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Roma, le gaffe della Raggi in epoca di coronavirus

“La città è in ginocchio”, afferma il sindaco, con particolare riferimento al settore turistico. Poi però dice di pensare a chi lavora in nero

Test per l’esame di giornalismo. Il candidato consideri i seguenti titoli e le seguenti dichiarazioni inerenti le (accresciute) tribolazioni di Roma in epoca di coronavirus:

a) «Raggi: “Roma in ginocchio, crisi arrivata prima del coronavirus”» (Adnkronos. Probabilmente perché, a differenza del patogeno, non doveva passare per il Raccordo).

b) «“Chiudo il negozio e non so quando riaprirò”: il malinconico ritorno a casa, in una Roma bellissima ma deserta per colpa del virus» (La Repubblica. «Solo va un uomo in frack»).

c) «Roma in “lockdown” per coronavirus: la città è deserta» (TgCom24. Tanto per mettere in difficoltà anche la lingua italiana).

d) «Durante i momenti di difficoltà il pubblico deve mettere mano al portafoglio» (il sindaco della Capitale Virginia Raggi. Potrebbe farlo affiggere come slogan nei locali della Città Eterna).

e) «Abbiamo alberghi che hanno visto cancellare le prenotazioni dal giorno alla notte fino a questa estate» (di nuovo il primo cittadino dell’Urbe. Che non si capisce se la ritenga una cosa positiva in quanto, per una volta, non è colpa sua).

f) «Roma, foto del giorno: “Ma andare a prostitute conta come spostamento urgente?”» (Il Corriere della Città. Purché si rispetti la distanza di un metro o si indossi la mascherina, senza scordare, dopo, di lavarsi le mani).

Ciò posto, il candidato commenti, esimendosi per quanto possibile dal prendere a testate la prima parete del circondario, la seguente dichiarazione rilasciata in diretta tv sempre da Virgy, che oltretutto, come aggravante, è pure avvocato: «Sono vicina anche a chi – sembra brutto dirlo – stava facendo un lavoro in nero e ora lo ha perso».

*Foto dal profilo Facebook di Virginia Raggi

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