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Italia capitale dei motori: giovani promesse ma una grande assente, la Ferrari

Nel Motomondiale Marini, Bezzecchi, Bastianini, Bagnaia e Morbidelli fanno sognare (sotto l’egida di Valentino Rossi), ma in Formula 1 la Rossa delude ancora nel giorno di festa per il 1000° GP

motori Lelcerc Morbidelli

Domenica 13 settembre 2020 sarà ricordata come l’Italia capitale internazionale dei motori. In poche ore Mugello (Formula 1), Misano (MotoGP) e Faenza (Motocross) al centro delle più importanti competizioni motoristiche mondiali. Tuttavia, dall’essere il teatro delle competizioni a diventarne i protagonisti non è facile, ed in questo senso i segnali sono molto emblematici che mai.

Un’ondata di campioni su due ruote, con lo zampino di Vale Rossi

Iniziamo dalle note liete che, per fortuna, sono maggiori. Partiamo da Misano Adriatico, dalla Romagna patria della piadina ma soprattutto terra di motori e piloti. In Moto2, la categoria cadetta della MotoGP, c’è stata la seconda tripletta italiana stagionale, e gli stessi tre sono ai primi tre posti della classifica. I protagonisti sono Luca Marini, Enea Bastianini e Marco Bezzecchi: classe 1997 i primi due, 1998 il terzo. Se per Bezzecchi sono i primi risultati di rilievo nella categoria di mezzo dopo aver sfiorato due anni fa il titolo in Moto3, per gli altri due sembra arrivata la piena maturità per giocarsi il titolo ed arrivare in MotoGP. Per Bastianini questo sogno è già realtà perché è notizia di questi giorni il passaggio nella classe regina il prossimo anno, mentre per Marini (fratellastro di Valentino Rossi) l’ufficialità del salto di categoria potrebbe arrivare presto.

In MotoGP, nel feudo lasciato temporaneamente incustodito da Marc Marquez, la dolcissima prima volta di Franco Morbidelli (vittoria) e di Francesco Bagnaia (podio) in Top Class. Entrambi già campioni del mondo in Moto2, rispettivamente nel 2017 e nel 2018. Trionfi acuiti dal fatto che sono stati ottenuti in casa, ma sono fatti e nomi riconducibili a chi oggi è arrivato per un soffio quarto, ovvero Valentino Rossi. Il 41enne che ancora oggi dà battaglia a ragazzi di 15-20 anni più giovani, pur non salendo sul podio ha vinto lo stesso: un successo partito dal 2013, anno di fondazione della VR46 Riders Academy, il vivaio per permettere la crescita dei giovani piloti italiani. L’accademia di Valentino Rossi per creare nuovi Valentino Rossi. Ed in questo senso, Marquez a parte, possiamo ambire ad un domani prosperoso.

Non per questo l’oggi è meno radioso, con campioni ancora ai vertici: oltre a Rossi, Andrea Dovizioso (oggi 7°) è passato in testa al mondiale MotoGP e a Faenza un’altro 9 volte campione, Toni Cairoli, è tornato in testa al mondiale Motocross vincendo il GP dell’Emilia Romagna. Tre campioni di ieri e di oggi alla caccia del titolo, che per Rossi e Cairoli sarebbe il decimo e l’ulteriore consacrazione allo status di leggenda.

La delusione Ferrari, in un giorno che doveva festeggiare la propria storia gloriosa

Ma passando dall’altra parte dell’appennino, dall’Emilia-Romagna verso la Toscana, iniziano i dolori di questa superdomenica di motori, e sono quelli che fanno più rumore. Perché già dal nome della gara di quest’oggi in Formula 1 – denominazione completa di “Gran Premio della Toscana Ferrari 1000” – si può capire come l’ennesima brutta gara del Cavallino Rampante non possa passare inosservata. Una gara pazzesca, che ha visto tre Safety Car, due bandiere rosse e altrettante ripartenze. Una lotteria che sembrava premiare inizialmente Charles Leclerc, autore di una grande partenza e terzo dopo i primi giri. Presto però si è dovuto arrendere ad una Rossa che ha perso posizioni su posizioni, come se fosse stata una Minardi a ritrovarsi là davanti per caso.

Due settimane fa, da queste parti, si diceva come la gara bruttissima del Belgio era allarmante in vista della doppietta Monza-Mugello. Ebbene, tutte le preoccupazioni alla vigilia si sono tristemente confermate: a Monza un doppio ritiro e al Mugello un ottavo e un decimo posto (va detto con sole 12 macchine al traguardo). In mezzo prestazioni della macchina deludenti (in velocità di punta e in carico aerodinamico in curva), ritiri per problemi di affidabilità e per errori dei piloti.

Il peggio che si è visto nel bel mezzo di una celebrazione, quella dei 1000 Gran Premi nella storia della Ferrari. Non è questo il luogo per lanciare le accuse e parlare degli errori commessi – se n’è già parlato. Oggi, nonostante tutto, si è sentito il peso che la Scuderia Ferrari ha in Formula 1 e nel Motorsport, da oltre 90 anni di storia del marchio e da 70 anni, in pratica dalla nascita della categoria.

1000 Gran Premi della Ferrari in F1: tutti i record

Campionati Piloti15
Campionati Costruttori16
Vittorie238
Pole position228
Podi772
Giri veloci254
Doppiette84

Una breve carrellata di numeri mostrati per due motivi. Da un lato per non dimenticarsi della storia della Ferrari – e non pensare che un periodo buio possa oscurarla – e dall’altro per non accettare prestazioni di questo tipo: oggi la storia va celebrata, ma bisogna tornare là in alto, dove la Ferrari merita di competere. Magari con un altro Schumacher, il figlio Mick che oggi ha provato l’emozione di guidare la F2004 del padre. Nel giorno dell’Italia al centro dei motori, è mancata la nostra regina.

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