Roma, scritte shock nel Giorno della Memoria… corta: di enti e ONG
Dall’ANPI ad Amnesty, il j’accuse del “Progetto Dreyfus” contro chi straparla di genocidio “dimenticandosi” del 7 ottobre

Messaggio a Roma in occasione del Giorno della memoria 2025 (immagine dalla pagina Facebook del Progetto Dreyfus)
Alla vigilia delle commemorazioni per le vittime dell’Olocausto, a Roma sono apparse delle scritte shock contro il moderno antisemitismo. Nel mirino dei promotori dell’iniziativa c’era l’ipocrisia di vari “pacifinti” occidentali. Che si apprestavano a celebrare la ricorrenza dopo aver vomitato odio contro Israele per quasi un anno e mezzo.

Scritte shock a Roma contro l’antisemitismo
«Se Israele avesse bombardato i treni per Auschwitz, vi sareste schierati con Hitler». Questo, come riporta Il Riformista, il messaggio proiettato su una parete della Piramide Cestia e sul Palazzo della FAO a Roma la notte prima del 27 gennaio. Una data significativa, perché è quella in cui, nel 1945, veniva finalmente liberato proprio il campo di concentramento di Auschwitz.
Il j’accuse (è il caso di dirlo) proveniva dal “Progetto Dreyfus”, così battezzato in onore dell’omonimo capitano francese ingiustamente condannato nell’Ottocento solo perché ebreo. Ed era rivolto contro una serie di organismi le cui «campagne social, da mesi, bombardano gli utenti» tacciando «di genocidio» il Governo di Tel Aviv. «Non nominano nemmeno per sbaglio gli ostaggi israeliani strappati alle loro famiglie», e anzi alcuni «collaboravano con Hamas», il movimento perpetratore del pogrom del 7 ottobre 2023.
Il Giorno della Memoria… corta
Addebiti prevedibilmente negati dai diretti interessati, cominciando dall’Associazione Nazionale Partigiani Italiani che, per bocca del numero uno Gianfranco Pagliarulo, ha parlato di «vile e provocatorio delirio». Peccato che lo scorso 9 marzo l’istituzione da lui guidata avesse organizzato con la CGIL, proprio nell’Urbe, una manifestazione che chiedeva tra l’altro di «impedire il genocidio». Espressione che, en passant, aveva indotto Roberto Cenati, referente dell’ANPI Milano, a dimettersi in polemica coi vertici nazionali.
Bersagli principali della campagna capitolina, però, erano alcune ONG, come Amnesty International. Il cui portavoce italiano Riccardo Noury ha replicato che «accusare un’organizzazione per i diritti umani di violarli è ridicolo oltre che grave».
Eppure, l’ente ha stilato un report che incolpa esplicitamente lo Stato ebraico di «genocidio nei confronti della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza». E, per buona misura, ha ancora attiva sul proprio sito una petizione per lo «stop al genocidio di Israele contro la popolazione palestinese di Gaza».
Si capisce, dunque, perché Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, abbia esortato, come riferisce l’ANSA, all’uso corretto di termini come «genocidio, lager, affamare, nazista». Sono infatti «parole che hanno significati ben precisi incisi sulle nostre ferite e non possono essere lanciate per esprimere dissenso politico e denunciare fenomeni mai esistiti». E mai come quest’anno appariva necessario ricordarlo nel Giorno della Memoria… corta.