Mistero in un piccolo borgo laziale, la sposa vestita di bianco appare solo di notte: il fantasma più romantico d’Italia e la sua storia commovente

La leggenda della sposa fantasma di Rocca Priora - Romait.it - foto Canva
Un piccolo comune romano è salito agli onori della cronaca per una storia a dir poco commovente e straziante.
Nella campagna romana, tra le pianure sconfinate e una natura rigogliosa, si trovano dei luoghi affascinanti, non solo per la loro bellezza ma per le storie che si sono tramandate di generazione in generazione.
Una di queste in particolare, ha catturato l’immaginario collettivo così come il cuore delle persone perché vede come protagonista una sposa che indossa il tradizionale abito bianco. Però, questo racconto, a differenza di tanti altri, non ha un lieto fine.
La vicenda sarebbe avvenuta nel borgo di Rocca Priora, che oggigiorno conta poco più di 12 mila abitanti. E’ situato sui Colli Albani, a pochi chilometri da Roma, e ha raggiunto la popolarità tra i residenti delle città adiacenti per una misteriosa e triste vicenda.
Una sposa sfortunata
Nel comune più lato dei Castelli Romani, si narra che nel cimitero si aggiri il fantasma di una giovane ragazza vestita con un abito da sposa bianco, che sarebbe morta proprio il giorno del suo matrimonio in circostanze misteriose.
Quest’ultima si aggirerebbe ogni singola notte tra le varie tombe in attesa di incontrare il suo innamorato o magari di dargli quell’ultimo saluto che non è mai arrivato Alcune testimonianze confermerebbero di aver visto dopo il tramonto una figura leggera e impalpabile passare senza lasciare traccia.

Alla scoperta di Rocca Priora
Il borgo di Rocca Priora vanta numerose attrazioni turistiche, come il Palazzo Savelli, situato in Piazza Zanardelli. Di stile quattrocentesco, l’edificio ha subito diverse ristrutturazioni nel corso del tempo, l’ultima viene fatta risalire al 1880 su ordine dell’Amministrazione Comunale. Poco distante c’è il Santuario di Santa Maria della Neve, costruito nel sedicesimo secolo.
Inizialmente era poco più che una cappella dove era solito vivere un eremita, oltre ad essere stato un luogo in cui gli abitanti vi si recavano per pregare la Vergine e garantirsi abbondanti nevicate durante l’anno. Degna di nota è anche la Chiesa di Santa Maria Assunta, costruita nel quattrocento e di stile tardo-romanico. E’ composta da tre navate sorrette da pilastri ottagonali in pietra. Infine il Museo Benedetto Robazza, che ospita un’opera unica nel suo genere: una serie di sculture in altorilievo che racchiudono tutti i 34 canti de L’Inferno.