Prima pagina » Opinioni » Minigonna a scuola: “Bendate i professori”, ironizza una rubrica benpensante

Minigonna a scuola: “Bendate i professori”, ironizza una rubrica benpensante

Minigonna a scuola: cosa avrebbe dovuto fare la vicepreside, quando ha riunito tutte le classi per il briefing di inizio anno?

minigonna scuola

Striscione delle studentesse

Minigonna a scuola, il caso del liceo romano in cui La vicepreside in attesa di banchi sconsiglia la minigonna. Apriti cielo.

Questo fatto della vicepreside del liceo Socrate di Roma che pare abbia chiesto alle ragazze di evitare la minigonna a scuola di questi tempi senza banco, “perché se no ai professori gli cade l’occhio”- certamente ironizzando – non lo trovo scandaloso, come invece vedo che prontamente si ulula in coro da più parti.

Minigonna a scuola, quella rubrica pensante

Massimo Gramellini, che a singhiozzo scrive (efficacemente) di cose giuste o invece eleva a pamphlet triti luoghi comuni del momento pur di far vedere quanto è spiritosa la sua penna, ha sbeffeggiato quel comportamento nella sua rubrica quotidiana sulla prima pagina del Corsera. Uno legge e sì, lì per lì pensa «professoressa sessista», «scuola oscurantista», «“me too” aiutami»…

Ma soprattutto «Perché invece non si è rivolta ai maschi?!» (come esplicitamente quell’articolo ma anche tanti altri tendenziosamente argomentano).

Poi ci rifletti, e se sei leale devi chiederti: quindi come doveva dire? Voi al suo posto che avreste detto? “Colleghi professori, mi raccomando abbiate rispetto del vostro ministero e non indulgete nella tentazione di occhieggiare”; “Ragazzi, guai a chi guarda le mutande delle ragazze”.

No? Allora cosa avrebbe dovuto fare la vicepreside, quando ha riunito tutte le classi per il briefing di inizio anno? L’alternativa rimasta sarebbe stata non dire niente al riguardo. 

Ma non siate farisei: è chiaro che, se nessuno dice niente, più di una ragazza verrà con la minigonna. Chi perché è normale, chi perché così oggi le va, chi per rimarcare una conquista o un diritto, chi perché non ci ha pensato a quell’insolito assetto dell’aula, chi con un’ombra di malizia perché invece ci ha pensato. E per via di quell’assetto, non c’è dubbio – e da ambo le parti non c’è colpa – qualche occhio ogni tanto cadrà. Non è la fine del mondo, l’importante è che finisca lì.

Se invece per voi è la fine del mondo, allora non scandalizzatevi se la professoressa fa qualcosa per evitarla.

Lascia un commento