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ATTENZIONE – Medici di base a Roma senza permessi: esci dall’ambulatorio e finisci in terapia intensiva | Firmi questo foglio e sei in pericolo

Visite mediche gratuite

Visite mediche - Depositphotos - RomaIT.it

Incredibile ma vero: adesso Roma non è più la capitale di Italia, bensì quella delle sregolatezze mediche. 

Capita a tutti, almeno una volta l’anno, di varcare la soglia dell’ambulatorio del proprio medico di base per una semplice visita di controllo. Pressione, temperatura, magari un’impegnativa per una visita specialistica: niente di più tranquillo. Il classico appuntamento da dieci minuti che, di solito, finisce con un arrivederci.

Spesso non ci si fa nemmeno caso, ma all’ingresso viene richiesto di firmare un foglio. Una prassi, una formalità che non si mette in discussione. Si firma lì, e si può entrare. Eppure, dietro quell’autografo automatico, si cela qualcosa che la maggior parte dei pazienti ignora completamente. Un dettaglio che potrebbe cambiare tutto.

Siamo abituati a pensare alla sanità di base come al luogo più sicuro, una zona franca in cui si va senza ansie. Ma se ti dicessero che in alcuni casi quella firma potrebbe autorizzare qualcosa che nemmeno immagini? Qualcosa che potrebbe addirittura metterti in pericolo? Non è una fiction. E non è nemmeno un’iperbole.

Il sistema

La sanità italiana arranca, tra carenze di personale, strutture obsolete e attese interminabili. Per una visita specialistica, i tempi medi possono superare anche i sei mesi. Intanto, chi ha bisogno urgente è costretto a rivolgersi al privato, spendendo cifre enormi.

La medicina territoriale, un tempo fiore all’occhiello del sistema pubblico, oggi mostra tutte le sue crepe. I medici di base sono pochi, oberati, e spesso costretti a lavorare in condizioni limite. E proprio lì, dove dovremmo sentirci più tutelati, si annidano rischi imprevisti.

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Medici di base illegali

Skytg24 ha diffuso le informazioni. A Roma è stato arrestato Carlo Bravi, medico sospeso dall’Ordine, ma ancora operativo. Nonostante l’interdizione, esercitava abusivamente la professione in un appartamento in zona Quadraro, dove è stato sorpreso dai NAS. Operava letteralmente nella camera da letto, come se nulla fosse, senza permessi, senza controlli, senza alcuna tutela per i pazienti. L’uomo è indagato per la morte di Simonetta Kalfus, una donna deceduta a marzo dopo una liposuzione.

L’intervento era stato eseguito dallo stesso Bravi, benché non fosse più autorizzato a praticare. Eppure, i pazienti continuavano a fidarsi. Perché? Sembrava tutto in regola, perché bastava firmare quel foglio all’ingresso. Nessuno sospettava nulla. Il caso ha sollevato un polverone sul sistema dei controlli nella sanità di base. Se un medico sospeso può continuare a esercitare indisturbato, quanti altri casi simili potrebbero esserci? È evidente che servono verifiche più stringenti, soprattutto nei piccoli ambulatori periferici. Chi entra pensando di fare un controllo di routine, non può finire in un incubo.