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Roma, il giallo dei due telefonini sequestrati dopo l’incidente sulla Colombo: cosa nascondono

Due cellulari sequestrati dopo il tragico incidente sulla Colombo potrebbero rivelare chat, video e dettagli sulla folle corsa

Auto della Polizia di notte

Volante della Polizia di notte

Venerdì sera 24 Ottobre, su via Cristoforo Colombo, un incidente stradale si è trasformato in una tragedia. A perdere la vita è stata Beatrice Bellucci, 22 anni, mentre l’amica Silvia lotta ancora tra la vita e la morte in ospedale. L’auto su cui viaggiavano, una Mini, è stata tamponata a tutta velocità da una Bmw Serie 1 guidata da Luca Domenico Girimonte, ora denunciato per omicidio stradale. Accanto a lui, un coetaneo. Dalla vettura distrutta sono emersi due telefonini, subito sequestrati dagli inquirenti: il loro contenuto potrebbe rivelarsi decisivo per comprendere se la corsa folle fosse stata documentata in diretta, magari con video o chat condivise online.

I due cellulari sequestrati sulla Bmw: indagini sul contenuto

Gli smartphone appartengono a Girimonte e al passeggero. Non è escluso che fossero accesi e utilizzati proprio nei momenti immediatamente precedenti all’impatto. Le ipotesi investigative parlano di possibili registrazioni, video amatoriali o chat in cui i giovani commentavano la corsa. Per questo i vigili urbani attendono che i ragazzi forniscano i codici di accesso; in caso contrario saranno chiamati esperti informatici per estrarre comunque i dati dalle memorie interne.
Una procedura già seguita in casi simili, come quello degli youtuber di Casal Palocco, coinvolti nell’incidente costato la vita al piccolo Manuel Proietti lo scorso anno.

Corse clandestine a Roma: la nuova frontiera dei raduni illegali

L’inchiesta sull’incidente della Colombo si intreccia con un fenomeno che a Roma è sempre più diffuso: i raduni clandestini di auto e moto, organizzati per filmare imprese spericolate al volante. Non più semplici scommesse come negli anni ’90, ma veri e propri “eventi social” da condividere online.
Le immagini di auto lanciate a 300 km/h sul Grande Raccordo Anulare, manovre contromano sulle consolari o zigzag a velocità folli lungo arterie trafficate finiscono sulle piattaforme digitali, alimentando una pericolosa cultura dell’esibizionismo. La Colombo, dove è avvenuto il tragico schianto, è da tempo uno dei teatri preferiti di queste corse.

La mappa dei raduni nella Capitale

Secondo le forze dell’ordine, i punti caldi restano sempre gli stessi: Centocelle, Romanina, Anagnina, il Raccordo anulare. Qui non si trovano solo piloti improvvisati, ma anche appassionati di tuning, che sfoggiano impianti stereo esasperati, luci fuori misura e modifiche estreme alle carrozzerie.
Negli ultimi mesi, però, è emersa una nuova tendenza: i raduni lungo il Tevere, da Prati a San Paolo. A sorprendere è proprio la capacità di cambiare scenari, sfuggendo ai controlli e scegliendo luoghi inattesi, spesso in mezzo alla città.

Convocazioni via chat e pubblico sempre più giovane

I raduni vengono organizzati in chat private o attraverso canali social dedicati. Gli inviti circolano rapidamente, arrivando a decine di partecipanti e curiosi che si presentano a bordo strada per assistere alle gare. Tra loro, anche minorenni. Non mancano gli episodi davanti a grandi spazi come il centro commerciale “Da Vinci”, tra Fiumicino e Ponte Galeria, dove decine di persone sono state denunciate per “organizzazione e partecipazione a competizioni non autorizzate”.
L’obiettivo non è tanto la vittoria in gara, quanto riprendere il tachimetro che sale, filmarsi al volante e guadagnare visibilità online.

L’appello dei Carabinieri

Carabinieri, polizia e vigili urbani hanno intensificato i controlli su strada e nel web. Monitorano forum, chat e social network per intercettare i messaggi di convocazione e provare a bloccare gli eventi sul nascere. Ma il fenomeno si muove con rapidità, rendendo complicato intervenire sempre in tempo.
Carmine Caforio, segretario generale dell’Usmia Carabinieri, ha lanciato un appello: «È il momento di unire davvero le forze in modo da intercettare, segnalare e fermare in tempo reale i criminali della strada».

Un fenomeno che non accenna a fermarsi

Nonostante gli arresti, le denunce e i sequestri, il fenomeno delle corse clandestine a Roma continua a crescere, alimentato dalla ricerca di adrenalina e soprattutto dalla voglia di esibizione sui social. L’incidente sulla Colombo, con il suo tragico bilancio, potrebbe diventare un caso simbolo: il contenuto dei telefonini sequestrati potrà chiarire se la folle corsa sia stata anche un tentativo di autocelebrazione da condividere online.