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Prato, condannata a sei anni donna che ha avuto figlio con 13enne

Prato: la donna che ha abusato e avuto un figlio con un 13enne è stata condannata a sei anni per violenza sessuale su minore

Donna figlio con 13enne

Donna figlio con 13enne

Aveva avuto un figlio con un tredicenne. È una storia che ha fatto molto discutere l’opinione pubblica italiana quella della donna di Prato che ha avuto un bambino con un suo “studente” di soli 13 anni. La donna, 32 anni, è stata condannata a sei anni e mezzo di reclusione. Anche il marito è stato condannato per essersi attribuito la paternità del bimbo nato dal 13enne e sua moglie.

I rapporti si consumavano dopo le lezioni di inglese improvvisate, in un appartamento della periferia dove il ragazzino si recava per studiare la lingua straniera. La donna, sposata e con un figlio era operatrice in una Rsa ma per arrotondare impartiva anche lezioni di lingua estera. Si tratta di una sentenza di primo grado, si andrà in appello e quasi certamente in cassazione. La pena di cui è accusata è “Atti sessuali e violenza sessuale per induzione su minore”. La difesa punta sulla consensualità e mira a dimostrare che il figlio è stato concepito quando il ragazzino aveva già compiuto 14 anni. La donna giura di essersi “innamorata” e di aver davvero “perso la testa” per lo studente.

Figlio con tredicenne, ma soprattutto una sentenza importante

È una condanna importante quella di Prato perché dimostra che gli abusi e le violenze non sono solo quelle che fanno uso di aggressività e intimidazioni esplicite, ma anche tutti quei comportamenti ambigui che condizionano, influenzano, manipolano il pensiero e le emozioni di un minorenne o di chi è più fragile. Questa vicenda si avvia a sfatare diversi pregiudizi sulla sessualità e le sue derive patologiche: poiché anche individui di sesso maschile possono subire abusi, e anche le donne possono essere inclini a compiere atti di pedofilia.

La mamma del ragazzo ha scoperto il fatto quando il 13enne è diventato ossessivo verso le lezioni pomeridiane e rifiutava di andarci. Il ragazzo e la famiglia sono seguiti da uno psicologo per superare questo trauma fatto di confusione, angoscia e vergogna. Il trauma subito dal 13enne è avvenuto proprio in un’età nella quale il sesso viene scoperto tra coetanei. Un’età nella quale la sessualità è segno di complicità tra coloro che vivono una condizione psicologica di pari facoltà di scelta e un sentire comune dal punto di vista emotivo, corporeo, morale.

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