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Minacce armate al sindaco di Roma Gualtieri: il video choc di Silvio Hilicic

Un video minaccioso contro il sindaco Gualtieri riaccende l’allarme criminalità a Roma. Indagini in corso e scorta rafforzata dopo le demolizioni a Rocca Cencia

Roberto Gualtieri, sindaco di Roma

Roberto Gualtieri, sindaco di Roma

Un giovane vestito di nero, il volto duro, un fucile mitragliatore tra le mani. Davanti alla telecamera, pronuncia parole di minaccia rivolte al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e alla sua famiglia. «Questo è per il sindaco e per la sua famiglia. Come ha buttato giù casa nostra, io butterò la sua. Tempo al tempo, lo stato (con la s minuscola) non mi fa paura». È la frase — terribile e inequivocabile — che accompagna un video diventato virale nel giro di poche ore. Il protagonista è Silvio Hilicic, noto su Facebook come “Silvio Silvietto”, già conosciuto alle forze dell’ordine e ritenuto vicino ai clan sinti dei Komarov, gruppo collegato ai Casamonica. La sua minaccia segna un nuovo, inquietante salto di livello nella lunga guerra tra lo Stato e la criminalità che controlla parte delle periferie romane.

Minacce al sindaco Gualtieri: un video che riaccende l’allarme sicurezza a Roma

L’episodio ha subito scatenato la reazione delle autorità. La Prefettura sta valutando il rafforzamento della scorta del sindaco Gualtieri, già protetto dalla Guardia di Finanza e dotato di auto blindata. Le parole e le immagini, giudicate “credibili e pericolose”, hanno riportato alla memoria i giorni più tesi della Capitale, quando anche l’ex sindaca Virginia Raggi fu oggetto di minacce simili dopo gli sgomberi nelle zone dominate dai clan.

Secondo gli investigatori, la minaccia sarebbe collegata alla recente demolizione di due ville abusive in via Arzachena, a Rocca Cencia, periferia est di Roma. Le case, occupate da membri dei clan sinti, erano da tempo nel mirino delle autorità per abusi edilizi e legami con attività illecite. Un’operazione di legalità che ha suscitato rabbia e tensione nel quartiere, dove non tutti vedono di buon occhio l’intervento dello Stato.

Le indagini: blitz a Valle Martella e sospetto di profilo rubato

La Procura di Tivoli ha immediatamente aperto un fascicolo, coordinando un’indagine con la Questura di Roma. In serata, carabinieri e Guardia di Finanza hanno effettuato controlli in alcune abitazioni a Valle Martella, dove vivono familiari di Hilicic sfollati dopo le demolizioni. L’uomo, tuttavia, non è stato trovato.

Gli inquirenti non escludono che il video e i post possano essere stati pubblicati da terzi utilizzando il suo profilo. Un’ipotesi che, se confermata, sposterebbe il focus investigativo verso una possibile provocazione o una mossa interna al mondo criminale locale. In ogni caso, il messaggio di minaccia resta di una gravità inaudita e ha messo in allerta tutte le forze di sicurezza.

Le minacce anche al presidente del VI Municipio

Il video non è stato l’unico segnale inquietante. Sulla pagina Facebook del presidente del VI Municipio, Nicola Franco, è comparso un commento firmato con lo stesso nome di Hilicic: «Scrivo per gli infami… Chi ha fatto questo sa, e sa benissimo che non finisce qua. Altre 10 ne tiro su, ma voi? Pensate che non vi trovo? Ogni mattone che cade da quella casa è un dolore per me e la mia famiglia, ma per chi lo ha fatto sarà il doppio del dolore».

Parole che fanno capire quanto l’azione dello Stato — la demolizione di edifici abusivi legati ai clan — abbia colpito un nervo scoperto. Franco, che da mesi denuncia le infiltrazioni criminali nei quartieri dell’Est romano, ha commentato con fermezza: «Diamo fastidio a queste persone. Reagiscono sempre con minacce di morte. Ma andiamo avanti».

La replica di Gualtieri: “Non ci fermeranno. Roma sarà più giusta e sicura”

Il sindaco di Roma ha risposto poche ore dopo la diffusione del video con parole nette: «Le minacce non modificano di una virgola il nostro impegno contro le mafie e per affermare la legalità e restituire ai cittadini spazi oggi sottratti alla criminalità. Continueremo, insieme alla Prefettura, alla Questura e alle forze dell’ordine, a lavorare con determinazione per rendere Roma una città più sicura e più giusta».

Un messaggio di fermezza che ha raccolto l’appoggio trasversale di tutto il mondo politico. La premier Giorgia Meloni ha definito il gesto «un’intimidazione inaccettabile nei confronti di una persona e dell’istituzione che rappresenta, da stigmatizzare con la massima fermezza». Anche i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini hanno espresso solidarietà, così come la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein: «A Roberto vogliamo dire che non è solo e che tutto il Pd è al suo fianco e sostiene la sua opera coraggiosa e determinata».

Rocca Cencia e il nodo delle periferie romane

La vicenda riporta sotto i riflettori un tema strutturale: il controllo del territorio nelle periferie. Rocca Cencia, Tor Bella Monaca, Borghesiana, Finocchio: quartieri dove, tra degrado urbano e assenza di servizi, la criminalità ha trovato terreno fertile per radicarsi e imporre il proprio codice. Le demolizioni ordinate dal Comune e dalla Prefettura rappresentano un colpo simbolico e concreto al potere dei clan.

Secondo fonti del Campidoglio, le prossime settimane vedranno nuovi interventi contro l’abusivismo, parte di un piano più ampio di “ripristino della legalità” concordato con la Prefettura. Un’azione che inevitabilmente accende la tensione con chi, per anni, ha trasformato interi isolati in feudi privati.

La Capitale ha conosciuto negli ultimi anni una serie di episodi che hanno messo in discussione la sicurezza pubblica: dalle minacce ai sindaci, agli scontri tra bande, fino agli omicidi di giovanissimi come quello di Alexandru Ivan, 14 anni, ucciso nel 2024 nel parcheggio della metro C durante un conflitto tra gruppi rivali. La minaccia a Gualtieri si inserisce in questa scia di violenza e rivendicazioni, ma segna anche un punto di svolta nella risposta istituzionale.

«Non possiamo accettare che la paura torni a governare i quartieri», ha commentato una fonte del Viminale. «Il messaggio dello Stato deve essere chiaro: nessuna intimidazione fermerà il ripristino della legalità».

Roma per la legalità e convivenza civile

Il video di Silvio Hilicic non è solo un gesto di sfida, ma un sintomo profondo della battaglia che Roma sta combattendo contro le sue ombre. Da una parte, le istituzioni che tentano di riaffermare il controllo sul territorio; dall’altra, una criminalità radicata che reagisce con minacce e violenza.

Eppure, dietro l’allarme e la paura, emerge anche un segnale positivo: la risposta unitaria delle istituzioni e la determinazione del sindaco nel proseguire il cammino verso una Capitale più giusta. La Roma che non si piega è quella che oggi prova a costruire, mattone dopo mattone, un futuro in cui nessuna minaccia possa più dettare legge.