L’Europa dei farisei: la storia della Russia è parte integrante della storia europea
I leader europei sono riusciti a fallire su tutto il fronte, con una catastrofe politica ed economica che va ben oltre il martirio dell’Ucraina

Ursula von der Leyen (© Ec.europa.eu)
Ho evitato di parlare del conflitto Russo-Ucraino per quasi un anno, nonostante le bugie della stampa italiana che mi facevano inorridire. Se avessi scritto di questa guerra, che poteva essere evitata, sarei stato solidale con il popolo ucraino, ma non avrei potuto schierarmi dalla parte del suo Governo, né tantomeno condividere la follia dell’Unione europea. E sarei stato accusato di essere filo-putiniano.
Le bugie della stampa italiana
Ero anche tra coloro – primo fra tutti l’ex Segretario Generale della Farnesina, Umberto Vattani – che invocavano la mediazione diplomatica evitando l’invio delle armi che, di fatto, avrebbe coinvolto l’Europa in un conflitto dai risvolti pericolosi. L’Europa ha invece soffiato sul fuoco, preferendo mandare al martirio il popolo ucraino. La situazione è ormai talmente degenerata che sento il dovere di associarmi a Marco Travaglio, Alessandro Orsini e Vincenzo De Luca, dei quali tutto si può dire, tranne che manchino di capacità di analisi e di pensiero indipendente.
Finito il sogno dei padri fondatori
La guerra Russo-Ucraina sancisce di fatto la fine dell’Unione Europea voluta dai padri fondatori i quali, dopo la devastazione e gli stermini della Seconda Guerra Mondiale, sognavano che l’Europa, pur aderendo alla NATO, potesse contribuire alla pace nel mondo e al dialogo tra le superpotenze, assicurando un lungo periodo di benessere, sicurezza e prosperità ai cittadini europei. La cronaca di questi anni dice che le cose sono andate diversamente.
L’illusione di bullizzare la Russia
Il dissolvimento dell’Impero sovietico e i devastanti effetti sull’economia dei Paesi che lo costituivano, ha fatto credere a qualche furbacchione che la federazione Russia, potesse essere “bullizzata” a tempo indeterminato. Un’illusione che se era in parte legittimata dai difficili e confusi anni del dopo Gorbaciov, contrastava chiaramente con la forza della più grande potenza atomica del pianeta.
Putin, il male assoluto o il male minore?
Poi è arrivato Putin, il dittatore, il male assoluto. Ma ci siamo già dimenticati gli angoscianti reportage da Mosca, degli anni novanta, che ci descrivevano una città – come molte altre parti del Paese – insicura, nelle mani delle mafie, con nugoli di bambini che, per sopravvivere, abitavano le fogne della città; negozi privi dei beni essenziali, degrado sociale e morale ovunque? Putin, nel bene e nel male, come il dittatore bielorusso Lukashenko, ha rimesso in piedi l’organizzazione statale, restituendo orgoglio, ordine, sicurezza e benessere al suo popolo.
Non dobbiamo dimenticare che la Russia, oltre ad essere una potenza militare, ha anche un territorio immenso, con decine di etnie, lingue e religioni diverse, difficili da governare e tenere unite. L’ha giustamente ricordato il Presidente della Regione Campania, De Luca, facendo il parallelo con il dopo Gheddafi – un altro dittatore, eliminato dalle smanie euro/francesi – che ha fatto precipitare la Libia in un baratro irrisolvibile. Se fosse successo lo stesso in Russia, che problemi avremmo oggi? Putin è indifendibile, come tutti i dittatori, ma forse, come dice de Luca, è il male minore.
La Russia è Europa
La storia della Russia è parte integrante della storia europea e non solo per aver contribuito, con milioni di morti, a sconfiggere il nazifascismo. L’Unione Europea avrebbe dovuto dialogare in modo sempre più stretto con Putin, come ha sempre fatto con Erdogan, che non è certo migliore di Putin, coinvolgendo la Russia nel progetto di pace europeo, favorendo, per quanto possibile, i processi democratici interni. Ma Juncker prima e von der Leyen poi, una tedesca cresciuta sotto l’ala protettiva della Merkel, hanno voluto diversamente, seguendo le smanie espansionistiche della NATO e i desideri dell’industria bellica tedesca e americana.
I buoni e i cattivi
Putin ha violato il diritto internazionale e con un invasore non si dialoga. Ma non possiamo negare che le popolazioni russe del Donbass fossero da anni oggetto di discriminazioni e violenze – con tanto di bombardamenti – da parte del Governo Ucraino, né che l’Occidente fosse intervenuto pesantemente negli affari interni ucraini, favorendo il sovvertimento di Governi eletti democraticamente o che la NATO, negli ultimi venti anni, abbia volutamente accerchiato la Russia, violando gli accordi che dovevano garantirne la sicurezza. E forse è il caso di ricordare che noi “buoni”, abbiamo ripetutamente violato il diritto internazionale, ad esempio bombardando per due mesi Belgrado senza nessuna autorizzazione dell’ONU e invadendo l’IRAQ, con la scusa di inesistenti armi di distruzione di massa, per poi consegnarlo agli estremisti islamici.
La fallimentare Europa dei guerrafondai
Ma il cattivo è Putin e l’Europa ha voluto testarne la forza, illudendosi di potergli dare una lezione, spingendo Zelensky a giocare col fuoco, sostenendolo con la propaganda verbale e l’invio di armi anziché di mediatori. Bugie a iosa su quasi tutti i giornali italiani: “Putin è in difficoltà”; “Putin sta perdendo la Guerra”; “l’Ucraina sconfigge l’Armata rossa”, mentre il popolo ucraino andava al massacro. E tutti a dire sciocchezze. L’evanescente Presidente Mattarella, dopo aver sostenuto che eravamo in guerra con la Russia, l’ha addirittura assimilata al nazismo, offendendo la storia di una nazione che sul terreno della lotta al Nazismo ha lasciato oltre 20 milioni di morti!
I leader europei sono riusciti a fallire su tutto il fronte, con una catastrofe politica ed economica che va ben oltre il martirio dell’Ucraina, che perderà più territorio di quello che rivendicava inizialmente Putin, ma anziché ammettere la sconfitta e passare a più miti consigli, la von der Leyen e i suoi degni compari pensano a un progetto di riarmo europeo, tanto scombinato e folle, quanto gravoso per noi cittadini. Perché?
La politica al servizio del business?
Trump ci ha abbandonati, accusandoci di essere dei “parassiti” degli USA e i governanti europei, stretti tra Putin che non ci ama e Trump che ci disprezza, anziché lavorare per la pace, vogliono prepararsi alla guerra, anche se nessuno ci sta minacciando. A pensare male si fa peccato, ma forse c’è una spiegazione a questa follia. Se Putin si prenderà una parte importante dell’Ucraina e Trump la deprederà delle risorse minerarie, magari guidando con gli inglesi anche il business della ricostruzione, ai capi della UE che cosa resta se non il business del riarmo?
D’altronde, 800 miliardi di euro non sono bruscolini! Ma sono soldi nostri, spesi male e forse in parte destinati a sparire in qualche fondo nero. Giorgia Meloni, pur sapendo perfettamente che l’Italia non può permettersi questo sacrificio, ormai segue pedissequamente la von der Leyen e l’opposizione italiana, guidata da “tentenna” Schlein è chiusa in un assordante silenzio. Ma a noi cittadini, che in questa pseudo-democrazia contiamo sempre meno, chi ci difenderà da questa follia?