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Polizia, dopo il danno la beffa: vietati gli sfoghi via social

Scarse risorse, materiale inadeguato e tagli in Manovra. Ma per Gabrielli il problema è che le proteste degli agenti creano “imbarazzo all’amministrazione”

bomba centro roma

Carabinieri a Trastevere (immagine di repertorio non collegata al ritrovamento della bomba)

Test per l’esame di giornalismo. Il candidato consideri le seguenti dichiarazioni rilasciate nelle ultime settimane, quasi tutte da parte di esponenti delle forze dell’ordine:

a) «Due ragazzi sono morti mentre lavoravano, solo perché chi dovrebbe tutelarci pensa a risparmiare sulle risorse per le forze dell’Ordine, solo perché nessuno pensa a tutelarci con leggi chiare e non interpretabili» (la Segreteria trevigiana del sindacato di Polizia COISP, con riferimento a Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, gli agenti assassinati il 4 ottobre all’interno della Questura di Trieste).

b) «I finanziamenti per la sicurezza sono sempre più emergenziali, rendendo i nostri equipaggiamenti obsoleti, inidonei o comunque precari» (Andrea Cecchini, segretario del sindacato di Polizia Italia Celere, durante la manifestazione di protesta del 22 ottobre in piazza Montecitorio, accompagnata dal significativo slogan “Sosteneteci da vivi, non da morti”).

c) «Per il Comparto un Def povero di soldi e di diritti. Polizia è fuoriserie trattata come utilitaria. Bisogna fare molto di più. Misura è colma» (Valter Mazzetti, Segretario Generale della Federazione Sindacale della Polizia, in un comunicato stampa dell’Fsp Polizia di Stato datato 23 ottobre, rilasciato dopo l’incontro, definito «pessimo», con il bi-Premier Giuseppe Conte e il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese).

d) «Mi dicono agenti della Questura di Milano che per la prima volta dovranno anticipare i soldi per comprarsi vestiario» (il segretario della Lega ed ex titolare del Viminale Matteo Salvini, il 2 ottobre su Twitter).

e) «Un perverso garantismo tutela molto più quelli che mandano all’ospedale un nostro collega rispetto a quelli che hanno il compito di arrestarli». Gli agenti vivono nel «costante incubo» di ritrovarsi dal ruolo di “guardia” a quello di “imputato”, subendo «processi che durano molti anni e con spese ingenti» solo per aver fatto il proprio dovere. Per non parlare di quei malviventi catturati al mattino e liberati la sera, quelli che «ce li ritroviamo il giorno dopo» a commettere gli stessi reati «irridendoci anche pubblicamente e senza conseguenze» (Il Giornale, riportando ancora le parole pronunciate da Andrea Cecchini durante la manifestazione del 22 ottobre).
f) «Chi si è battuto a lungo contro di essa [la mafia, N.d.A.] sacrificando la sua libertà e mettendo a rischio la vita ha il diritto di essere tutelato dallo Stato» (l’avvocato del Capitano Ultimo, commentando il pronunciamento del Tar del Lazio che ha sospeso in via cautelare la revoca della scorta per il Carabiniere che arrestò Totò Riina).

Ciò posto, il candidato commenti, prescindendo da termini quali “farneticazione”, la circolare con cui il Capo della Polizia Franco Gabrielli ha esortato questori e dirigenti a sensibilizzare «il personale sull’uso dei social network e di applicazioni di messaggistica», con il pretesto che le divise devono mantenere, anche fuori dal servizio, «un comportamento idoneo a non creare disdoro o imbarazzo all’amministrazione».

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