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Roma e Firenze, immigrati terrorizzano con coltelli e pali di ferro: è questa l’integrazione?

Degrado, solitudine, mancata integrazione sociale e opportunità professionali, questi gli elementi che fanno da detonatore alle esplosioni di violenza avvenute in questi giorni

Degrado, solitudine, mancata integrazione sociale e opportunità professionali, sicuramente questi gli elementi che fanno da detonatore alle esplosioni di violenza avvenute in questi giorni a Firenze e Roma.

Immigrati terrorizzano le città con coltelli e pali di ferro

Il 24 giungo, alla stazione Santa Maria Novella di Firenze un immigrato ha impugnato un palo di ferro (quelli che si usano per recintare le zone dei lavori in corso), è salito sul tetto di una vettura e ha iniziato a colpirla urlando senza controllo.

E’ accaduto alle 10 di mattina, quando sono intervenuti gli agenti della polizia invitando l’uomo a stare calmo. Solo quando il palo di ferro finalmente gli sfugge di mano i poliziotti sono scattati per ammanettarlo.

Indagato il poliziotto che ha sparato al ghanese armato

Intanto è indagato per eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi il poliziotto che lo scorso sabato ha sparato ad un ghanese di 44 anni che brandiva un coltello alla stazione Termini. Per la procura si tratta soltanto di un atto dovuto in vista delle verifiche di rito.

L’uomo aveva già precedenti per azioni violente, minacce, per avere deturpato statue e lanciato bottiglie contro il centro islamico di San Vito. L’individuo si aggirava nella zona dello scalo ferroviario impugnando un coltello da cucina e saltando sui motorini. Il poliziotto gli ha dunque sparato alle gambe.
Per la stessa motivazione di procedimento formale gli è stata anche ritirata la pistola di ordinanza. Nel frattempo al soggetto che impazzava con l’arma in mano seminando il panico viene scalata l’ipotesi di tentato omicidio. Dovrà rispondere infatti solo di porto abusivo d’armi e resistenza al pubblico ufficiale.

Appare sempre più urgente, stando a quanto dimostrano i fatti di cronaca, ripensare quelle politiche che definiamo di accoglienza da un lato. Ma anche le leggi in merito al confine tra sicurezza della cittadinanza e garanzie di tutela delle forze dell’ordine ed eccesso della stessa.

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