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La reazione dei musulmani e cattolici di Roma ai fatti di Parigi

Reportage tra i fedeli dell’Islam e quelli cattolici: d’accordo sul non generalizzare. Servizio su Radio Municipio Roma2

Le immagini degli attentati che hanno sconvolto Parigi, sono ancora vivide nella nostra memoria. Il dibattito politico e culturale che ne è scaturito continua ad animare carta stampata e programmi televisivi. Ma qual è stata la reazione a questi avvenimenti in Italia e, più precisamente qui a Roma, città cuore della cristianità cattolica nonché sede della Moschea più grande d’Europa? Questi fatti hanno scatenato sì paura e timore per la possibilità di attentati contro luoghi di culto, ma hanno anche sollevato tra i fedeli musulmani e cattolici unanime condanna nei confronti degli attentati terroristici.

Sono le 13 di venerdì, giorno sacro all'Islam: fuori dalla Moschea una sorta di mercato contribuisce a dare l’impressione di trovarsi in un esotico paese mediorientale. Giovani, anziani e famiglie si muovono a passo veloce verso l’entrata e qualcuno, superando comprensibili difficoltà linguistiche, se la sente di dire la sua a proposito della vicenda terrorismo. “Sono due criminali che hanno compiuto un atto criminale, non c’entra nulla con la religione – afferma un ragazzo in perfetto italiano e a proposito delle vignette satiriche del settimanale Charlie Hebdo, movente dell’attentato terroristico di Parigi. Dice: “Come ha detto Papa Francesco, non si può offendere un’altra fede ma allo stesso tempo non si può uccidere in nome di Dio”. Poi, invita tutte le persone a venire qui in Moschea, sentire cosa ne pensano i musulmani e invita a prendere con le molle un’informazione che talvolta può risultare superficiale e distorta.

Molto più bellicosa la posizione di un fedele fortemente indignato per quanto accaduto in Francia: invita i grandi della Terra a intervenire con decisione nei confronti dell’ISIS, che definisce “trentamila persone fanatiche che stanno dando fastidio a tutto il mondo”. Più cauto un uomo che si domanda chi si nasconda davvero dietro gli attentati che stanno insanguinando Europa e Medio Oriente e chi sia a finanziare il terrorismo dell’ISIS e di Al Qaeda. Un credente macedone ribadisce che il Corano è “un’altra cosa” e che gli attentatori non sono musulmani ma semplicemente terroristi: “L’Islam non permette il terrorismo né di ammazzare la gente”.

Sulla possibilità di un’ondata di sospetti e diffidenza nei confronti delle persone di fede islamica un ragazzo teme che l’approccio degli italiani nei confronti dei musulmani possa cambiare ma ci tiene a porre in evidenza il messaggio di pace che accomuna Islam e Cristianesimo dicendo che Dio è lo stesso per tutti, indipendentemente dalla fede professata. Dello stesso avviso una ragazza che ribadisce la posizione di un Islam contrario alla violenza ma lamenta un atteggiamento di diffidenza nei confronti dei musulmani: “Tutti ci guardano in modo cattivo e pensano che i musulmani siano cattivi. Qualche giorno fa mi è capitato di essere stata offesa in quanto musulmana. Non bisogna assolutamente generalizzare. Riguardo agli attentati noi musulmani siamo ancora più religiosi di prima e continuiamo ad amare la nostra religione. Il Corano prevede delle regole di comportamento assolutamente non violente. Sono molto dispiaciuta per quanto accaduto a Parigi e chi ha commesso questi atti utilizza la religione come mezzo per ottenere il proprio scopo. Noi musulmani siamo contrari alla violenza”. Infine, a proposito delle vignette di Charlie Hebdo, afferma che bisognerebbe avere rispetto nei confronti di qualsiasi religione.

E’ domenica mattina e ci spostiamo davanti la chiesa di Santa Emerenziana dove i fedeli cattolici escono dalla Santa Messa. Gli eventi di Parigi e le minacce rivolte espressamente verso Roma da parte dei terroristi dell’ISIS hanno aumentato la preoccupazione tra coloro che si riuniscono nei vari luoghi di culto. “Bisogna cercare di prevenire il terrorismo mediante un lavoro di Intelligence, non serve sorvegliare i luoghi di culto” – afferma un uomo, ponendo l’accento sulla prevenzione. Sulla stessa linea un anziano credente il quale pensa che si debbano intensificare le difese favorendo la cooperazione tra cittadinanza e forze dell’ordine, senza però instaurare un clima di terrore e di paranoia da attacco terroristico.

Al contrario è deluso un uomo il quale sostiene che i cristiani non siano protetti e che l’indebolimento della sicurezza sul territorio possa favorire l’attacco alle chiese, pur facendo presente l’intensità della fede cattolica anche di fronte a questi eventi. “Orrore e preoccupazione” – sono queste le emozioni provate da un uomo in seguito agli attentati, che comunque dichiara di sentirsi tranquillo auspicando un’intensificazione della sicurezza.

Daniele si allinea alle posizioni di Papa Francesco propugnando la necessità di rispettare tutte le religioni e condannando le vignette satiriche di Charlie Hebdo, qualificandole come “offensive”. La signora Marisa sostiene che ogni religione sia rispettabile e predichi l’amore e che il terrorismo sia figlio di una distorsione del messaggio religioso. E' in linea con gli altri intervistati per quanto riguarda la possibilità di attacco ai luoghi di culto e si augura una pronta risposta da parte dello stato: “Mi auguro che i nostri governanti sappiano fronteggiare la situazione. Le paure siano inutili quando non ci sono i mezzi per combatterle”. Una signora anziana concorda definendo gli atti terroristici come un allontanamento dalla religione e dal senso di moralità e orgogliosamente mostra di non aver minimamente modificato il suo modo di professare la sua religione in seguito agli attentati e alle minacce dell’ISIS e di Al Qaeda.

Unanime tra gli intervistati la volontà di non generalizzare e di distinguere tra fedeli musulmani pacifici e semplici terroristi che sfruttano la religione per diffondere paura e morte.

Per il servizio completo sintonizzatevi su Radio Municipio Roma 2, ogni giorno a partire dalle 12.30 la replica. Ecco il link: www.radiomunicipioroma.it/rmr2 

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