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Quei giovani che abbandonano lo smartphone per incontrarsi sul muretto

Riscoprire il piacere della condivisione tra persone vere, si possono riscoprire amicizie più sincere e apprezzare gli effetti benefici dell’antico corteggiamento

Giovani amici che mangiano per strada

Il dibattito sulla preoccupante diffusione delle droghe tra i giovani e sui danni irreparabili che producono nelle loro vite di relazione continua a riempire le cronache di questi giorni. Sono in molti a sostenere che, tra quelle le più pericolose, ci sia da annoverare l’interconnessione continua alla rete, soprattutto da parte degli adolescenti.

La tendenza all’isolamento dei giovani

Di ciò ne costituiscono conferma i dati sulla diffusione patologica del fenomeno Hikikomori, ovvero di quella forma estrema di ritiro sociale con tendenza all’isolamento e che si manifesta col rinchiudersi all’interno della propria stanza e con tassativo rifiuto di qualsiasi contatto col mondo esterno.

Come in uno stato di inconsapevole ubbidienza all’idea che “se si trova tutto su internet e lo si può ordinare chiedendo tutto ciò che si vuole con consegna a domicilio, perché muoversi da casa?”, va detto che la chiusura forzata, resa obbligatoria dalla legge per un periodo discretamente lungo per scongiurare il pericolo della irreversibilità della pandemia, ha più che favorito questa pericolosa modalità, che però – almeno sembra – tenderebbe poi a scomparire progressivamente nel tempo in modo abbastanza spontaneo.

In ottica di consolatoria controtendenza, proprio in questi giorni, giungono notizie d’oltreoceano ove parrebbe che giovani e adolescenti stiano manifestando indolenza verso l’uso costante degli smartphone per accedere soprattutto ai social, di fatto rinunciando alla tecnologia, nel tentativo di riscoprire il contatto con la realtà attraverso la frequentazione fisica che garantisce maggior autenticità nei rapporti interpersonali.

La controtendenza parte da New York: via i cellulari

E così, nella Grande Mela e altre zone della città, al preciso fine di preservare il proprio stato di salute mentale, sempre più spesso si stanno radunando a gruppi, molti ragazzi e ragazze, incontrandosi di persona indipendentemente dal clima senza portare lo smartphone con sé, preferendo il classico telefonino di un tempo senza connessioni, fermandosi in parchi, su muretti e scalette per dipingere, leggere, studiare, suonare strumenti musicali in buona compagnia.

Del resto, è ormai notorio che l’autoisolamento prodotto dal perenne stato di connessione sui social media può generare una malsana competizione destinata a produrre conseguenze negative, che vanno dalla riduzione dell’autostima all’insorgenza di disturbi alimentari e che infine, nei casi più gravi, possono portare perfino alla depressione clinica.

Riscoprendo invece il piacere della condivisione tra persone “vere” in luogo degli avatar del metaverso, si possono riscoprire amicizie più sincere e apprezzare gli effetti benefici dell’antico corteggiamento che sembrava destinato a sparire.

Tuttavia, è pur vero che il punto di equilibrio è dato dal modo in cui vengono usati gli strumenti naturali rispetto a quelli offerti dalla la tecnologia: mentre la seconda crea dipendenza per via delle comodità che crea, l’uso della prima è molto più faticoso e impegnativo. Basti pensare alle facilitazioni virtuali delle-reader e del podcast che “tolgono il disturbo” anche di voltare le pagine, di inforcare gli occhiali, di dover comprendere un testo, potendosi limitare al pigro ascolto, anche ripetibile per tutte le volte che si vuole.

Le persone reali al centro dei nostri interessi

E al di là di questa sostenibile iniziativa che apre alle migliori speranze del futuro mondo, ecco che poi – in realtà – il mondo degli adulti (genitori dei sopradetti giovani) è il primo ad essere virtualizzato e corroborato dai social media, compreso il pezzo che state leggendo, destinato ad avere un percorso del tutto conforme a tutto ciò che viene qui criticato.

Non resta quindi che imitare questa iniziativa che riporta la persona umana al centro del mondo e riporre stabile fiducia in essa nel costante tentativo di mantenere stabilmente il giusto equilibrio tra vita reale e supporto informatico, sempre privilegiando la prima e considerare il secondo come servizio di supporto, così fugando il timore della perdita di controllo e mai finire dominati dallo sviluppo incontrollato delle intelligenze artificiali.