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L’Europa “s’è destra”: i tratti comuni e l’anomalia italiana

I partiti conservatori dilagano in tutto il Vecchio Continente (e anche oltre), sospinti dal contrasto al green e agli aiuti all’Ucraina: che rendono il Governo Meloni una paradossale mosca bianca

L’Europa svolta a destra

L’Europa svolta a destra (collage di immagini da EU1st / Wikimedia Commons e da Rawpixel.com)

Da tempo ormai si assiste a una crescita esponenziale dei partiti conservatori che, come dimostra la rielezione di Donald Trump negli Usa, non riguarda più solo l’Europa. E sulla quale è bene avviare una riflessione, anche perché il fenomeno presenta almeno un paio di interessanti tratti comuni. Che, curiosamente, in questo contesto rendono il Belpaese una sorta di mosca bianca.

L’Europa svolta a destra
L’Europa svolta a destra (collage di immagini da EU1st / Wikimedia Commons e da Rawpixel.com)

L’Europa “s’è destra”

La Romania è solo l’ultima Nazione comunitaria ad aver visto il dilagare delle formazioni nazionaliste. Capaci di convincere quasi un elettore su tre alle recentissime Elezioni Legislative, dopo aver già conquistato con Călin Georgescu uno storico ballottaggio alle precedenti Presidenziali.

Călin Georgescu, Europa
Călin Georgescu (immagine dalla sua pagina Facebook)

Non è comunque un caso isolato, bensì una tendenza che riguarda un po’ tutto il Vecchio Continente, come aveva dimostrato anche l’esito delle Europee dello scorso luglio. «Su 27 Paesi, 22 hanno Governi di destra» ha ricordato l’eurodeputato dem Nicola Zingaretti al Manifesto. Includendo anche quegli Stati in cui i sovranisti sono abbastanza forti da riuscire a condizionare la vita politica, come la Germania o la Francia.

Nicola Zingaretti
Nicola Zingaretti (immagine dalla sua pagina Facebook)

Quest’ascesa appare sospinta in modo particolare da due elementi ricorrenti. Il primo è il rigetto delle follie green che, come RomaIT ha più volte spiegato, non sono solo inutili, ma proprio dannose. Il secondo, notato dal Riformista, è lo stop agli aiuti all’Ucraina, variamente interpretato come antipatia verso il Presidente Volodymyr Zelensky o (presunta) vicinanza all’omologo russo Vladimir Putin.

Guerra russo-ucraina
Guerra russo-ucraina (© Ministry of Internal Affairs of Ukraine – Mvs.gov.ua / Wikimedia Commons)

L’anomalia italiana

In questo contesto s’inserisce la paradossale anomalia tricolore. Il Governo del Premier Giorgia Meloni, infatti, è sempre stato ferreo sul sostegno a Kiev anche a dispetto dell’atavica insofferenza dell’elettorato. E non ha mai preso le distanze dalla narrazione affermazionista che spaccia l’uomo per responsabile del climate change, pur opponendosi alla sua delirante traduzione in misure concrete.

Fake news dell’ambientalismo
Fake news dell’ambientalismo (immagine dalla pagina Facebook “Collectif des climato-réalistes”)

È quindi probabile che il consenso fratellista dipenda soprattutto dal nulla cosmico rappresentato dall’attuale minoranza demo-grillina. E viene da chiedersi fin dove potrebbe spingersi, se l’inquilino chigiano si inserisse nella scia dei suoi omologhi cultural-istituzionali.

Giorgia Meloni irritata
Giorgia Meloni (© Governo.it)

Parafrasando l’inno di Mameli, l’Europa “s’è destra”: l’Italia, per assurdo, non ancora.