Rischi GRAVISSIMI per chi si tuffa qui | Sembra i Caraibi e invece è un inferno, nel Lazio tutti impauriti

La pericolosità delle spiagge bianche situate in Toscana - Romait.it - foto Canva
Un pezzo di litorale toscano rischia di diventare molto pericoloso per i bagnanti: ecco il motivo che li spinge a scegliere altre spiagge.
Con l’arrivo della stagione estiva, sempre più persone si fiondano sulle meravigliose spiagge italiane per godersi un po’ di sole e immergersi tra le splendide acque che bagnano il Bel Paese. Anche i turisti non sono da meno: a milioni ogni anno desiderano ammirare le innumerevoli bellezze naturali facendo due tuffi nei nostri mari.
Non tutte le spiagge però sono considerate così attraenti, sebbene ventino dei colori a dir poco caraibici. In particolare ce n’è una che da tempo è finita nell’occhio del ciclone mediatico e per una ragione ben precisa.
Quest’ultima si trova in Toscana, ed è soprannominata spiaggia bianca a seguito della tonalità assunta dalla sabbia che ricopre la fetta di litorale. Ma come mai i residenti sono i primi a starne alla larga? La risposta è stata oggetto di numerose controversie.
Una spiaggia… deserta
Oltre a vantare attrazioni storico-artistiche da capogiro, la nota regione dell’Italia centrale ospita anche le cosiddette spiagge bianche, un tratto di costa lungo circa 5 km. E fin qui non ci sarebbe nulla di strano o diverso rispetto ad altre zone dello stivale.
Negli anni però quest’area è stata spesso al centro di polemiche a seguito della sua vicinanza con lo stabilimento industriale di Rosignano Solvay, appartenente all’omonima società belga. Nel diciannovesimo secolo, questa zona, fino a quel momento pressoché disabitata, ha subito una forte rivalutazione, complice la costruzione della ferrovia e la progettazione dello stesso stabilimento.

Uno stabilimento controverso
Nel tempo lo stabilimento si è occupato della lavorazione di diverse materie prime, ma i problemi sono arrivati con gli scarti di produzione, che dagli inizi ad oggi sono stati rilasciati in mare. In gran parte si tratta di residui di calcare, che hanno conferito alle acque e alle spiagge il caratteristico colore caraibico. Purtroppo insieme ai suddetti sono stati scartati anche metalli pesanti, tra cui il cromo e il mercurio.
Sebbene l’azienda abbia progressivamente abbandonato i processi produttivi più inquinanti, molti residenti hanno ancora delle grosse remore nel frequentare questo pezzo di litorale, che continua ancora oggi a registrare alti livelli di inquinamento.