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ROMA – Addio anche al Tevere: parte il nuovo piano per “bonificarlo” e lo chiudono, forse non sai che a pagarlo sei tu | Cifre da capogiro

Tevere - Pexels - Romait.it

Il Tevere sta per essere un lontano ricordo. Scopri quanto tempo hai a tua disposizione per salutarlo per sempre.

Immaginate un futuro non troppo lontano: una Roma senza più il Tevere accessibile. Senza passeggiate al tramonto sulle banchine, senza bancarelle estive, senza le rassegne culturali che da anni trasformano le rive in luoghi vivi e partecipati. In cambio: transenne, cantieri, zone interdette ai pedoni, accessi limitati.

Questo è lo scenario che si profila con l’avvio del nuovo piano strategico del Tevere, una maxi-operazione urbanistica che parla il linguaggio della bonifica ambientale, ma che nei fatti rischia di chiudere per sempre e, irrimediabilmente, uno dei simboli della città.

La realtà per ora è un cantiere a cielo aperto. Con buona pace dei romani che amano vivere il fiume come spazio pubblico, condiviso e libero. Il Tevere verrà chiuso, pezzo dopo pezzo, per il suo bene, dicono. Intanto, spariscono le aree dove fare jogging, organizzare eventi o semplicemente sedersi a guardare l’acqua scorrere.

Ma che cosa succede davvero?

La parola bonifica fa pensare a un gesto virtuoso. Ma dietro le recinzioni e i rendering entusiastici si cela un’altra verità: i lavori saranno pagati con soldi pubblici. Quindi si intende anche soldi tuoi. Cittadini, contribuenti, romani o meno, chiunque versa tasse a vario titolo, sarà in qualche modo coinvolto.

È il classico paradosso delle opere monumentali: paghiamo per non usare. Nei prossimi mesi, le rive del Tevere diventeranno ostaggio delle ruspe. I commercianti che sopravvivono con i chioschi sul lungotevere si troveranno tagliati fuori. I turisti che cercano la Roma romantica dei ponti e delle lanterne torneranno a casa con foto di betoniere.

Turisti – Pexels – Romait.it

Addio al Tevere

Il Campidoglio ha approvato ufficialmente il piano strategico del Tevere, per una cifra superiore ai 180 milioni di euro. A metterli saranno il PNRR, fondi comunali, fondi regionali. In pratica, un insieme di risorse pubbliche che coinvolge anche i cittadini, direttamente e indirettamente. Il progetto ha tre obiettivi: transizione ecologica, mobilità sostenibile e riorganizzazione urbana con nuove centralità da creare lungo il fiume.

Tra le priorità c’è anche la messa in sicurezza idraulica e il contrasto al degrado, ma la domanda resta: non si poteva migliorare senza chiudere tutto? Secondo l’assessore Veloccia, il Tevere sarà trasformato in una vera “infrastruttura verde e blu”. Ma intanto, a Roma, il fiume è diventato l’ennesima vittima dell’urbanistica da vetrina. Belle parole, mega budget, accessibilità futura. Ma per ora, solo transenne. Romatoday.it ha diffuso le informazioni.