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La convivenza non genera dovere di fedeltà, riservato esclusivamente al matrimonio

La malcapitata signora era quindi già libera di frequentare sessualmente chiunque volesse, anzi, sarebbe interessante sapere perché questo mancato marito non le bastava

Uomo che legge messaggio alla sua promessa sposa

Secondo un noto detto popolare, “la vendetta è un piatto che va servito freddo”. Tuttavia, in questi giorni, (non si parla d’altro) a Torino, un buffo signore un po’ agée ha voluto confezionare una “vendetta a caldo”, anzi bollente, in danno a una giovane donna bionda molto gradevole, orientando dolosamente gli esiti della loro festa di fidanzamento in un autentico sputtanamento pubblico della sua “promessa sposa”.

Il dovere di fedeltà e la libertà donata

In pratica, alla fine dell’evento, anziché abbracciare l’amata per dare annuncio della data delle imminenti nozze, ha preso la parola dichiarando ai 150 amici presenti che, siccome costei lo aveva tradito con un altro uomo, il loro rapporto si chiudeva lì, invitando la malcapitata, alla quale (secondo le sue deliranti esternazioni) avrebbe “regalato la libertà” a “spiccare il volo” con il suo amante, giacché il viaggio era stato da lui stesso già pagato (tipo elemosina).

Sono situazioni in cui “a caldo” è difficile decidere se sia più penoso il vendicante o la vendicata, peraltro comprensibilmente mezza svenuta subito dopo il fatto. Va detto innanzitutto che quel signore che pretende di regalare libertà a chi già ce l’ha, ha posto in essere un comportamento difettoso nei presupposti.

La convivenza non produce alcun dovere di fedeltà, riservato esclusivamente a chi contrae matrimonio, che in questo caso non c’era, né per fortuna ci sarà mai. La malcapitata signora era quindi già libera di frequentare sessualmente chiunque volesse, anzi, sarebbe interessante sapere perché questo “mancato marito” non le “bastava”, soprattutto in un’epoca in cui le relazioni aperte e i ménage a trois non scandalizzano più nessuno.

Etica del rapporto sentimentale

Parlare di etica del rapporto è semplicemente patetico, fermo restando che le abitudini sessuali delle persone con cui si sono avute relazioni sentimentali devono restare assolutamente riservate. Salvi i limiti delle persone note per ragioni politiche e di spettacolo. Con molta poca eleganza, invece, questo triste individuo ha preferito cavalcare la logica moralista tipica di chi, essendo maschio a cui tutto sarebbe permesso, ha voluto tentare la strada della “lapidazione” sociale dell’adultera peccatrice.

Ma con molta probabilità, la gaudente ragazza – il cui unico errore è stato quello di mettersi nelle mani di un attempato signore tutto d’un pezzo e molto poco “sportivo“, ne uscirà più simpatica che mai rispetto a lui, che difficilmente potrà ormai più contare sulla fiducia di una donna.

E con tutto che sussistono i presupposti per ottenere un risarcimento per danno alla privacy e per divulgazione di informazioni riservate, nulla di questo accadrà perché, come la stessa signora ha già fatto sapere, lascerà perdere per ragioni di quieto vivere e per il fatto che, secondo lei, il mancato sposo (ma per fortuna!) sarebbe stato manipolato da “amici cattivi”.

Il che peggiora la condizione di un pover’uomo che ha perso una buona occasione di conservare il valore più grande che ogni individuo può custodire e che si chiama “dignità personale”.