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Le fake news della pallavolista afgana decapitata dai talebani: fonti e credibilità

La ragazza si sarebbe suicidata o forse la famiglia avrebbe un ruolo nella sua morte

Pallavolista Afgana

Nel pomeriggio di giovedì 21 ottobre tutti i media nazionali hanno riportato la notizia della decapitazione di una giovane pallavolista afgana, Mahjabin Hakimi accusata di non aver messo l’hijab (il velo islamico) durante le partite da lei giocate.

Anche la Federazione Italiana Pallavolo ha ripubblicato la notizia e ha addirittura dichiarato:

“Il Presidente Federale Giuseppe Manfredi, sentito il parere favorevole del Sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali e del presidente del CONI Giovanni Malagò, ha disposto che in tutte le gare dei Campionati Nazionali di ogni ordine e grado e in quelle dei Campionati di Serie e Categoria Regionali e Territoriali di Sabato 23 e Domenica 24 ottobre p.v. venga osservato un minuto di silenzio in memoria della giovane pallavolista afgana Mahjabin Hakimi”.

La ricostruzione della vicenda di Mahjabin, la pallavolista afgana

Nella tarda serata iniziano però ad arrivare le prime ricostruzioni della drammatica vicenda. Così alcuni siti attenti al susseguirsi delle fake news sul web hanno ricostruito l’accaduto, che rimane comunque drammatico.

La morte della pallavolista Mahjabin Hakimi è un suicidio, o forse causata da un ruolo non totalmente rivelato, dei suoi suoceri, come affermato dalla famiglia Hakimi.

La famiglia afferma comunque che i Talebani non siano coinvolti ma ovviamente viste le violenze nei confronti di chi dissente dall’attuale Sistema, si guardano bene dall’accusare i talebani!

Non è possibile al momento verificare la causa o le circostanze della sua morte, ma è possibile concludere che la giovane sia morta il 6 agosto e non a ottobre, come riportato da Independent Persian e da diversi media indiani.

Inoltre, la fotografia del suo cadavere, condivisa più volte sui social e pubblicata proprio dal padre di Mahjabin, dimostra che non è stata decapitata. La giovane infatti aveva un cappio intorno al collo al momento della morte.

Mahjabin Hakimi

Oltre la notizia: resta la difficile condizione delle donne afgane

Oltre alla drammaticità della vicenda, che la ragazza sia stata uccisa o si sia tolta la vita, rimane aperta la difficile questione delle donne afgane.

Queste donne e cittadine, nonostante tutto, continuano le loro proteste per mantenere quelle libertà che avevano conquistato negli ultimi 20 anni e che i talebani sembrano voler completamente reprimere.

L’altra questione più capziosa per chi fa il mestiere del giornalista è quella della veridicità della notizia. Infatti le fake news impazzano sul web senza alcun doppio controllo delle fonti. Anche le più importanti testate, italiane e non, sono cadute nell’inganno e difficilmente si può tornare indietro per smentire la notizia stessa.

Oggi anche il THE SUN come tanti altri giornali fanno un passo indietro spiegando che si è trattato di una fake news.

Quanti giornali italiani faranno lo stesso? La credibilità dell’informazione passa anche attraverso l’ammissione delle proprie responsabilità nel divulgare una notizia errata.

L’unica cosa vera in questa triste vicenda è la perdita di una promettente atleta che aveva un futuro da vivere e che questo in un modo o nell’altro le è stato impedito.

Tiziana Ciavardini, antropologa culturale, giornalista e scrittrice

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