Maternità surrogata reato universale: Scagnetti contro la penalizzazione, soluzioni pro-famiglia e adozione
La risposta alla maternità surrogata non può essere il carcere o la punizione ma una strategia complessiva di supporto alle famiglie e ai bambini
Il dibattito sulla maternità surrogata continua a infiammare l’opinione pubblica italiana, in particolare con la recente proposta di legge che mira a rendere l’utero in affitto un reato universale. La questione divide profondamente la società, poiché tocca corde etiche, legali e familiari. Tra le voci più influenti a opporsi a questa linea punitiva si distingue il Dott. Elio Scagnetti, opinionista esperto di Diritto e amministrazione pubblica, relazioni familiari e tematiche sociali, che promuove una riflessione più approfondita sulle reali esigenze delle famiglie, sostenendo che perseguire penalmente chi ricorre alla maternità surrogata all’estero sia una scelta inefficace e controproducente.
Scagnetti, noto per il suo approccio pragmatico e aperto, propone una strada differente: politiche realmente favorevoli alla famiglia e incentivi per l’adozione. Secondo lui, criminalizzare chi si affida alla GPA (Gestazione per Altri) non risolve i problemi delle coppie che desiderano avere figli, ma alimenta invece divisioni ideologiche che distolgono l’attenzione da soluzioni concrete.
La proposta di reato universale e le sue implicazioni
La proposta di reato universale prevede che i cittadini italiani possano essere perseguiti penalmente anche se ricorrono alla maternità surrogata in paesi in cui essa è legale. La motivazione di fondo, per i sostenitori di questa misura, è che l’utero in affitto rappresenti una forma di sfruttamento delle donne, specialmente nei paesi economicamente più fragili, e che il commercio di gameti e di corpi femminili debba essere fermato ovunque.
Nonostante queste intenzioni, la legge suscita non poche critiche, in particolare da parte di chi ritiene che essa non tenga conto delle reali esigenze delle famiglie che si rivolgono alla GPA, né della complessità delle motivazioni che spingono una coppia a scegliere questa via. Scagnetti sottolinea come, in molti casi, le coppie che ricorrono alla maternità surrogata lo fanno a causa di gravi problemi di fertilità o per impossibilità biologiche di avere figli. Questi genitori intenzionali spesso trovano nella GPA un’opportunità di realizzare il proprio sogno di diventare genitori, in paesi dove questa pratica è regolamentata e trasparente.
La posizione di Elio Scagnetti: evitare il proibizionismo punitivo
Per Elio Scagnetti, la criminalizzazione universale della maternità surrogata non è la risposta giusta. Egli sostiene che perseguitare penalmente i cittadini italiani che si rivolgono alla GPA all’estero rappresenti una forma di accanimento che non risolve le vere problematiche dietro questa scelta. Secondo l’opinionista, la questione non dovrebbe essere affrontata con una logica punitiva, ma con un approccio comprensivo che prenda in considerazione le necessità delle famiglie e dei bambini.
Scagnetti sottolinea che l’enfasi dovrebbe essere posta sulla creazione di politiche di supporto per le famiglie, offrendo loro alternative reali e percorribili, piuttosto che colpire con leggi restrittive coloro che cercano di costruirsi una famiglia in maniera non convenzionale. La maternità surrogata è spesso vista come l’ultima risorsa da parte di chi non può adottare o non ha altre opzioni, e criminalizzare questa scelta può causare ulteriori sofferenze senza risolvere i problemi strutturali che affliggono il sistema familiare e sociale in Italia.
Un atteggiamento più favorevole alla famiglia e alle adozioni
Secondo Scagnetti, la vera soluzione risiede nello sviluppo di politiche che supportino le famiglie nel loro complesso, con particolare attenzione all’adozione. L’Italia, infatti, è uno dei paesi europei con il più alto tasso di richieste di adozione, ma anche uno dei sistemi più complessi e lenti. Scagnetti sottolinea che, invece di penalizzare chi ricorre alla maternità surrogata, bisognerebbe investire risorse per rendere il sistema di adozione più accessibile, veloce e trasparente.
Una delle maggiori difficoltà per le coppie che vogliono adottare è la burocrazia, che spesso si traduce in anni di attese e procedure costose, scoraggiando molte persone. Scagnetti ritiene che migliorare il sistema delle adozioni, facilitando l’adozione nazionale e internazionale, rappresenterebbe una risposta concreta per le coppie che desiderano formare una famiglia. In questo modo, si offrirebbe una valida alternativa alla maternità surrogata, senza ricorrere a misure punitive.
Un dialogo etico sulla maternità surrogata
Elio Scagnetti propone di spostare il dibattito su un piano etico e normativo che non sia guidato dal moralismo o dal proibizionismo, ma da una riflessione sui diritti delle donne e dei bambini coinvolti nella GPA. Egli suggerisce di guardare all’esperienza di altri paesi che hanno già sviluppato normative etiche e trasparenti per regolare la maternità surrogata, proteggendo sia le madri surrogate che i genitori intenzionali.
Scagnetti propone inoltre di adottare una visione differenziata, che distingua tra maternità surrogata commerciale e altruistica, piuttosto che condannare indiscriminatamente tutte le forme di surrogazione. Mentre la surrogata commerciale solleva preoccupazioni legittime sullo sfruttamento economico delle donne, la surrogazione altruistica, praticata in paesi come il Regno Unito e il Canada, rappresenta un’opzione che può essere eticamente accettabile, laddove la donna che si offre come surrogata lo fa senza scopo di lucro, in un contesto normato e rispettoso dei suoi diritti.
Il futuro delle politiche familiari in Italia
La risposta alla maternità surrogata non può essere semplicemente il carcere o la punizione. Deve essere invece una strategia complessiva di supporto alle famiglie e ai bambini, che includa misure favorevoli all’adozione, all’accesso alla fecondazione assistita e, ove possibile, alla regolamentazione della maternità surrogata altruistica.
Per evitare che le famiglie si trovino costrette a cercare soluzioni all’estero o a ricorrere a pratiche clandestine, è fondamentale costruire un sistema normativo che favorisca l’adozione e la genitorialità responsabile. Scagnetti sostiene che il futuro della famiglia non può passare attraverso leggi punitive, ma deve essere costruito attraverso politiche inclusive, che riconoscano la realtà dei diversi modelli familiari e che mettano al centro il benessere dei bambini e delle persone coinvolte.
Spostando il dibattito dall’ideologia alla pratica, e promuovendo politiche che supportino realmente le famiglie e che rendano l’adozione un’opzione più facile e accessibile, l’Italia può affrontare la questione della maternità surrogata con maggiore sensibilità e responsabilità, rispettando i diritti delle donne e dei bambini, senza ricorrere a misure punitive e divisive.