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Roma, negli ospedali non c’è obbligo ma le mascherine restano

Via l’obbligo di mascherine negli ospedali dal 1° maggio, e pure nelle principali strutture pubbliche capitoline

Mascherine negli ospedali

Via l’obbligo delle mascherine anche negli ospedali a partire da lunedì 1 maggio, come indicato nell’ultima ordinanza del ministero della Salute Orazio Schillaci.

A Roma però, almeno per il momento prevale la prudenza in tutti i reparti ospedalieri, mascherine su per personale sanitario, medici e per i pazienti in attesa.

Al San Camillo, come riporta Ansa, l’ordinanza del Ministro Schillaci è stata recepita ma si continua in ogni caso a indossare la mascherina, non solo nei reparti ma anche nelle sale del Cup. Difficile trovare persone a volto scoperto.

Reparti egli ospedali che restano blindati con l’obbligo di mascherine sono quelli con i pazienti più fragili, Rianimazione e Terapia intensiva mantengono l’obbligo di ffp2. In alcuni casi anche di guanti e camici protettivi.

All’Ospedale Gemelli di Roma anche nella sala d’attesa del pronto soccorso si registra il pieno di mascherine, nessuno dei pazienti in attesa ha il viso scoperto. Insomma, caduto l’obbligo pare che gli italiani abbiano comunque preferito la prudenza.

Roma, le nuove regole sulle mascherine negli ospedali dal 1° maggio

Con le nuove regole in vigore dal primo maggio scorso, via libera anche in ospedale per togliere le mascherine anche se l’obbligo di indossare la mascherina resta nei reparti ospedalieri a rischio, nelle Rsa e nelle strutture sul territorio di lungodegenza e riabilitazione, sia per il personale dipendente sia per i parenti in visita.

In particolare, l’ordinanza si riferisce a chi entra nei reparti sanitari che “ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi, specialmente se ad alta intensità di cura, identificati dalle Direzioni Sanitarie delle strutture sanitarie” e agli “utenti e i visitatori delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti“.

Chissà che, con l’arrivo del caldo e il conseguente calo delle malattie respiratorie che al momento attanagliano ancora buona parte della cittadinanza, la mascherina diventi un lontano ricordo.