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Roma in mano al racket della droga. Proviamo a legalizzare le droghe leggere

Come si fa a liberare Roma dal malaffare? È impossibile, perché lo spaccio di droga è un business fiorente e se cade una testa ce n’è subito un’altra a prenderne il posto

Controlli dei Carabinieri

Nei primi mesi dell’anno molti sono stati i fermi delle forze dell’ordine per spacciatori, in varie zone della città. Ma sono le ultime ruote del carro, che vede alla guida i signori del racket, spesso collusi con i poteri forti dello Stato, con finanza ed economia, dove reinvestono il denaro sporco della droga. Legalizzare le droghe leggere sarebbe l’unica arma efficace per fare loro un danno.

Il 3 aprile scorso, mentre si annunciava l’intento di Stato, Regione e Comune di riqualificare l’area di Tor Bella Monaca, il quartiere di Roma Casilina, controllato da famiglie dedite ai traffici illegali di droga, è stato fermato da un blitz di interforze antidroga, Amine Hafsa, di 21 anni, un famoso influencer che su Tik Tok conta 180mila followers, ovvero gente che lo segue come fosse un personaggio dal quale imparare qualcosa.

Ebbene il ragazzo italo tunisino è accusato di spaccio di crack e cocaina. La faccia da bravo giovane ce l’ha ma non è l’abito che fa il monaco e a neanche la “Bella Monaca”, infatti lui è uno dei 5 spacciatori usciti in manette dalle “torri “in via dell’Archeologia, nel corso dell’operazione svoltasi all’alba. Il caso pone all’attenzione di tutti il problema degli influencer e di un’assenza di normative chiare in proposito, le cui attività non sono mai del tutto chiare e talvolta cadono nell’illegalità. L’influencer marketing ha generato più di 20 miliardi di dollari nel mondo nel 2023. È diventato un mercato enorme e la sua regolamentazione è una priorità crescente per la società.

A Montespaccato due minorenni sorpresi con un kg di droghe

Tra gennaio e marzo sono diverse le operazioni antidroga che hanno mostrato come Roma sia ormai diventata uno dei centri di diffusione più attivi in Europa. A Montespaccato erano stato fermati due minorenni di 15 e 17 anni che a casa avevano un chilo di droga e che tentavano di spacciare. Cocaina, hashish e marijuana, come hanno mostrato i Carabinieri di Roma Montespaccato che da tempo avevano nel mirino l’attività di questi pesci piccoli, gli ultimi nella gerarchia dell’industria della droga che a Roma vede agire famiglie importanti dei clan calabresi, napoletani e siciliani.

In casa avevano anche contanti per 10.500 euro, probabilmente frutto della vendita degli stupefacenti. Il Giudice per le indagini preliminari ha convalidato l’arresto e ha disposto l’applicazione, rispettivamente, della misura cautelare della custodia in un istituto penale per minorenni e del collocamento in comunità. 

A Pantano un 38enne romano arrestato per spaccio con ingenti quantità di droghe in casa

Sempre in questo inizio di 2024, a metà febbraio, è stato trovato in casa con droga, pistole a salve e telefoni criptati un 38enne romano, già noto alle forze dell’ordine, gravemente indiziato del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Si tratta dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Frascati, d’intesa con la Procura della Repubblica di Roma, che durante un servizio di controllo antidroga, sono giunti all’abitazione dell’uomo, a Pantano (presso Monte Compatri), dove nel corso di una perquisizione hanno rinvenuto e sequestrato circa 400 grammi di cocaina, suddivisa in 160 dosi, pronte per essere vendute.

In casa c’erano anche due pistole a salve, due cellulari “criptati”, oltre a 656 euro in contanti, ritenuti provento dell’attività illecita. I militari, inoltre, hanno sorpreso la compagna dell’indagato mentre tentava di disfarsi di parte degli involucri di stupefacente, lanciandoli dalla finestra. Il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto e disposto per lui la custodia cautelare in carcere. 

A Santa Lucia trovati alcuni chili di stupefacenti. Tre arrestati.

Sequestrati, il 10 febbraio scorso, in una villa abbandonata in località Santa Lucia, sempre nell’area di Roma, alcuni chili di stupefacenti tra marijuana, hashish e cocaina. Ad eseguire l’operazione i poliziotti della Sezione antidroga della Squadra Mobile della capitale, che hanno scoperto nello stabile in stato di degrado, all’interno di alcuni appartamenti, le sostanze nascoste da chi ci abitava.

In particolare, nell’appartamento di un 58enne sono stati trovati circa 74 grammi tra cocaina, hashish e marijuana ed una Beretta calibro 22 con matricola abrasa; più di mezzo chilo di cocaina, 3 chili di marijuana e poco meno di 3 chili di hashish sono stati trovati in un magazzino in uso ad un 69enne; infine, nell’alloggio di un 30enne, sono stati trovati 19 grammi di cocaina ed il materiale per il confezionamento delle singole dosi.

Gli stupefacenti erano ben occultati all’interno dell’appartamento dell’edificio teoricamente abbandonato, i tre sospettati di spaccio sono stati arrestati

Tutti e 3 sono stati arrestati perché gravemente indiziati del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Mentre il solo 58enne dovrà rispondere anche della detenzione di arma clandestina. Gli arrestati sono stati posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. La Procura di Tivoli ha chiesto ed ottenuto, dal Giudice per le Indagini Preliminari, la convalida dell’operato della Polizia di Stato.

Il mercato non si ferma solo con la repressione, ci vorrebbe la legalizzazione almeno delle droghe leggere, come in altri Paesi, per colpire l’organizzazione criminale

Questi casi, che non sono i soli, dimostrano che l’attività di spaccio è fiorente in città e sfrutta persone di varie età ma accomunate dalla necessità di sbarcare il lunario, facendo anche attività illecite. Per questo gli spacciatori vengono scoperti e tenuti d’occhio nelle località più degradate della città ma i loro fornitori o sarebbe meglio dire i loro datori di lavoro, hanno altri privilegi e non vivono ai margini della società, statene certi. Solo che questi signori della droga godono di amicizie e collusioni con centri di potere economico e finanziario, quando anche politico, che li tengono al riparo dai fermi di Polizia e dal carcere, almeno finché non commettono qualche errore di sufficienza o di presunzione. 

Chi ha interesse a fare affari con i soldi sporchi delle organizzazioni criminali?

Come si fa a liberare la città dal malaffare? È impossibile, perché lo spaccio di droga è un business fiorente e se cade una testa ce n’è subito un’altra a prenderne il posto. L’unica strategia sarebbe quella di bloccare questo mercato di acquisto di droghe da parte dei clienti. Per questo c’è chi propone la liberalizzazione delle droghe leggere.

Far emergere allo scoperto questo mercato legalizzandolo, creerebbe un contraccolpo alla delinquenza e permetterebbe di controllare chi sono gli acquirenti cercando di scoraggiarne l’uso, come si fa con le sigarette e con l’alcool. Non legalizzare le droghe leggere serve solo a rimpinguare le casse della criminalità che lucra sul mercato clandestino. Se potessimo diminuire i guadagni della criminalità si ridurrebbero però anche gli investimenti in attività lecite che loro controllano e dove non sono i soli a trarne profitto.