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La risposta di Virginia Raggi alla polemica sull’Acea

“Questo è il primo assaggio di quel che ci aspetterà semmai dovessimo salire al governo della Capitale”

"Oggi leggo un articolo sul ''Messaggero'' che attribuirebbe alle mie parole la perdita di 71 milioni per Acea. Un farneticante resoconto, senza capo né coda, commissionato sappiamo benissimo da chi, ovvero da Caltagirone, primo socio privato della multiutility (dove, guarda il caso, siede in cda il figlio Francesco) ed editore dello stesso quotidiano di Roma. Vedete, questo è il primo assaggio di quel che ci aspetterà semmai dovessimo salire al governo della Capitale, ma noi non arretriamo di un centimetro. Del resto, quando pesti i piedi ai poteri forti loro si ribellano e il caso Acea è emblematico".

Lo scrive su Facebook la candidata a sindaco del M5S, Virginia Raggi. "Ora, però, passiamo ai fatti", puntualizza ancora Raggi, che inizia ad elencare alcune osservazioni: "Acea è una società misto pubblico – privata, controllata per il 51% dal Comune di Roma e il restante 49% in mano ai privati; perché ho annunciato di voler cambiare il management? Perché il cda, che coordina gli affari privati della multi – servizi, è composto da un'accozzaglia di nomi in gran parte scelti proprio da Caltagirone con il lasciapassare del suo caro amico Matteo Renzi; da diversi anni la mission del cda di Acea è solo una: avviare piani di speculazione finanziaria sulle spalle dei romani, peraltro in palese violazione del referendum sull'acqua pubblica votato nel 2011; sulle nostre spalle speculano in vario modo.

Un esempio sono i distacchi e i riallacci, da cui la parte privata di Acea ci guadagna, tanto da effettuarli senza alcuna verifica di merito e senza il preavviso di 30 giorni previsto dalla legge. Può non arrivarci una bolletta, possiamo aver anche dimenticato di pagarla o trovarci in una condizione di difficoltà e dal giorno alla notte a una famiglia qualsiasi, magari con dei bambini, viene tagliata l'acqua; la verità è che finora il management di Acea guidato da Caltagirone con la compiacenza della vecchia politica (primo su tutti il Pd) a noi romani ci ha usato come un gigantesco bancomat su cui mettere a punto i suoi profitti. Per questi signori non siamo esseri umani ma solo numeri e matrici e se pensano di intimorirci con una paginetta su un giornale si sbagliano di grosso"

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