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L’abuso del cellulare crea problemi ai bambini, tante ore esposti è come prendere tanti caffè

Una luce impercettibile all’occhio umano, emessa da tablet, pc e telefoni, distrugge la melatonina

bambino a letto con il cellulare

Bambino a letto con il cellulare

“C’è una strettissima correlazione” tra l’abuso e l’uso scorretto delle tecnologie digitali e la poca qualità del sonno, anche nei bambini. La cosa “è scientificamente provata, per via della cosiddetta luce blu. Una luce impercettibile all’occhio umano, emessa da tablet, pc e telefoni, che distrugge la melatonina.

bambino a letto con il cellulare
Bambino a letto con il cellulare

“Se li ami, sconnettili”

Stare la sera, ad esempio, tante ore esposti alla luce blu è un po’ come prendere tanti caffè”, perché “è un attivante”. Lo spiega Rosaria Sommariva, medico esperto in medicina del sonno, presidente dell’associazione ‘Riaccendi il sorriso’ e promotrice del progetto “Se li ami, sconnettili”, appoggiato e promosso dalla Regione Toscana.

La questione del sonno è centrale, aggiunge, perché “i bambini che dormono male hanno dei grossi disagi durante il giorno: sono iperattivi, non riescono a stare attenti e hanno quindi problemi neurologici, durante la notte sudano, si svegliano e hanno gli incubi. Noi visitiamo bimbi di setto, otto anni che ancora vanno nel letto dei genitori”.

Dall’uso all’abuso, fino alla dipendenza

Oltre a questi la dottoressa cita “problemi alla vista, infatti sta peggiorando la miopia, al collo, alle spalle, alle mani. Insomma, il rischio che intendiamo prevenire è quello, nel caso dei dispositivi digitali, di passare dall’uso, all’abuso, a vere e proprie forme di dipendenza”. I dati raccolti dall’associazione, in collaborazione con la Federazione italiana medici pediatri, evidenziano l’importanza di un uso accorto dei dispositivi digitali.

Secondo le interviste fatte ai genitori, il 30% dei bambini di 10 anni trascorre da una a due ore al giorno davanti al cellulare. Una percentuale che sale di oltre 10 punti tra i quattordicenni. Ancora più impressionante è il dato di coloro che davanti allo smartphone trascorrono tra le tre e le sei ore al giorno: il 12% ha dieci anni e ben il 43% sono quattordicenni.

Oltre a questo, sottolinea Valdo Flori, segretario toscano della Federazione italiana medici pediatri, “sono emersi problemi di reazione al non uso del cellulare: nel momento in cui viene tolto, per punizioni o altro, i figli hanno reazioni di rabbia forti, che è un indice di una dipendenza forte del ragazzo allo strumento. Inoltre, la stragrande maggioranza degli adolescenti durante la notte sistema il cellulare sul comodino oppure sotto il cuscino: quindi spesso non dormono”.

La paura dell’essere sconnessi

Sono tutti fattori che indicano non solo un abuso “ma anche il sospetto di una patologia vera e propria, la nomofobia oppure la ‘no mobile phone phobia’, ovvero la paura dell’essere disconnessi”, che riguarda anche gli adulti. La Regione, intervengono anche il presidente, il governatore Eugenio Giani e gli assessori regionali alle Infrastrutture digitali e alla Salute, Stefano Ciuoffo e Simone Bezzini, “appoggia decisamente questo interessante e utile progetto che intende intervenire in una fase delicata come quella infantile e adolescenziale.

Non è un caso che ‘Se li ami, sconnettili’ ha avuto un suo spazio anche all’interno del Festival della salute che abbiamo organizzato a Viareggio. L’uso della tecnologia è certamente utile, il suo abuso deve essere contrastato, soprattutto in età giovanile. E, per farlo efficacemente, serve la collaborazione di una pluralità di soggetti, così come il progetto che abbiamo presentato è riuscito a fare”.

Il progetto pilota ‘Se li ami, sconnettili’ è sostenuto dalla Regione Toscana e vede come protagoniste anche la Federazione italiana medici pediatri (Fimp) chiamata a inserire nei questionari di valutazione periodica della salute dei bambini e dei ragazzi, domande relative al tempo e alle modalità di utilizzo dei dispositivi digitali. (Red/ Dire) 

Cellulare in carica aumenta obesità e diabete

Stando a uno studio pubblicato dal British Scientists, caricare il telefono in camera da letto aumenta la possibilità di soffrire di obesità e diabete. Ma perché questa correlazione tra le cose? La causa principale, secondo questo studio, riguarda la produzione di melatonina del nostro corpo, che in base ad una serie di condizioni aumenta o diminuisce, decretando così la qualità del sonno.

Un ambiente buio aumenta la produzione di melatonina e di conseguenza migliora la qualità del sonno, infatti da sempre si dice che avere oggetti elettronici in camera sia molto nocivo per un buon sonno. Al contrario, le radiazioni elettromagnetiche generate dal telefono in carica disturberebbero la produzione di melatonina a tal punto che porterebbe ad un conseguente peggioramento della qualità del sonno. Il risultato è uno squilibrio del metabolismo che potrebbe portare a patologie come obesità e diabete.

Inoltre, i valori di radiazione elettromagnetica del telefono variano in base alla distanza con cui si tiene lo smartphone attaccato alla presa: a 5 cm, 10 cm e 15 cm sono rispettivamente di 1, 0,5 e 0,3 MilliGauss. (Dal portale computermagazine.it)