Roma, si sono tenuti nella chiesa di San Pancrazio i funerali di Alvaro Vitali
A porgere l’ultimo saluto al Pierino del cinema italiano molti volti del teatro: presente anche Carlo Verdone

Alvaro Vitali
E’ andato in scena nella chiesa di San Pancrazio l’ultimo atto della vita di Alvaro Vitali, l’attore che ha fatto ridere generazioni intere con il personaggio di Pierino, ma anche un uomo che ha saputo attraversare il cinema italiano con ironia, umiltà e una profonda umanità.
Funerali Alvaro Vitali, il sacerdote: “Non ha ricevuto il rispetto che meritava”
Scomparso a 75 anni per una broncopolmonite recidiva, Vitali è stato accompagnato nell’ultimo saluto da una folla autentica: gente comune, amici di lunga data, attori di teatro e colleghi di mille tournée. Tra gli assenti, il figlio Ennio e tanti volti del grande cinema. In prima fila, invece, la compagna Stefania Corona, visibilmente provata, con accanto la figlia Sara, cresciuta accanto a lui.
Il funerale si è svolto in un clima semplice ma denso di affetto. Applausi sinceri hanno accolto l’arrivo di Carlo Verdone, uno dei pochi nomi noti del cinema presenti in chiesa. Lo aveva voluto recentemente nel cast della serie Vita da Carlo, e davanti alla platea ha ricordato l’uomo dietro il comico: «Era un gran signore».
Il sacerdote, durante l’omelia, ha espresso parole forti, che hanno colpito i presenti: «Alvaro, in vita, non ha ricevuto il rispetto che meritava». Un pensiero che ha trovato eco in molti degli interventi spontanei.
L’uscita dalla chiesa sulle note di Take me home
A fare rumore, più delle parole, sono state le assenze. Nessuno dei grandi nomi del cinema italiano ha varcato la soglia della chiesa. A confermarlo è Claudio Di Napoli, regista e amico: «In ospedale non si è visto nessuno del mondo del cinema. Solo il teatro c’è stato: Stefania, Manolo, io e pochi altri. Chi lo ha davvero amato, era qui».
A raccontare con affetto gli ultimi giorni è stato anche Victor Quadrelli, attore e amico: «Mi raccontava aneddoti e ricordava i suoi film con occhi da bambino. Non sapeva se sarebbe uscito dalla clinica, ma non ha mai smesso di mostrarmi affetto». Emozionato Sergio Dipinto, che con Vitali ha condiviso tre spettacoli: «La fregatura è che non ci sarà il quarto».
La cerimonia si è chiusa sulle note di Take Me Home, brano scelto proprio da Alvaro per accompagnare il suo feretro fuori dalla chiesa. Mentre la musica riempiva le navate, tra gli applausi commossi, Stefania Corona ha sussurrato: «C’erano tante persone, perché se lo meritava». Ma ha anche lasciato trapelare amarezza: «Su alcune persone ha sofferto molto. Non voglio fare polemiche, ma è vero: spesso ha fatto spallucce, ma dentro soffriva».
Se n’è andato un simbolo del cinema popolare, un attore capace di raccontare l’Italia di un’epoca con la sola forza di una smorfia, di uno sguardo, di una battuta sboccata ma mai cattiva. Fulvio Abbate, scrittore e opinionista, ha detto all’AGI: «Non si può continuare a citarlo solo per Fellini, come se Pierino fosse una macchia. Qui oggi c’era il popolo di Roma, quello vero, e questo dice tutto». Alvaro Vitali sarà cremato, secondo la sua volontà.