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Roma è una città avvilita, ma San Giovanni resta un quartiere aperto al mondo, la piazza della libertà

San Giovanni è trendy anche perché ospita la Gay Street di Roma, un’area pedonale di 300 metri in cui passeggiare, mangiare, fare shopping e divertirsi in locali gay friendly

Basilica di San Giovanni in Laterano

Basilica di San Giovanni in Laterano

Un quartiere che ha segnato la storia recente di Roma, fin dagli anni ’70, quella piazza ha visto migliaia di giovani, di gente in lotta e in festa con il cuore gonfio di speranza. Oggi Roma è una città avvilita, plumbea, chiusa nei suoi problemi, con difficoltà ad avere dei sogni. Ma San Giovanni resta un faro di luce.

Per tutti gli anni ’70, e anche per i seguenti anni, San Giovanni è stata più che altro una piazza, il punto di arrivo di ogni manifestazione studentesca, di lavoratori, di chi veniva a Roma per esercitare il diritto di protestare, rivendicare e difendere i propri diritti. La basilica e il vasto complesso che comprende il Palazzo Pontificio, il Palazzo dei Canonici, il Pontificio Seminario Romano Maggiore e la Pontificia Università Lateranense, godono tutti della extraterritorialità come residenza della Santa Sede.

Ma per molti come me che avevano intorno ai 20 anni nel ’68, quel quartiere e quella piazza hanno sempre avuto un significato preciso nella vita e nella nostra storia d’Italia al di là di quello religioso. Si tratta di un quartiere grande e popoloso, conta più di 60mila abitanti, dal quale non puoi prescindere e non solo per la sua storia, per i concerti del 1° Maggio, per altre manifestazioni per i diritti civili, tante battaglie femministe, che sembra non ci siano mai state, per come va la società italiana oggi, ma io ed altri sappiamo che si sono fatte e tanta gente ci ha perso anche la vita.

San Giovanni è uno dei più importanti e popolosi quartieri di Roma

Comunque siamo qui per parlare del quartiere di Roma dal quale inizia la via Appia Nuova, una strada consolare importante, con negozi di abbigliamento e accessori in cui fare acquisti oltre alle catene della grande distribuzione: Zara, Calzedonia, Intimissimi, ma anche Coin. Nella sua prosecuzione appena fuori città, l’Appia corre parallela per un tratto all’Appia Pignatelli e all’Appia Antica, che invece parte da Porta Appia, collocata nelle Mura Aureliane. Originariamente la via Appia di Roma Antica partiva dal Foro e attraverso le mura serviane fino a Porta Capena lasciava la città e seguiva dritta per arrivare a Brindisi, attraversando tutto il sud, Napoli e Bari comprese.

Se venisse organizzato un Cammino sul modello dei pellegrinaggi che si recavano in Terra Santa, che spettacolo sarebbe, altro che Camino di Santiago! Un viaggio dello spirito, della scoperta, della storia, dell’arte e della cultura ancora più ricco e interessante di quello spagnolo.

L’Appia Antica un paesaggio pittorico che ispirava gli artisti del Grand Tour

La Via Appia Antica era considerata dai romani la “regina delle strade“, una delle più grandi opere di ingegneria del mondo antico per l’enorme impatto economico, militare e culturale che ebbe sulla società romana. Nella campagna lussureggiante, fuori città, dove restano vestigia ammirabili ancora adesso, l’Appia antica corre in una zona particolarmente affascinante, che non a caso ospita alcune tra le più belle ville e residenze di lusso di artisti famosi.  Ma San Giovanni ha poco a che fare con quel lusso. Quasi l’ha sempre ignorato. Punto vitale del quartiere è invece il mercato di via Sannio, mercatino dell’usato, dove una generazione s’è vestita con i jeans scampanati e l’eskimo, dove si compravano camice attillate con le pence sui fianchi e i foulard alla Lucio Battisti.

Ancora oggi è un mercato dove si cercano occasioni a basso costo. È il quartiere del cinema Paris, è prossimo con via Merulana al Teatro Brancaccio, luogo storico della prima esibizione dei Beatles a Roma, prossimo a piazza Vittorio, punto multietnico che ha visto tante trasformazioni negli anni e che ha anche significati esoterici.

