma-Udinese, primi istanti di gioco allo Stadio Olimpico

Roma-Udinese, davanti al gelo di un Olimpico da comunque 61616 spettatori, ha portato la squadra di Mourinho al quinto posto solitario, a quota 21 punti. Tante buone indicazioni in vista del tour de force fino a Natale, anche se la partita non è stata chiusa con il dovuto anticipo.

Il ritorno delle palle inattive e ritmo

Dopo un freddo primo quarto d’ora, per ambiente e occasioni la Roma si accende dopo il quarto d’ora, con tentativi di imbastire la manovra più avanti (in un primo tempo da 70% di possesso palla). Fondamentali in questo senso le giocate nello stretto in mezzo al campo di Dybala e Pellegrini, con quest’ultimo che ha provocato la punizione da qui è nato il gol di Mancini. Proprio la marcatura del centrale giallorosso riporta in auge una delle specialità della Roma Mourinhana: la palla inattiva. Il difensore della Nazionale non segnava dalla goleada contro l’Empoli del 17 settembre per una situazione che quest’anno ha portato meno gol all’attivo. Anche ad inizio ripresa sono arrivate due occasioni, entrambe su corner da sinistra, con Mancini prima e Lukaku poi, che hanno colpito di testa a lato. Due occasioni non sfruttate che sono costate caro, perché l’Udinese ha pareggiato poco dopo.

Pellegrini: un rientro positivo

Era il 5 ottobre quando entrò dopo l’intervallo in Europa League con il Servette e in 11 minuti collezionò un gol e un assist prima di uscire per infortunio. Lorenzo Pellegrini è la novità più importante della Roma dopo la sosta, 52 giorni dopo il problema al flessore della coscia destra. I 62 minuti del capitano della Roma, dopo un inizio accorto, sono stati positivi. In pochi minuti la combinazione con Lukaku con cui l’Udinese ha rischiato il rigore (16’), il guizzo che procurato l’ammonizione di Joao Ferreira e da cui è scaturito il gol di Mancini. Al 21’ il mancino d’incontro parato da Silvestri. Una macchia l’ammonizione (evitabile) al 33’ a palla lontana. Poi un calo fisiologico (come tutta la squadra) nella ripresa e la sostituzione.

Risolve la qualità dei singoli

Il calo ad inizio ripresa, che ha portato al pareggio i friulani, mette sulle corde la Roma che, similmente alla partita contro il Lecce, rischia qualcosa anche dopo il pareggio. Ma a risolvere la contesa è stata la qualità e gli spazi sfruttati a dovere dai singoli dopo diverse potenziali occasioni non sfruttate, soprattutto dal lato sinistro. Vitale l’ingresso di El Shaarawy, ma anche la combinazione al centro di prima Azmoun-Lukaku che di tacco ha liberato un’autostrada centrale sfruttata da Dybala. Il 3-1 all’alba del 90’ porta ancora tocchi veloci ai 20 metri a liberare il destro a giro del Faraone.