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Pronto soccorso a pagamento: parte la tariffa fissa da 25€ | Se non saldi subito non ti visitano

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Gli ospedali cambiano le regole - pexel - romait.it

Gli ospedali non sono più gratis. Da oggi ti tocca pagare 25 euro solo per essere visitato al pronto soccorso

Nel corridoio in penombra del pronto soccorso, ogni sguardo è colmo di attesa. Ma oggi, insieme alla paura per il dolore, cresce un’altra inquietudine: l’idea che oltre alla cura ci si possa aspettare un conto da pagare subito.

Da qualche tempo, infatti, tra i pazienti serpeggia la percezione di un nuovo obbligo: il pagamento immediato del ticket al momento dell’accesso al pronto soccorso.

Un’insidia che alimenta malcontento e timore, soprattutto tra chi vive già in bilico tra spese domestiche e una salute fragile.

C’è chi decide di rimandare un controllo, chi è tentato di evitare la corsa in ospedale per non ritrovarsi con un esborso inatteso. Le discussioni sulla giustizia di questa imposizione stanno diventando un tema caldo nei bar e sui gruppi social.

Il sistema sanitario italiano

L’Italia, va detto, ha un sistema ospedaliero che funziona grazie a primari storici, medici dedicati e tecnologie all’avanguardia. Nei pronto soccorso si affrontano emergenze reali, gravidanze complicate, traumi e patologie improvvise. Il triage, con codici di priorità, rosso, arancione, azzurro, verde, stabilisce l’urgenza e la priorità dell’intervento.

Va però anche ricordato che il nostro sistema è sottoposto a una forte pressione: carenza di personale, sovraffollamento e liste d’attesa lunghe sono realtà quotidiane. In confronto con altri paesi europei, l’Italia registra costi inferiori e tariffe più basse, ma subisce problemi strutturali che influenzano anche l’esperienza al pronto soccorso.

Nel pubblico, l’accesso è garantito 24 ore su 24, e le emergenze vere dovrebbero essere trattate gratuitamente. Tuttavia, c’è una notizia che fa tremare i cittadini.

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Il pronto soccorso si paga – pexel – romait.it

Cosa cambia sul ticket

La verità è che quando si accede con disturbi minori, che potrebbero essere gestiti dal medico di base, il ticket può essere richiesto. La quota in questione è un contributo fisso di 25 euro. Il principio è chiaro: evitare che il pronto soccorso diventi sostitutivo dell’ambulatorio territoriale. Ma il confine tra urgenza e non urgenza non è sempre netto ai cittadini, e l’effetto è un misto di confusione e paura di trovarsi improvvisamente con una tassa inattesa da saldare.

Ma cosa prevede realmente la normativa? In Italia, le prestazioni del pronto soccorso sono gratuite per i pazienti classificati con codici rosso, arancione, azzurro e verde. È soltanto dietro dimissione con codice bianco, situazione considerata non urgente o differibile, che scatta la quota fissa, spesso 25 euro, nei casi in cui l’accesso non è ritenuto appropriato. In pratica, quindi,  dipende dalla gravità accertata. L’obbligo non vale per chi ha esenzione per reddito, età o condizioni particolari, né per chi arriva in pronto soccorso a causa di trauma o infortunio.