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Roma, rimessa Atac Montesacro: la casa degli sprechi

La denuncia del presidente del sindacato Cambia-Menti m410: filobus non funzionanti, pochi operai, molti soldi buttati

A Montesacro, dietro piazza Sempione, c’è una rimessa filoviaria di proprietà di Atac. Una struttura nuova, nata nel 2004.  All’interno di questa struttura, “fanno bella mostra di sé – spiega Micaela Quintavalle, presidente del sindacato Cambia-Menti M410 – 30 filobus che vengono utilizzati per il servizio del 90 Express su via Nomentana. È scioccante – aggiunge la Quintavalle – per noi sapere che di quei 30 filobus pagati 900.000 euro cadauno, solo 4 o al massimo 7, quando l’aria condizionata decide di fare il suo lavoro, siano funzionanti”.

Il motivo del loro non-funzionamento? “Le batterie, da 300.000 euro l’una – spiega Micaela – sono andate. Solo che non sono andate perché fisiologicamente usurate. Questi filobus sono per metà ungheresi (Ganz) e per metà polacchi (Solaris, che si occupa più che altro di allestimento). I tecnici ungheresi erano stati chiari: le batterie funzioneranno bene se e solo se il mezzo sarà attaccato al filo. I tratti in cui non sarà attaccato al filo dovranno essere brevissimi altrimenti si romperanno presto. Sempre gli ungheresi proposero una soluzione con una duplice batteria: quella da utilizzare a vettura attaccata ai fili e quella per la vettura in movimento non sulla rete aerea. Ma ATAC disse di no, disse che costava troppo” – incalza la Quintavalle.

Circa 25 filobus, quindi, sono fermi ogni giorno. E sono tutti – come si dice in gergo – ‘sciacallati’. Ovvero: “vengono aperti per utilizzare pezzi per ripararne altri. In questo deposito, che potrebbe davvero essere il fiore all’occhiello del trasporto pubblico del centro di Roma manca una officina attrezzata. Al di là di viti e bulloni, non ci sono pezzi di ricambio. L’attrezzatura che hanno questi poveri meccanici è assolutamente nulla”.

Inoltre, “in questo deposito adesso lavorano solo 7 meccanici. Con le ferie e la ciclazione sono solo 5” – aggiunge la Quintavalle. 5 meccanici che però, nonostante tutto, mostrano di essere volenterosi e disponibili, mettendo se stessi al servizio del cambiamento. “Come sempre – continua la leader del sindacato – se tutto dipendesse dai lavoratori veri e non da chi scalda le poltrone, sindacalisti inclusi, tutto andrebbe nel verso giusto”.  

In questa rimessa, non è solo la questione filobus a viaggiare su binari sbagliati. Prima, infatti, gli operai erano di più. “Fino a poco tempo fa c’erano operai esterni specializzati che hanno lavorato in ATAC per 15 anni. Recentemente, però, sono stati mandati a casa – continua la Quintavalle, che, proprio per questo, si dice favorevole alle – internalizzazioni. Nel senso che quegli operai specializzati andavano assunti e basta. E se davvero volessero risparmiare sulle esternalizzazioni, metterebbero qualche amministrativo ad occuparsi, per esempio, del settore pubblicitario che ci costa una cifra immensa. Invece non solo non hanno assunto questi operai specializzati mandando a casa padri di famiglia con figli, ma li hanno messi a fare affiancamento per 15 giorni a meccanici che vengono da altre rimesse. Ora – aggiunge Micaela – io non so né leggere né scrivere ma, mi chiedo, come può un dermatologo cimentarsi in un intervento di cardiochirurgia a cuore aperto? I meccanici ATAC sono bravissimi, ma fino a ieri avevano lavorato su mezzi diversi. Con tutta la buona volontà, per quanto lì a Montesacro svolgano plurimansioni per ottimizzare i tempi (mettendo forse mano anche laddove non sia contemplato dal loro contratto di servizio – è il dubbio della presidente di Cambia-menti) l’esperienza non ce l’hanno”.

E a conferma di tutto, “una voce” – spiega ancora Micaela – ha riferito che: “Nel 2010 ATAC chiede la recessione del contratto global service dato a Bonciani (poi assorbita da Acmar). Alla modica cifra di 2 milioni di euro, Bonciani si occupava di sottostazioni, manutenzione, rete aerea, mezzi in canone, deposito (lampadine da cambiare, crepe da togliere etc etc), guardianìa, impresa di pulizie, cavidotto. L’anno successivo Atac chiede se possa trasformare a Bonciani il contratto da global service a full service. Viene contattato uno studio legale per vedere se la cosa sia possibile. Ma lo studio legale dice ‘No. Fermi. Non si può fare. In questo caso dovete fare un concorso al quale tutti devono partecipare’ ”. Il concorso, però, non viene fatto. “Sempre e solo a Bonciani – aggiunge Micaela – viene affidato il servizio il quale, pare, per poco più di due milioni di euro si occupa solo dei filobus”. Stessa cifra di prima, insomma, ma mansioni ridotte: ora, con 2 milioni di euro, ci si occupa solo dei filobus.

“Ho concreto motivo di pensare che tutti i soldi in avanzo vengano utilizzati per le campagne elettorali dei partiti, e non solo” – dice la Quintavalle. Alla quale è stato detto che sta mettendo le mani “in roba che scotta”. Ma Micaela, e il suo sindacato, paura non ce l0hanno. “Noi siamo in prima linea per difendere e tutelare i diritti del lavoratore e del cittadino. Noi vogliamo sapere cosa ATAC intenda fare con la rimessa di Montesacro”. Che, ricordiamo, è una rimessa nuova, con appena 10 anni di vita. E allora, chi, o cosa vuole “dimostrare che debba fallire e chiudere? Interessa a Caltagirone, che in quell’oasi paradisiaca vorrebbe costruire una villa da 10 milioni di euro?”. 

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