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L’italiano? Impariamolo anche noi, è la quarta lingua più studiata al mondo

L’italiano non è tra le lingue più parlate ma è indispensabile per chi si occupa di arte, moda, musica, gastronomia, architettura, archeologia

Il Vittoriano, Piazza Venezia, Roma

Il Vittoriano, Piazza Venezia, Roma

È la quarta lingua più studiata al mondo con oltre 2 milioni di studenti in 115 paesi. Non è tra le lingue più parlate ma è indispensabile per chi ha che fare con arte, moda, musica, gastronomia, architettura, archeologia. Forse a questo è dovuto l’exploit del nostro idioma?

Dopo inglese, spagnolo e cinese è l’italiano la quarta lingua più studiata, prima del francese, passando da 1,7 milioni di studenti (2013-2014) a più di 2 milioni il biennio dopo. L’italiano è al quarto posto per l’anno accademico 2016/17, con 2.145.093 studenti raggiunti in 115 paesi tramite gli Istituti Italiani di Cultura.

In queste classifiche bisogna stare ben attenti alla dicitura. Lingua più studiata, significa scelta nelle scuole di 115 paesi su 206, tanti sono gli stati nel Mondo fra riconosciuti o meno.

La più parlata resta l’inglese

Con un miliardo e mezzo di parlanti, l’inglese è la lingua più parlata al mondo, anche nel 2023. La forza dell’inglese, nelle sue diramazioni storico geografiche è che si parla soprattutto nel Regno Unito e negli Stati Uniti d’America e che conta sui paesi del Commonwealth. Secondo Ethnologue, si parla inglese in 146 paesi. Dietro, staccato di poco, c’è il cinese mandarino, che è parlato da circa 1,1 miliardi di persone divise in 38 paesi con una forte concentrazione in Cina, ovviamente.  

Questa, in sostanza, è la più grossa differenza tra le due lingue. Seguono l’hindu-urdu, che viene parlata da 697,4 milioni di persone, quasi tutte in India dove questa però è solo una delle 22 lingue ufficiali.Una delle ragioni per cui i geopolitici non vedono un futuro da super potenza per l’India è proprio la troppa differenza delle lingue ufficiali. Spesso gli indiani usano l’inglese per capirsi tra loro.

Poi c’è lo spagnolo, 512,9 milioni che può contare su un grande bacino, oltre la Spagna, che va da ampie zone degli Stati Uniti d’America giù giù fino al Cile, nel continente Sud Americano, escludendo il Brasile e alcune isole caraibiche dove vige ancora l’inglese, l’olandese o il francese. Questa unicità dello spagnolo potrebbe essere una caratteristica importante per il futuro del mondo latino americano, includendovi Messico e Centro America. Ma qui giocano le divisioni politiche e culturali interne e la sudditanza verso gli Stati Uniti. Lo spagnolo è già adesso la seconda lingua più parlata in America e ci sono stati in cui una forte componente della popolazione è già hispanoparlante, come la Florida, l’Arizona, il Texas, la California, il New Mexico e la stessa New York.

Metà delle oltre 7.000 lingue si vanno estinguendo

Nel mondo siamo quasi 8 miliardi di persone. Le quali parlano 7.168 lingue diverse. I sordi sono 430 milioni e si deve supporre che parlino a loro volta altre lingue varianti di quelle geografiche, ovvero le lingue quelle dei sordomuti. Una lingua è una ricchezza. Vale un po’ quello che si attribuisce alla biodiversità in natura. La perdita di una lingua è una grave perdita, un impoverimento della cultura dell’umanità. La cosa è grave perché andando verso una omogenizzazione del linguaggio rischiamo di perdere molti idiomi poco o per niente utilizzati. Delle oltre 7 mila lingue esistenti, circa la metà sono in via di estinzione o già estinte. Perdute per sempre le espressioni, la fonetica, i vocaboli. Di questo si occupa Ethnologue.

L’arabo e il russo sono lingue in crescita per motivi d’affari

L’arabo è parlato da 422 milioni di persone, il doppio del francese che conta su 284,9 milioni, del malese (281 milioni), del russo (264 milioni), del bengalese (261,8 milioni) e del portoghese che conta su Portogallo, Brasile ed alcuni arcipelaghi e stati africani come Angola e Mozambico, Guinea Bissau, Guinea Equatoriale, Capo Verde e São Tomé e Principe, per arrivare a 236,5 milioni.

Quando si parla di arabo non si tiene conto tuttavia delle notevoli varietà che esistono all’interno di quel mondo, che rimane diviso sia per motivi religiosi, tra sunniti e sciiti, che per ragioni geo culturali. Il mondo islamico non comprende solo gli arabi e il mondo arabo comprende confessioni diverse dello stesso islam e anche comunità cristiane e di altre religioni. La lingua potrebbe essere uno dei pochi elementi unitari che permangono, infatti si parla arabo in ben 25 paesi.

L’italiano occupa il 21° posto in questa classifica, con oltre 67 milioni di parlanti fra Italia, Canton Ticino, San Marino, Città del Vaticano e Istria ma, anche grazie agli emigranti, è la seconda lingua parlata in più paesi al mondo: 26, dopo il mandarino in 38. Non come lingua ufficiale ma come presenza di comunità che la parlano abitualmente, per esempio in famiglia. Un primato certo, ma dovuto alla forte emigrazione, soprattutto del passato, per motivi economici.

In Europa linguisticamente non contiamo

Se facciamo riferimento alla sola Europa, secondo il rapporto Ue del 2017, la più studiata nel resta l’inglese, come seconda lingua per gli affari e per il lavoro in genere. Seguono ovviamente il francese, il tedesco, lo spagnolo. In fondo alla classifica delle seconde lingue ci sono il russo e l’italiano.

Mentre se guardiamo all’Italia, noi scegliamo quasi sempre l’inglese come lingua da imparare (97,3%). A scegliere il francese sono il 72,3%, lo spagnolo il 18,8% e il tedesco solo l’8,7%. Diversa è la situazione a scuola, dove si deve scegliere una seconda lingua da studiare. Il Sole 24 Ore sostiene che anche qui vince l’inglese, seguito dal francese ma con lo spagnolo molto vicino prossimo a superare i transalpini. Mentre cresce l’interesse per il mandarino e l’arabo.

Le lingue del futuro

Certamente l’inglese ha tutto per essere la lingua che avrà sempre più spazio nel futuro. Un inglese semplificato, non letterario, facile per viaggiare e per scambiare informazioni, fare affari, apprendere. La seconda è certamente il mandarino. Una lingua difficile per noi europei perché basata su segni e non lettere, che bisogna saper disegnare prima che pronunciare e riconoscere.  Tuttavia in molti la stanno studiando, quindi non è impossibile.

La terza lingua del futuro è quasi sicuramente lo spagnolo. Per noi più facile da imparare e un idioma che ha fatto il giro del mondo e consente contatti con moltissimi paesi e comunità. Spesso lo spagnolo è la seconda lingua di tante persone e tante realtà economiche, turistiche, culturali. E l’italiano? L’italiano non morirà, anche se resta una lingua per specialisti. Da imparare per chi studia arte e restauro, per chi studia musica, per chi si diletta di gastronomia per piacere o per professione, di moda, di architettura e archeologia. Insomma è una lingua colta, per gente che vive con la cultura. Non è poco. Anzi sarebbe il caso di impararlo anche in Italia.

Da venerdì 9 a domenica 11 giugno a Palazzo Braschi il Festival Treccani della lingua italiana