San Giovanni è un quartiere aperto al mondo: cinesi, arabi, latino americani e anche iraniani, in tanti si sono “romanizzati” in quel quartiere

I miei ricordi si legano a una splendida famiglia allargata, che abitava in una traversa tra via Merulana e Piazza Vittorio, che faceva perno sulla mitica Trixie, un nomignolo che ingentiliva il già romantico Beatrice. Era (ed è) argentina di origine gallega (Galizia, Spagna), nata porteña (di Buenos Aires), portata qui per la fuga dalla dittatura del generale Vileda, che dovettero fare molti suoi connazionali per non finire nell’oceano desaparecidos. Lei fiera difensora dei diritti civili, donna e madre di 5 figli, avuti da tre mariti diversi. Il primo era Pino Solanas, regista democratico, inviso al regime ed emigrato a Parigi. Erano quelli anche gli anni del golpe della Cia in Cile e l’assassinio di Allende (1973), dei conseguenti profughi cileni e delle canzoni degli Inti Illimani, fissi come una cambiale in ogni manifestazione libertaria.

Andare a casa di Trixie, per me all’epoca, era un bagno di libertà a 360°. Libertà di pensiero e amore erano i sentimenti che si respiravano in quella casa sempre disordinata (come tutte le cose belle della vita) e densa di figli, cani, gatti e amici e mariti e nuove compagne con altri figli. Qualcosa che nel pieno degli anni ’75-‘80 in Italia era ancora visto di sott’occhio e con molti nasi che si storcevano. Così per me San Giovanni è ancora di più un grido di libertà e non posso pensare a quel quartiere, senza che mi venga in mente Trixie e la sua grande famiglia, ora ricongiuntasi tra Buenos Aires e Montevideo, mentre una piccola parte è rimasta a Roma.

Un quartiere con antichità, palazzi rinascimentali, viali moderni, tanto verde e anche aree agricole

San Giovanni, il nono quartiere di Roma, il cui nome ufficiale è Appio-Latino, come molti altri quartieri di una città antica vive dei contrasti tra architetture moderne e rovine antichissime, dove edifici del ‘500 si innalzano sulle strade ricoperte da sanpietrini e con i grandi viali che conducono alle basiliche e alla stazione Termini.  

Oggettivamente è uno dei vari centri di Roma. Spesso quando diciamo centro ci riferiamo a Piazza Venezia, a Piazza del Campidoglio e alle vie circostanti ma il centro di Roma è uno dei più grandi del mondo ed include molte altre piazze e vie e quartieri tutti altrettanto importanti. Fuori da quell’area che rientra poi nella ZTL (con accesso limitato) ci sono altri centri, come il quartiere africano, come Parioli, Piazza Mazzini, Piazza Bologna, Monteverde e come San Giovanni. Tutti centri importanti per ragioni diverse. Passeggiare per San Giovanni significa immergersi nel verde del Colle Oppio e più avanti circondati dalla storia in via Latina e via Appia Antica, tra ville patrizie e catacombe paleo cristiane, cisterne ipogee e sepolcri e mura come quelle aureliane.

Il Parco della Caffarella è un esempio di “agricoltura in città” e Roma ha il primato delle aree agricole nel suo comune. Dall’altro lato le Terme di Caracalla, utilizzate per tre secoli dagli antichi romani, fino all’arrivo dei Visigoti che distrussero l’acquedotto che le alimentava ma ancora si possono osservare il calidarium, il frigidarium e il tepidarium per comprendere che le moderne Spa non hanno inventato niente e che Roma non ha niente da imparare da nessuno.

Qualsiasi italiano abbia partecipato a qualche manifestazione è venuto a san Giovanni

Tutta l’Italia conosce San Giovanni perché è qui che si danno appuntamento i manifestanti che arrivano dal nord e dal sud del paese quando c’è da organizzare una manifestazione. Magari i pullman li lasciano alle fermate della Metro in periferia o a Castro Pretorio per poi ritrovarsi da percorsi diversi nella grande spianata di piazza San Giovanni tra la statua di San Francesco e la Basilica di San Giovanni in Laterano. Lì si tiene anche il famoso Concerto del 1° maggio, che vede coinvolti gruppi musicali italiani e internazionali.

San Giovanni è ancora più trendy perché ospita la Gay Street di Roma, un’area pedonale di 300 metri in cui passeggiare, mangiare, fare shopping e divertirsi in locali gay e gay friendly. Il locale più famoso si chiama Coming Out ed è aperto tutti i giorni dalle 7 del mattino alle 2 di notte.

Una grande varietà di spizzichi e bevute e soprattutto il regno del Tiramisù

È un quartiere che offre una vasta scelta tra pizzerie, trattorie, enoteche, ristoranti vegetariani ed esotici. Le Officine San Giovanni sono una specie di museo dedicato al motociclismo italiano, con arredi vintage e un vero e proprio Guzzi Official Store.

