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Le parole di Sanremo 2024, nonostante “boom” vince la tradizione

Come sostiene Lorenzo Coveri, linguista, “il quinquennio di Amadeus a Sanremo, ha prodotto effetti anche sul linguaggio delle canzoni, molto cambiato rispetto al passato”

Amadeus al Festival di Sanremo

Sanremo non è solo un festival della canzone ma dalla sua ‘prima volta’ nel lontano 1951 ad oggi, 64 edizioni e oltre 2.100 brani dopo, possiamo dire che ha rappresentato e rappresenta ancora uno spaccato del costume e della società italiana ma anche un termometro per misurare ‘che lingua fa’.

I testi delle canzoni nei cinque anni di Amadeus

Come sostiene Lorenzo Coveri, linguista e accademico della Crusca, “il quinquennio di Amadeus, con il largo spazio concesso a stili musicali e a protagonisti più giovani, ha prodotto i suoi effetti anche sul linguaggio delle canzoni che è molto cambiato rispetto al passato”.

Effettivamente, la lingua ‘inamidata’ dei testi sanremesi di un tempo si è ‘abbassata’ nel corso degli anni ad un livello sempre più vicino al parlato quotidiano, all’italiano colloquiale e informale. La contaminazione dei generi, la presenza di cantanti o gruppi meno tradizionali, fino agli scenari più recenti con l’esplosione dei social e la capacità di influenzare anche il più classico e istituzionale evento musicale italiano, la partecipazione sempre più ingombrante (quest’anno in modo particolare) di artisti provenienti dal mondo del rap e della trap, ha inevitabilmente influenzato se non mutato la ‘cifra linguistica’ di Sanremo.

“Amore” è sempre la parola più usata

Trasgressione o tradizione, certo è che almeno su un aspetto, anzi su una parola, Sanremo ha mantenuto la ‘barra dritta’. ‘Amore’ continua ad essere il termine più usato e abusato dai parolieri delle canzoni in gara. I numeri non mentono: nel lessico canzonettistico – rileva ancora Coveri – nel 49,7% dei brani di questi 70 anni la parola ‘amore’ è la più ricorrente. E anche quest’anno non è da meno: presente in 13 delle trenta canzoni in gara, con 30 citazioni complessive.

Ma non è bastato. Perché, il primato di Sanremo 2024 va a ‘boom’, una onomatopea che Rose Villain nel suo brano ripete per ben 33 volte. E’ però un primato artificiale. Tant’è vero che dietro ‘amore’, ci sono ‘vita’ e ‘cielo’, vale a dire quanto di più comune e ordinario possiamo attenderci da un testo sanremese. E allora vale la celebre frase espressione del gattopardismo: “se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Corrono gli anni, si succedono le mode, nuovi generi avanzano, ma alla fine, almeno per quel che riguarda, le parole, tutto rimane com’è!