ROMA DIMENTICATA – C’è un villaggio medievale distrutto da un’epidemia, oggi è un labirinto di rovine | Nessuno osa ristrutturarlo

Alla scoperta di Galeria Antica, conosciuta come "città fantasma" - Romait.it - foto Canva
Nel cuore della campagna romana si cela la misteriosa città fantasma, conosciuta però solo dagli abitanti della zona circostante.
Il fascino della Capitale è innegabile, complici le innumerevoli attrazioni storico-culturali che ogni anno riescono ad attrarre milioni di visitatori, gran parte dei quali internazionali. Del resto Roma è indubbiamente una delle città più famose e importanti, soprattutto da un punto di vista geopolitico.
Oggi però vogliamo parlarvi di una delle aree meno conosciute ma non per questo di minore bellezza. Infatti nella periferia si nascondono decine e decine di gioiellini naturali e spesso caratterizzati da una storia a dir poco accattivante.
E’ il caso di un antico villaggio di origine medievale, che nel corso degli anni è stato utilizzato più volte come set cinematografico. Stiamo parlando di Galeria Antica, soprannominata città fantasma a causa della sua triste e travagliata fine.
La tragica storia di Galeria Antica
Un tempo chiamato Careia, il piccolo borgo si è formato a seguito delle colonizzazione etrusca, per poi passare nelle mani dei Romani. Successivamente l’area è stata completamente distrutta, anche se grazie ai Conti di Galeria, quest’ultima ha ripreso vita.
Nel 1700 però il paesino laziale è stato lasciato completamente a sé stesso, assumendo dunque l’appellativo di “città fantasma”. Gli abitanti si sarebbero allontanati a causa di una epidemia di malaria, che avrebbe decimato la popolazione del posto. Per questo motivo si sarebbero poi stabiliti ad un chilometro di distanza fondando la cittadina di Santa Maria Galeria Nuova.

La leggenda del fantasma
La presunta malaria che ha colpito la zona secoli fa costringendo la popolazione ad abbandonare Galeria Antica, ha portato alla nascita di una intrigante leggenda, che vede come protagonista un fantasma chiamato “Senz’affanni”. Quest’ultimo non sarebbe altro che lo spirito di uno degli abitanti morto durante la devastante epidemia del diciottesimo secolo.
Ebbene, ogni anno, durante il periodo invernale, l’uomo tornerebbe nel borgo in sella ad un cavallo bianco, aggirandosi tra le varie rovine, e dedicando una serenata alla sua amata. Questa storia sarebbe stata confermata da alcune persone, che hanno dichiarato di aver sentito un lamento insieme ad un rumore simile a quello emesso tipicamente dagli zoccoli di un cavallo.