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Papa Leone XIV, l’insediamento in San Pietro: 200mila fedeli in piazza per l’inizio della sua era

“Sono stato scelto senza alcun merito”, le sue prime parole nell’omelia. Tra il giro in Papamobile e la prima udienza: cosa è successo

Papa Leone XIV sulla Papamobile

Papa Leone XIV sulla Papamobile

Oltre 200mila fedeli si sono riversati in piazza San Pietro e lungo via della Conciliazione per accompagnare Papa Leone XIV nel giorno del suo insediamento al pontificato.

Papa Leone XIV, il suo papato sarà un inno alla pace

Il nuovo Papa, proveniente dal continente americano e profondamente radicato nella sua storia personale fatta di povertà, alluvioni, comunità dimenticate, ha scelto di farsi riconoscere subito come pastore. La sua voce è ferma nel denunciare l’orrore di Gaza e nel chiedere una pace giusta per l’Ucraina.

Papa Prevost ha raccolto l’eredità spirituale di Francesco senza imitarne lo stile ma interiorizzandone il messaggio: semplicità, ascolto, servizio. La messa di inizio pontificato ha perso da tempo il nome di “intronizzazione”, poichè oggi il Papa non viene incoronato, ma inviato. I gesti parlano chiaro: l’anello del pescatore viene baciato da un uomo visibilmente commosso. E poi la singolare scelta: avrebbe dovuto essere il cardinale Mamberti a consegnare il pallio, segno del buon pastore, ma, in seguito ad un malore di quest’ultimo, il simbolo è stato imposto dal cardinale Mario Zenari – nunzio in una delle terre più devastate, la Siria.

Tra i momenti che hanno colpito il cuore della folla e degli osservatori, l’abbraccio spontaneo al fratello Louis. È lì che il nuovo Papa rompe il protocollo e mira a sottolineare che l’umanità non è un ornamento, è la materia prima della missione.

Papa Leone XIV: “Francesco ci accompagna”

E poi, il giro in papamobile elettrica, un altro segno non secondario. Leone XIV non dimentica il grido della terra e si presenta al mondo consapevole dell’urgenza ambientale. Non è marketing verde, è memoria personale: da vescovo, ha indossato le galosce per portare aiuti tra il fango del Perù. Ora porta quella stessa concretezza sul sagrato di San Pietro.

A Roma, per l’insediamento, sono arrivate oltre 150 delegazioni internazionali. Non una parata di potere, ma una sorta di mappa geopolitica disegnata sulla fede e sulla speranza. Il primo a stringergli la mano è stato il presidente Sergio Mattarella, seguito dalla premier Giorgia Meloni. Poi, uno dopo l’altro, i rappresentanti di un mondo che guarda a Leone XIV come figura di mediazione e coscienza morale.

La prima udienza ufficiale, subito dopo la messa, è con Volodymyr Zelensky. Le parole del presidente ucraino confermano che il Vaticano, sotto la guida di Leone, vuole proporsi come piattaforma credibile per i negoziati. Un terreno difficile, minato da interessi contrapposti, ma che questo Papa sembra intenzionato a percorrere fino in fondo.

Nell’omelia, Leone XIV si è mostrato sobrio, quasi schivo. “Sono stato scelto senza alcun merito”, ha detto. E ha ribadito che il Papa non è un condottiero, ma un servo, ricalcando le parole di Francesco. Al termine della celebrazione, durante il Regina Coeli, ha ricordato il predecessore con parole semplici ma intense: “Ho sentito forte la presenza spirituale di Papa Francesco che dal Cielo ci accompagna”.