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Omotransfobia, Zan: “Metteremo in campo una legge di iniziativa popolare”

Alessandro Zan commenta la “tagliola” sul Ddl che porta il suo nome: “Non ci fermiamo, metteremo in campo una nuova mobilitazione”

alessandro zan, bocciatura del ddl zan

Il deputato del Pd Alessandro Zan

Nel corso della manifestazione a Roma, in seguito alla “tagliola” che ha messo fuori gioco il Ddl Zan, il deputato del Partito Democratico Alessandro Zan, è intervenuto ai microfoni dell’Ansa, rilasciando alcune dichiarazioni nel merito. Zan sostiene di voler ripartire, e di mettere in campo una nuova mobilitazione a favore della legge.

“Il Paese reale è lontanissimo dalla scena indecorosa vista in Senato”

“Si riparte dal fatto – dichiara Zan – che il Paese reale è lontanissimo da quella scena indecorosa che abbiamo visto ieri al Senato, dove i senatori, tutti i maschi, bianchi e di una certa età, si spellavano le mani, non per aver approvato una legge contro i crimini d’odio ma per averla affossata. Questo è inaccettabile perché il Paese sta da un’altra parte e soprattutto i giovani non vogliono vivere in un’Italia che discrimina, che crea differenze e disparità”.

“Metteremo in campo una nuova mobilitazione”

Il deputato del Pd aggiunge sul nuovo percorso da intraprendere: “È per questo che noi da oggi metteremo in campo una mobilitazione che deve portare a coinvolgere l’opinione pubblica. Metteremo in campo una legge di iniziativa popolare, perché il referendum non è possibile visto che non c’è niente da abrogare. Per cui c’è tutto da costruire. C’è una brutta consuetudine: che pur di avere una legge si deve mediare calpestando la dignità delle persone, e invece no. Si può mediare e il Ddl Zan che è uscito alla Camera è una mediazione. Non è la legge che avrei esattamente scritto io, però non si può mediare su tutto: c’è mediazione e mediazione”.

“Non potevamo mediare sull’identità di genere”

“Se Renzi, Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia volevano togliere identità di genere per me era inaccettabile. Non possiamo in una legge che tutela le persone vittime di discriminazione escludere delle persone da questa tutela. Sarebbe un gesto vergognoso, incostituzionale e inaccettabile. Ecco perché abbiamo detto ‘meglio nessuna legge che una legge schifezza’. E infatti abbiamo tenuto questo principio, che pagherà. Le persone ci credono se non le tradisci, se arrivi all’obiettivo senza rinunciare ai tuoi principi fondamentali” conclude Alessandro Zan.

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