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Latte e latticini. Fanno bene o fanno male?

Alcuni ricercatori sostengono che completato lo svezzamento, il latte non sia più necessario, anzi potrebbe essere dannoso, Ma è vero?

Latte e formaggi (foto di repertorio)

Latte e formaggi (foto di repertorio)

Il latte è un alimento completo per la crescita dei cuccioli, tutti i cuccioli, anche quelli dell’uomo. Alcuni ricercatori sostengono che una volta completato lo svezzamento, come per le altre specie di mammiferi, il latte non sia più necessario, anzi potrebbe essere dannoso.

Bere latte dopo lo sviluppo

Sull’efficacia dell’assunzione di latte dopo il periodo dello sviluppo, si è aperto un dibattito nella comunità scientifica. Una ricerca del 2013 della Harvard University (Stati Uniti) ha criticato le linee guida americane che indicano in tre tazze per adulti e adolescenti dai 9 ai 18 anni, la quantità giornaliera di latte scremato o parzialmente scremato. Questa moda non la capisco. La differenza tra scremato e intero è ridicola. Se vuoi bere latte allora bevilo intero, che tanto dopo la pastorizzazione ha perso gran parte dei suoi nutrienti. Berlo scremato mi pare un po’ come bere la bibita zuccherata diet.

Secondo i ricercatori americani il latte, anche a ridotto contenuto di grassi animali, ha però un apporto molto alto di zuccheri e ciò potrebbe contribuire alla diffusione dell’obesità. L’autore della ricerca sostiene che comunque l’uomo non ha necessità nutrizionali particolari per bere latte e il calcio, in effetti,  può essere assunto da altre fonti. Dai formaggi per esempio.

L’accusa più pesante mossa dagli oppositori del latte vaccino e dagli altri tipi di latte è quella a sostegno dell’effetto cancerogeno della caseina. Infatti, oltre a sostenere che questa proteina presente nel latte dà una dipendenza psico-fisica paragonabile a quella degli oppiacei, l’accusano di essere un potente promotore del cancro alla prostata.
Queste accuse sono totalmente infondate, fantasiose e prive di ricerche scientifiche che le supportino. Sarà ma io trovo continuamente su internet, che la caseina e i latticini sono un veleno per la prostata. Per questo ho rinunciato alla mozzarella di bufala da anni. Che faccio?

Non c’è nessuna prova che il latte faccia male

Il fatto che il latte vaccino e gli altri tipi di latte facciano male non trova nessun riscontro empirico, anzi, studi condotti da importanti ricercatori universitari delle migliori università mondiali affermano il contrario. Infatti grazie alla grande presenza di vitamine, proteine nobili e altre sostanze assolutamente indispensabili al nostro corpo, il latte è un ricco alimento che contribuisce a dare benefici al nostro organismo e rafforza il nostro sistema immunitario, anche da adulti.

Bere latte anche in età adulta può essere utile per raggiungere il fabbisogno di calcio (1000 mg/die – LARN 2012), minerale prezioso per la salute di ossa e denti e per la regolazione del metabolismo osseo, ma non è totalmente indispensabile. Sardine, crostacei e molluschi, cicoria, cavoli, broccoli, indivia, bieta, semi di sesamo, aringa, soia, fichi, asparagi, farina di segale, mandorle, avena, amaranto in chicchi: sono alimenti che contengono buone fonti di calcio, insieme alle acque calciche, e che possono essere introdotti nell’alimentazione per soddisfare il fabbisogno di questo nutriente”, sostiene la dottoressa Manuela Pastore,  dietista, sul sito Humanitas del 24 settembre 2015.

Altra questione è l’intolleranza al lattosio

Il lattosio, lo zucchero del latte, è un carboidrato molto importante presente in questa sostanza e si trova naturalmente solo nel latte e nei suoi derivati. Il lattosio ha un ruolo fondamentale nella nutrizione dei bambini, nel corso del periodo di suzione del latte materno e anche dopo lo svezzamento, durante tutta la prima fase della loro vita. Quando, in seguito, subentrano altre fonti di nutrimento, la lattasi, l’enzima responsabile della scissione e, dunque, della digestione del lattosio, si riduce inevitabilmente provocando così, in alcuni soggetti, un’intolleranza alimentare. Questa non è solo provocata dalla riduzione dell’enzima in questione, ma è spesso indotta da alcune patologie e infiammazioni croniche, o può essere anche dovuta alla genetica, e si manifesta nella difficoltà a digerire in età adulta gli alimenti contenenti lattosio.