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La 12° giornata di Serie A: Juve e Inter lanciate, male Milan e Napoli

Bianconeri e nerazzurri verso lo scontro diretto per la leadership. Pioli sotto pressione, Garcia esonerato mentre si annullano le romane nel derby

Rudi Garcia, al capolinea col Napoli in questa Serie A

Rudi Garcia, al capolinea col Napoli in questa Serie A

Serie A, capitolo XII. Arriva la terza sosta delle nazionali con il campionato arrivato a un terzo del suo percorso. Un’evidenza su tutte: Inter e Juventus sono attualmente le due candidate credibili allo Scudetto. In classifica allungano sulle inseguitrici: dopo le prime due vince solamente l’ottava, la Fiorentina, con tante piccole che stoppano le grandi e le romane che si annullano nel derby.

Serie A, la classifica

Inter31Torino15
Juventus26Frosinone15
Milan22Lecce13
Napoli21Genoa11
Atalanta19Sassuolo11
Fiorentina18Udinese10
Roma17Empoli9
Bologna17Cagliari8
Monza16Verona7
Lazio16Salernitana4

Juve e Inter allo scontro diretto lanciate e con distacco

Anche in questa giornata, sorpasso e controsorpasso in una notte tra Juventus e Inter, che arrivano al meglio allo scontro diretto che ci sarà alla ripresa. Al sabato la Juve chiama vincendo allo Stadium contro il Cagliari. Cade dopo oltre un mese e mezzo la porta di Szczesny ma è solo per lo spiraglio sardo di Dossena del secondo tempo dopo il 2-0 iniziale firmato da due difensori centrali, Bremer e Rugani. Solo gol di testa in una partita che certifica come i bianconeri abbiano trovato la solidità e la continuità idonea per affrontare il crash test nerazzurro alla ripresa dopo la sosta. È un tema non di poco conto tuttavia la mancanza del gol degli attaccanti titolari: Chiesa e Vlahovic non timbrano in Serie A rispettivamente dal 23 e 16 settembre.

La risposta dell’Inter c’è alla domenica, con la vittoria per 2-0 sul Frosinone. Con Lautaro e Thuram non in vena realizzativa, a prendersi la scena è Federico Dimarco che al minuto 43 disegna una traiettoria da oltre 50 metri col sinistro che sorprende Turati. Un po’ Recoba, un po’ Florenzi contro il Barcellona. La tranquillità arriva ad inizio ripresa con Thuram che cade in area e il rigore trasformato da Cahlanoglu, piccoli brividi il palo di Cheddira e alcuni interventi di Sommer. Due gol a cavallo dell’intervallo e vetta riconquistata.

Milan e Napoli, problemi incrociati

Milan e Napoli continuano a perdere punti pesanti in modo inatteso staccandosi ulteriormente da Juventus e Inter. I rossoneri dovevano confermare la bella notte di Champions col PSG per rilanciarsi anche in campionato. Missione fallita per la squadra di Pioli che in Serie A non vince da più di un mese (7 ottobre a Genova).

Una partita nata da subito con una cattiva stella con l’infortunio di Leao all’8 minuto ma anche un buon primo tempo come gioco. Prima Giroud su iniziativa di Theo, poi la prima firma in Italia di Reijnders dopo 50 metri di corsa con il tris sfiorato (palo dello stesso Reijnders). Maignan miracolosamente su Banda, Falcone salva i suoi anche a inizio ripresa e poi i salentini impattano in meno di quattro minuti con Sansone prima e Banda poi. Finale di partita imprevedibile con entrambe le squadre vicine al 3-2 (Theo da una partite, Sansone più volte dall’altra) prima del grande gol di Roberto Piccoli al 94’ annullato dal VAR per una trattenuta, davvero minima, dello stesso Piccoli a inizio azione. Pioli che nonostante tutto e un terzo posto ancora in mano si salva al Via del Mare, ma rimane sotto pressione.

Perché il Napoli fa peggio, mancando il soprasso nella sconfitta in casa con l’Empoli, la terza tra le mura amiche in campionato dopo Lazio e Fiorentina. Nella prima ora il Napoli non costruisce molto più degli avversari, ma nell’ultimo quarto d’ora è un grande Berisha a negare la gioia a Lindstrom e Kvaratskhelia (due volte). Al minuto 90 secondo 10 la beffa con l’arcobaleno di destro ad uscire di Kovalenko che ammutolisce il Maradona. Una traiettoria che bacia il palo e mette la parola fine alla panchina di Garcia.

Le romane si annullano nel derby, si rilancia la Fiorentina

Anche il Napoli però mantiene il quarto posto. L’Atalanta a sua volta manca il sorpasso a chi le sta davanti in quanto autrice di una prova difficile a Udine. La banda Gasperini arpiona in pari solo al 92’ con Ederson di testa. La Dea viene raggiunta al quinto posto dalla Fiorentina, che risale tre posizioni battendo il Bologna in una specie di scontro diretto, in un derby dell’Appennino della medio-alta classifica che non si vedeva da tempo. Ancora una meraviglia di Jack Bonaventura, un altro timbro del gioiellini Zirkzee ma a decidere è la solita freddezza di Nico Gonzalez dal dischetto. Si ferma la grande striscia di Thiago Motta di 10 match senza sconfitte.

Con i molteplici rallentamenti nelle prime posizioni, le romane avevano una grande occasione per recuperare terreno, ma entrambe la mancano. Anzi si annullano a vicenda in un derby poco spettacolare. Una stracittadina capitolina non finiva 0-0 dal 15 aprile 2018 e né Sarri né Mourinho possono essere soddisfatti. Forse va meglio al tecnico giallorosso, il quale lamenta le diverse assenze della sua squadra che crea meno dei biancocelesti. Troppo poco il gol di Cristante in netto fuorigioco, perché è andata più vicina a vincere la Lazio con il clamoroso palo di Luis Alberto da fuori e la risposta di Rui Patricio in tuffo su colpo di testa di Romagnoli.

Centrogruppo: scatto importante dell’Empoli

Diversi punticini in fondo alla classifica, ma sono i tre dell’Empoli conquistati al Maradona che fanno la differenza con la squadra di Andreazzoli che non è più tra le ultime tre. Il Monza rimane nella parte sinistra della classifica recuperando in casa il Torino grazie all’oramai solito timbro di Andrea Colpani: sesto gol in questa Serie A. Prosegue il momento complicatissimo del Verona, sconfitto anche a Genova, di misura su errore in uscita della difesa scaligera ma anche sfortunato nel finale, vicinissimo al pareggio. Alla voce vittorie non si sblocca ancora la Salernitana nonostante il doppio vantaggio rimediato nel primo tempo a Reggio Emilia. Il Sassuolo recupera con la prima doppietta in Serie A di Thorstvedt e sfiora più volte la rimonta, incompleta a causa di legni e un super Ochoa.