Come molti altri quartieri di Roma anche a San Giovanni non mancano trattorie, osterie e ristoranti di carne e di pesce dove passare la serata e provare etichette anche illustri di vini e spumanti italiani e francesi delle migliori etichette, con una selezione di salumi, formaggi, carni e dolci.

Una tappa importante, per i romani che conoscono le tappe fondamentali della gastronomia locale è da Pompi, considerato il Regno del Tiramisù, luogo ideale per una colazione calorica, dove hai tutte le versioni possibili del famoso dolce trevisano che ha invaso il mondo. Il classico, oppure alle fragole, al pistacchio, alla nocciola e alla banana e cioccolato.

L’obelisco della piazza è il manufatto più antico che possiamo trovare a Roma

La basilica di San Giovanni in Laterano è la chiesa più antica al mondo. Pochi lo sanno. Ma risale al IV secolo dopo Cristo ed una delle quattro basiliche papali di Roma e ritenuta la più importante basilica nel mondo occidentale. Detta anche “la madre di tutte le chiese”.  Un importante punto di incontro della cristianità e di quanti giungono a Roma per godere dell’arte e delle bellezze storiche della città. La piazza omonima ospita l’obelisco monolitico più alto del mondo.

È alto 32,18 metri ma con il basamento e includendovi anche la croce raggiunge i 45,70 metri. È uno dei tredici obelischi antichi presenti a Roma e venne collocato nella sede attuale per merito di papa Sisto V. Lo rinvenne spezzato in tre parti nel 1587 l’architetto Domenico Fontana, assieme all’obelisco Flaminio.  Un monolite trafugato dai romani in Egitto, dal tempio di Amon-Ra a Tebe (Karnak), dove era stato realizzato dai faraoni Tutmosis III e Tutmosis IV nel XV secolo prima di Cristo. Per questo è forse il manufatto più antico che possiamo trovare a Roma, più antico della stessa città.

Nella basilica si trovano opere di Giotto e Bernini e il Sancta Sanctorum con le reliquie sacre per la chiesa cattolica

Tra le preziose opere d’arte presenti all’interno, ci sono l’affresco di Giotto che raffigura papa Bonifiacio VIII che indice il primo Giubileo, un soffitto a cassettoni, il pavimento composto di marmi pregiatissimi e la navata centrale realizzata da Bernini, con le maestose statue dei 12 Apostoli conservate dentro grandi nicchie sostenute da colonne. A pochi passi dalla Basilica, c’è il Santuario della Scala Santa, composta da 28 scalini, che secondo la tradizione, sarebbero stati percorsi da Gesù per recarsi da Ponzio Pilato meta secolare di pellegrinaggio.

Alla sommità della Scala, quello viene considerato il luogo più santo del mondo, la famosa cappella detta Sancta Sanctorum. Sopra l’altare c’è un’iscrizione latina con la scritta Non est in toto sanctior orbe locus (non esiste luogo più santo in tutto il mondo).

Le reliquie sono un aspetto della religione, appartenente a un passato dove elementi macabri e superstiziosi avevano più valore di quelli spirituali

Qui si trovano reliquie considerate preziosissime dalla chiesa cattolica. Si tratta di oggetti altamente improbabili trasferiti da altre sedi in tempi diversi, ma che i cattolici ritengono siano vere. Per esempio ci sarebbero l’Arca dell’Alleanza, le Tavole della Legge, il santo ombelico e il santo prepuzio di Cristo, i suoi sandali, il triclinio dell’ultima cena e un pezzo del pane che venne servito, il bastone con cui Gesù veniva colpito, le teste di San Paolo e San Pietro, la spalla di San Matteo, la mascella di San Bartolomeo e le teste di Sant’Agnese ed Eufemia. Si suppone che i gradini della scala provengano dal Pretorio di Gerusalemme e ci sarebbero anche due colonne del Tempio di Salomone.

Altre reliquie si trovano in Santa Croce in Gerusalemme e si riferiscono ad oggetti rinvenuti sul Monte Calvario dopo la crocefissione di Cristo e dei due ladroni

Un’altra meta è la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, antica residenza di Sant’Elena, famosa in tutto il mondo cattolico per custodire le Reliquie della Passione di Cristo, ritrovate sul monte Calvario. Nella Cappella delle Reliquie sono conservati, secondo la leggenda: frammenti della croce di Cristo, la croce di uno dei due ladroni, un pezzo della corona di spine, un chiodo della croce, il famoso Titulus Crucis e il cartello con la scritta INRI che venne collocato sulla croce di Gesù. Nella Basilica di San Clemente, sono importanti i mosaici del Trionfo della Croce nell’abside, gli affreschi della Cappella di Santa Cecilia risalenti al Rinascimento e gli scavi archeologici.