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Guerra in Ucraina, clamoroso: gli Italiani bocciano l’azione del Governo

La maggioranza ritiene che Draghi dovrebbe trattare con Putin e Kiev dovrebbe valutare di arrendersi: a ulteriore conferma dell’enorme scollatura tra politica e cittadini

Guerra in Ucraina

Guerra in Ucraina

Che idea si sono fatti gli Italiani della guerra in Ucraina? È stato il tema di una rilevazione statistica commissionata da La7, il cui esito è stato completamente inaspettato e, per certi versi, scioccante. Perché ha mostrato come la maggioranza dei nostri connazionali abbia le idee parecchio chiare sul conflitto, e bocci sonoramente l’azione dell’esecutivo del Premier Mario Draghi.

Guerra in Ucraina
Bombardamenti in Ucraina

Il clamoroso sondaggio sulla guerra in Ucraina

Nel corso dell’ultima puntata della trasmissione DiMartedì, l’esperto Nando Pagnoncelli ha presentato un sondaggio sulla guerra in Ucraina che ha fornito risultati estremamente interessanti. Come infatti sintetizza Il Tempo, il 69% degli intervistati ritiene che l’Italia dovrebbe trattare con il Presidente russo Vladimir Putin. Una maggioranza più ristretta (il 43%) crede che Kiev dovrebbe valutare di arrendersi a fronte della perdita di molte vite umane. E c’è anche un 15% che pensa che il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky dovrebbe lasciare la guida del Paese.

Questi dati si prestano a due tipi diversi di letture. A un livello più contingente, indicano che malgrado l’altro bombardamento – quello dei media a reti unificate – parecchi concittadini pensano ancora con la propria testa. E quindi riescono a sfuggire alla semplicistica rappresentazione pseudo-manichea per cui tutto il Bene sta da una parte e tutto il Male dall’altra.

Volodymyr Zelensky, guerra in ucraina
Volodymyr Zelensky

In senso più generale, invece, costituiscono l’ennesima conferma dell’enorme scollatura tra politica e cittadini che, en passant, è una delle cause dell’astensionismo elettorale ormai prevalente.

Mario Draghi con la mano sul viso
Mario Draghi

Da questo punto di vista SuperMario rappresenta certamente un’anomalia, non essendo stato eletto a Palazzo Chigi e, dunque, non avendo una base a cui dover rispondere. Per i partiti, invece, è (o dovrebbe essere) tutt’altra storia – e, viste le premesse, non è detto che ci sarà un lieto fine.

Clamoroso al Cibali!, avrebbe detto il grande Sandro Ciotti.