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Roma a 30 km/h: zone in arrivo, ma la burocrazia rallenta gli autovelox

Dal 3 settembre è partita la fase di test della durata di un mese. In questa fase i rilevatori raccolgono dati e vengono tarati, ma le multe non vengono emesse

Roma, traffico in via Nazionale

La sicurezza stradale è un’emergenza globale. Ma a Roma, la sirena suona ogni giorno più forte, nel cuore della cronaca che conta vittime e velocità fuori controllo. Si cerca un “tampone” efficace: un autovelox piazzato dove si corre troppo, anche dentro una zona 30. Tuttavia, all’ombra del Colosseo, l’iter per installarne uno può durare mesi, se non anni, e nelle zone appena trasformate in 30 km/h, il controllo resta soltanto un consiglio, senza effetti concreti.

I limiti imposti dalla norma nazionale

Il Codice della Strada — articolo 142, comma 2 — assegna ai Comuni la possibilità di fissare limiti inferiori a quelli generali (50 km/h nei centri abitati), ma solo in «determinate» strade, e a patto di seguire le direttive del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (MIT). Il MIT può addirittura annullare i provvedimenti locali se contrastano con i criteri nazionali. In pratica, la decisione di abbassare a 30 km/h resta subordinata a un’istruttoria tecnica, che può incidere su strade scolasticamente trafficate o già considerate pericolose — non lungo percorsi che però diventano “zona 30” per scelta politica prima ancora che tecnica.

Il decreto che blocca gli autovelox nei 30 km/h

Anche volendo installare un controllore elettronico della velocità — fisso o mobile — in una zona 30, la normativa 2024 (decreto interministeriale del MIT e del Viminale) lo vieta nei tratti dove il limite è inferiore a 50 km/h o a 20 km/h sotto il limite ordinario generalizzato. Il decreto stabilisce inoltre distanze minime tra cartello e dispositivo e tra dispositivi stessi. Risultato: nelle “zone 30” appena istituite, l’apparecchio non può essere piazzato, rendendo vano il tentativo di far rispettare il limite.

Roma accelera — ma la macchina si inceppa

L’amministrazione guidata da Eugenio Patané ha annunciato interventi fatti su misura per frenare la strage stradale. Da settembre 2025, è in atto un piano che prevede la taratura e la messa a regime di circa 60 nuovi autovelox, fissi e mobili, insieme ai 20 già in funzione della Polizia Locale.

Fase di pre-esercizio

Dal 3 settembre è partita la fase di test (pre-esercizio) della durata di un mese. In questa fase i rilevatori raccolgono dati e vengono tarati, ma le multe non vengono emesse.

Dove?

  • Tangenziale Est (via del Foro Italico): due autovelox fissi, uno per ogni direzione di marcia.
  • Viale Isacco Newton: controllo bidirezionale sulla direttrice dell’asse urbano.
  • Via del Mare: riattivazione del Tutor per la velocità media.

Inoltre, entro l’autunno, verranno attivati dispositivi Vista Red ai semafori in almeno 26 piste di attraversamento per monitorare chi passa con il rosso.

Il piano zone 30: tante vie, scadenze diluite

Non solo dispositivi. La Capitale si trasforma: 52 strade in diversi municipi — Centro, II, IV, V, VII, VIII — diventeranno “zone 30” nel periodo tra novembre e dicembre 2025. Il centro storico, in particolare, diventerà una grande ZTL con limite massimo a 30 km/h già da settembre 2025, grazie a una delibera ormai pronta.

Le strade interessate

Alcuni esempi:

  • II municipio: via Reggio Calabria, via del Castro Laurenziano, via di Villa Ada.
  • IV municipio: via Filippo Meda, via Recanati.
  • V municipio: via di Villa Serventi, via del Pigneto, viale Agosta, via dei Gelsi, via delle Robinie, via Achille Vertunni.
  • VII municipio: viale dei Consoli, viale San Giovanni Bosco, via Giuseppe Salvioli, via Amantea, via Casignana, via Gasperina, via Genzano, piazza Villa Fiorelli.
  • VIII municipio: via dell’Arcadia, via Andrea di Bonaiuto.

Quando l’iter è lungo… anche per riattivare un tutor

L’amministrazione ricorda che, nel caso della riattivazione del Tutor su via del Mare, l’iter ha richiesto due anni per completarsi. La burocrazia richiede prove statistiche, richieste in Prefettura, bandi per acquisto e omologazione: un percorso lungo e incerto.

Roma oggi cammina sul filo di un paradosso: ha l’urgenza, le risorse e la volontà politica di intervenire su sicurezza e moderazione della velocità, ma si arena nella palude normativa. Le “zone 30” diventano ufficiali, ma senza strumenti efficaci per farle rispettare. Gli autovelox sono annunciati, ma restano bloccati nella loro installazione.

Se davvero la Capitale vuole fermare l’emorragia di vite sulle sue strade, serve meno politica di facciata e più velocità reale — procedurale e operativa.