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Roma e l’emergenza rifiuti, per Ama è colpa dei cittadini

Produrrebbero troppa immondizia: nei primi mesi del 2018 ci sarebbe stata una vera e propria “impennata” in tal senso

Gli abitanti della città eterna producono troppa immondizia. È con questa giustificazione che Ama, la municipalizzata del Comune di Roma, domenica scorsa ha scelto di “difendersi” e di spiegare la nuova emergenza rifiuti a Roma.

In un comunicato ufficiale, l’azienda ha infatti fatto sapere che da gennaio 2018 si è verificata “un'inaspettata e considerevole impennata nella produzione di materiali ‘scartati' da residenti, lavoratori pendolari e turisti della Capitale”. Ben 17.000 tonnellate, ovvero il 3% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E per la prima volta dopo 7 anni, periodo in cui si era registrata una costante diminuzione della produzione di rifiuti, ha avuto luogo un brusco aumento, sia per ciò che concerne la raccolta differenziata sia quella indifferenziata.

Il periodo più critico sarebbe stato aprile, in cui c’è stato un picco di produzione dell’immondizia che ha superato dell’8% quella dello stesso mese del 2017. Anche il primo maggio ha visto “Dati di raccolta insolitamente alti”, con ben 500 tonnellate di rifiuti in più rispetto all’anno precedente.

Ma tutto ciò basta davvero a giustificare lo scempio davanti a cui cittadini e turisti si trovano basiti ogni santo giorno?

Ama sostiene di fare i salti mortali per far fronte alla drastica situazione, con turni lavorativi raddoppiati anche durante le festività. E che presto si vedrà finalmente luce: “Tutte le situazioni più critiche si stanno progressivamente recuperando per un veloce rientro alla normalità previsto per i prossimi giorni. Sono stati programmati giri supplementari di pulizia, anche nel pomeriggio odierno, attorno alle postazioni di raccolta svuotate dai mezzi compattatori, se e dove necessario” è scritto nel comunicato.

Comunque “Roma continua a differenziare registrando nel primo trimestre del 2018 un 44,8% di materiali riciclabili recuperati (rispetto al 44,4% dell’anno precedente)”. Magra consolazione se le nostre strade sono ancora stracolme di maestose montagne di lerciume.

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